Primi tagli ai riscaldamenti a casa: cosa cambia

Il Comune di Milano conferma il taglio ai riscaldamenti, come lo scorso anno. Ecco nuove date e temperature e quanto si risparmierà

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Emergenza climatica e prezzo del gas in costante aumento hanno spinto il Comune di Milano a prendere una decisione drastica, che di certo farà discutere. Un segnale chiaro dei tempi odierni, di certo non i più semplici per l’Italia. Il capoluogo lombardo ha dunque scelto di lanciare un segnale importante e, conti alla mano, evidenziare il proprio impatto sulla tutela dell’ambiente, risparmiando al tempo stesso.

Riscaldamenti a Milano: la risposta alla crisi

La crisi climatica chiama e Milano risponde, verrebbe da dire, anche se non tutti sono d’accordo con la decisione del Comune. È stato infatti ridotto il periodo di accensione dei riscaldamenti di ben 15 giorni. A ciò si aggiunge il fatto che, quotidianamente, i caloriferi resteranno attivi per un numero inferiore di ore. Vediamo nel dettaglio come si concretizzerà questa situazione decisamente insolita.

L’accensione dei caloriferi è fissata per legge al 15 ottobre, ma in questo 2023 le cose andranno diversamente. Considerando le condizioni meteo attuali, che vedono temperature ben al di sopra della media, la cosa potrebbe non avere un impatto gravoso. Proprio da metà mese in poi, però, le cose potrebbero cambiare, con l’estate insolita attuale pronta a cedere il passo all’autunno.

La partenza dell’accensione dei riscaldamenti è dunque posticipata al 22 ottobre. A destare maggiori polemiche, però, è la scelta relativa al 2024, con anticipo sullo spegnimento fissato all’8 aprile e non al 15, come regolarmente previsto.

Caloriferi: nuovi orari e temperature

Sul fronte giornaliero, invece, il funzionamento passerà dalle precedenti 14 ore a 13, che saranno comprese tra le ore 5 del mattino e le 23 di sera. Diamo poi uno sguardo a quelle che sono le nuove regole in merito alle temperature.

Anche qui si parla di calo, precisamente di un grado. All’interno degli edifici residenziali, infatti, non si andrà oltre i 19 gradi (sono ammessi due gradi di tolleranza, ndr), rispetto ai 20 precedenti. Esistono però delle eccezioni alle prescrizioni indicate dal Comune di Milano. Di seguito riportiamo le categorie di edifici che non dovranno adeguarsi alle nuove normative:

  • ospedali;
  • cliniche;
  • case di riposo;
  • scuole materne;
  • asili nido.

Si parla, dunque, di 14 giorni in meno di riscaldamenti, che in realtà sono 21, considerando la somma ottenuta calcolando il risparmio orario. Si parla di 168 ore in meno garantite nel corso dei prossimi mesi, ovvero una settimana in totale.

In merito si è espressa Elena Grandi, assessora all’Ambiente del Comune di Milano. Ha sottolineato come queste misure siano concretamente utili. A dirlo sono i dati ottenuti lo scorso anno, quando per la prima volta si è provato a sperimentare tale misura di risparmio. I risultati sono stati ben superiori alle aspettative: “Per questo intendiamo portare avanti queste ottime pratiche. Rinnoviamo l’appello ai cittadini, qualora le condizioni meteo lo consentiranno, di aspettare il più possibile per accendere il riscaldamento domestico. Un beneficio per le bollette e l’ambiente”.

Ma qual è stato l’impatto delle pratiche adottate tra fine 2022 e inizio 2023? Il rilevamento effettuato da A2A evidenzia una riduzione del 19.4% del consumo di gas. Allora a decretare la necessità era l’emergenza gas e soprattutto il decreto Cingolani. Oggi, invece, Milano prosegue con queste azioni efficaci, pur in assenza di obblighi da Roma. A conti fatti, un esempio di come si possa fare la differenza con pochi sacrifici.