Benzina e diesel, occhio alla data del 2 agosto: cosa succede

Prorogato il taglio di 30 centesimi al litro ma fino a luglio, poi la stangata per le famiglie. L'ira delle associazioni: «Meglio tariffe amministrate»

È stato prorogato fino a martedì 2 agosto il taglio di 30 centesimi al litro per benzina, diesel, gpl e metano per autotrazione. Il Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco e il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani hanno firmato il decreto che estende la misura attualmente in vigore che ridurre il prezzo finale dei carburanti.

Il passo indietro del governo

Nei giorni precedenti l’ipotesi più probabile era quella di estendere il taglio delle accise fino a settembre e incrementare l’aiuto dagli attuali 30 centesimi al litro a 35. Poi il passo indietro di Palazzo Chigi. A influire sicuramente le risorse a disposizione per le coperture. L’aumento di 5 centesimi infatti sarebbe costato al governo 1 miliardo di euro al mese solo per la benzina.

Che succede ora

Da agosto dunque gli automobilisti saranno lasciati soli a far fronte ai rincari. Proprio nel mese in cui si concentrano la maggior parte delle partenze per le vacanze estive. La prudenza dell’esecutivo ridimensiona l’impatto positivo di un’altra importante misura, quel bonus 200 euro erogato per combattere l’inflazione.

A farne le spese soprattutto i lavoratori autonomi che, a differenza dei dipendenti, non possono contare nemmeno sulla quattordicesima mensilità per attutire l’incremento. Listini alla mano, da inizio anno ad oggi i prezzi della benzina sono saliti del 19,7%, mentre il gasolio è rincarato addirittura del 26,4%.

Il che significa, secondo l’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico, che le famiglie italiane pagheranno il carburante quasi 2,50 euro a litro (ecco dove conviene fare rifornimento). La spirale inflattiva ha spinto la catena di supermercati Esselunga ha deciso di regalare con i punti della spesa dei voucher da utilizzare presso i distributori Q8 e Q8easy fino al 21 agosto.

L’ira delle associazioni

La retromarcia ha scatenato la rabbia delle associazioni dei consumatori. Tra i primi ad alzare le barricate è stato Furio Truzzi, presidente nazionale di Assoutenti, che oltre alle critiche ha avanzato anche una proposta alternativa alla cancellazione dell’agevolazione.

«Le speculazioni sui carburanti hanno di fatto vanificato la riduzione delle accise – spiega Truzzi -. L’unica misura davvero utile che il governo può adottare per salvare famiglie, imprese e l’intero sistema economico è ricorrere a tariffe amministrate per benzina e gasolio, con i prezzi che, in questo momento di emergenza, vengono imposti dallo Stato».

Sulla stessa linea l’Unione nazionale consumatori di Massimo Dona. «Da quando è iniziata la guerra, nonostante l’intervento del governo, sia gasolio che la benzina hanno già superato la soglia di 2 euro al litro anche in modalità self – aggiunge -. Se il governo non voleva tornare ai prezzi amministrati come da noi proposto, doveva alzare la riduzione di almeno altri 10 centesimi, in deroga per il gasolio alla normativa europea, e ridurre l’Iva dal 22 al 10%».