Cos’è la Exit Strategy, il piano per uscire dalla pandemia

Un piano, composto da 57 raccomandazioni, redatto da 400 esperti provenienti da tutto il mondo: in cosa consiste e come può aiutare col Covid

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Redazione

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Un piano redatto nei minimi dettagli, con raccomandazioni divise in sei aree di intervento principali per cercare di uscire quanto prima dalla pandemia. Si tratta dell’Exit Strategy, un documento che uscirà presto e che è stato messo a punto da 400 esperti che, in un brainstorming generale, hanno stilato delle linee guida che potrebbero presto portarci fuori dall’emergenza globale Covid.

Dai vaccini alla comunicazione, dalla fiducia dei cittadini alle fake news, il piano è pronto è presto verrà inviato a tutti i Paesi in giro per il mondo per cercare di uniformarsi e trattare il virus nello stesso modo, per cercare di mettersi alle spalle quanto prima la pagina più scura della sanità globale del nuovo millennio.

Exit Strategy, il piano contro il Covid

Messo a punto da quasi 400 esperti provenienti da 112 Paesi di tutto il mondo, il piano dell’Exit Strategy è frutto di uno studio guidato dall’Istituto per la Salute Globale di Barcellona e ha visto anche la partecipazione dell’Italia, con l’Università di Cassino e l’Università Cattolica di Roma. Si tratta di un documento arricchito di 57 raccomandazioni che sono state pubblicate sulla rivista Nature e sono divise in sei aree di intervento principali: comunicazione, sistemi sanitari, vaccinazione, prevenzione, trattamento e disuguaglianze.

Per sviluppare un consenso globale su come affrontare questi problemi in futuro, i ricercatori si sono impegnati in vaste consultazioni, che hanno portato alla lista di raccomandazioni che, chi più chi meno, hanno ricevuto pareri favorevoli o a volte contrastanti da parte degli esperti. Tra le raccomandazioni che sono state accolte con maggior favore, e hanno ottenuto quindi punteggi più alti ci sono l’adozione di strategie che coinvolgano l’intera società, con un approccio multi-disciplinare, il coordinamento tra i vari ministeri a livello dei singoli governi e l’adozione su larga scala dei vaccini insieme ad altre misure di prevenzione. Altre raccomandazioni che hanno raggiunto la quasi totalità del consenso, circa il 99%, sono quelle che includono una comunicazione efficace, la ricostruzione della fiducia pubblica e il coinvolgimento della comunità (qui vi abbiamo parlato dell’effetto negativo dell’addio al bollettino Covid giornaliero in Italia).

Delle 57 raccomandazioni, dunque, ben 51 hanno ricevuto il “semaforo verde” della commissione, ma sei invece hanno provocato qualche discussione. Per queste, come riferito da Ansa, c’è stato più del 5% di disaccordo e si tratta di indicazione sull’utilizzo di ulteriori incentivi economici per vincere l’esitazione sui vaccini e le diagnosi basate solo sui sintomi in contesti con scarso accesso a test diagnostici più affidabili.

Il piano dopo il dramma Covid

Dopo quasi tre anni di pandemia, con i primi casi Covid-19 che si sono manifestati in Cina nel 2019 per poi prendere sempre più piede nel resto del mondo nel 2020, l’obiettivo degli esperti è stato quello di mettere nero su bianco un piano chiaro, semplice e intuitivo su cosa fare e come comportarsi in un possibile scenario futuro pandemico. Jeffrey Lazarus, che ha guidato lo studio, ha infatti sottolineato che ogni Paese ha risposto in modo diverso, e spesso inadeguato, alla crisi sanitaria “anche a causa di una grave mancanza di coordinamento e di obiettivi chiari”.

La risposta del mondo a Covid-19 è stata ostacolata anche da fattori politici e sociali, come la diffusione di informazioni false e i dubbi sui vaccini, così lo studio ha provato a mettere insieme raccomandazioni già esistenti facendo fede al lavoro gigantesco di numerosi esperti che hanno dato il loro punto di vista rendendo unico un progetto che fa dell’ampia rappresentanza geografica il suo punto di forza. “Potrebbe rivelarsi un modello per lo sviluppo di risposte anche alle future emergenze sanitarie globali” ha infatti sottolineato il responsabile del piano (qui vi abbiamo parlato della svolta Covid col governo Meloni).