Asta monete e banconote rare: 50 lire del 1864 ora valgono 225 mila euro

Alcune delle monete e delle banconote italiane più ricercate battute all'asta per cifre da capogiro. Rarità numismatiche che oggi valgono una fortuna

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

L’interesse intorno alle monete è sempre stato alto nel corso della storia. Fin dalla loro comparsa hanno sempre affascinato: un successo legato, in un certo senso, all’idea platonica di ricchezza. Nelle monete viene rappresentata il valore e la preziosità, tanto da essere considerate, in un certo senso, uno strumento diabolico del male. Ad ogni modo, con il passare del tempo, continua a rimanere indelebile il fascino che esercitano le monete – indipendentemente che siano moderne o antiche -. Il fascino e le pulsioni contrastanti che abbiamo citato costituiscono, con ogni probabilità, la motivazione che spinge molte persone a collezionarle.

Ricordiamo, poi, che le monete rappresentano delle meravigliose opere d’arte, anche se sono riprodotte in serie. E che possono diventare dei veri e propri cimeli, soprattutto quando sono state coniate molti anni or sono.

Monete e banconote rare: un’asta da record per le 50 lire del 1864

In un’asta numismatica battuta da Bolaffi un po’ di tempo fa a Torino, ha permesso di ammirare molte delle monete e banconote italiane più rare e di altri lotti numismatici stranieri di grande pregio.

Nel catalogo della prestigiosa esposizione intitolata “Monete, banconote e medaglie“, alcuni pezzi unici hanno raggiunto all’asta cifre record per rarità e l’altissimo stato di conservazione. Si tratta delle 50 lire del 1864 di Vittorio Emanuele II che partivano da una base di 150 mila euro per poi salire a 225.700 euro e un lotto di esemplari di Vittorio Emanuele III della collezione di monete di Casa Savoia appartenuta a Luigi Denina.

Nella “top-lot” dell’asta, anche una 100 Lire del 1880 della Zecca di Roma aggiudicata per la ragguardevole cifra di 83.000 euro. Per le banconote, il primato dei realizzi spetta senza dubbio all’unico esemplare conosciuto del biglietto di banca da 1.000 Lire.  Dopo decine di rilanci e dispute tra collezionisti, il famosissimo “Grande M-Matrice” emesso con decreto del 9.12.1899, ha raggiunto quota 73.200 euro, dieci volte la sua base. Un vero record di aggiudicazione per una banconota nell’ambito di una vendita pubblica.

Meritano una citazione particolare anche i due progetti in oro del 1905 e 1907 (base d’asta 20 mila euro), mai trasformati in monete circolanti ma di grande “appeal” per tutti i numismatici e i collezionisti di un certo rango. Tra le altre rarità, spiccano la Quadrupla di Francesco Giacinto (base d’asta 18 mila euro) e la moneta da 8 Scudi del 1641 di Carlo Emanuele II (base d’asta 20 mila euro).

Quanto vale la cartamoneta

Nell’ampia panoramica di monete e medaglie italiane e straniere di maggior valore, anche una prestigiosa raccolta dedicata alla cartamoneta. Ben 2.200 lotti in cui a brillare è sicuramente la Collezione Denina, la cui raccolta è iniziata nel 1905 e proseguita fino alla morte di Luigi Denina nel 1969.

Tra le collezioni numismatiche straniere di maggior rilievo, una moneta dell’ Annam (oggi regione del Vietnam) appartenuta alla collezione Farouk (base 15 mila euro) e una medaglia austriaca al merito civile realizzata interamente in oro da 24 Ducati del 1804 (base 8 mila euro).

L’eccezionalità delle monete e dei manufatti in oro e altri preziosi presenti all’asta è testimoniato dalle cifre che l’evento numismatico ha fatto registrare. Ben 3 milioni di euro, inclusi i diritti, e oltre il 70% dei lotti assegnati dal Dipartimento di Numismatica di Aste Bolaffi.