La fine del Covid come emergenza sanitaria globale non è la fine del Covid come minaccia per la salute globale. Non solo: dobbiamo anche prepararci a una nuova pandemia, che potrebbe essere “ancora più letale” di quella causata dal Coronavirus, proprio ora che i casi Covid sono sostanzialmente stabili un po’ in tutto il mondo, salvo alcune rare eccezioni. Parole che sembrano già scolpite nella nostra memoria quelle pronunciate dal capo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Tedros Ghebreyesus davanti agli Stati membri, in occasione della presentazione del rapporto dell’OMS alla 76esima Assemblea mondiale della sanità. Un allarme peraltro non inatteso, perché ne aveva già parlato a più riprese, non ultima qualche settimana fa.
Siamo fuori dalla pandemia, sì. E lo siamo grazie alla massiccia operazione di vaccinazione di massa, globale, di cui - una volta tanto merita sottolinearlo - l'Italia è stata di esempio, grazie alla gestione rapida e capace del governo Draghi che ha affidato al generale Figliuolo la messa a regime di una macchina delicatissima e complessa. Non si può dire lo stesso, forse, per l'ex ministro della Salute Roberto Speranza, e del "suo" premier Giuseppe Conte, indagati entrambi presso il Tribunale dei ministri di Brescia proprio nell'ambito di un'inchiesta per la gestione della prima fase della pandemia nel febbraio 2020.
Ma lasciando per un momento da parte le questione nazionali, il punto è, dice l'OMS, che di fronte a crisi sovrapposte e convergenti, oggi "le pandemie sono tutt'altro che l'unica minaccia che dobbiamo affrontare". Da qui la necessità di meccanismi globali efficaci che affrontino e rispondano a emergenze di ogni tipo. "Quando la prossima pandemia verrà a bussare - e lo farà - dobbiamo essere pronti a rispondere in modo deciso, collettivo ed equo" ha detto senza peli sulla lingua il direttore generale dell'OMS.
Nuova ondata Covid in Cina: 65 mln di nuovi casi entro fine giugno
Il problema, adesso, è anche che in Cina si sta diffondendo a macchia d'olio una seconda ondata di Covid. I nuovi positivi hanno iniziato ad aumentare in Cina ad aprile e potrebbero arrivare a 40 milioni entro fine maggio: a dirlo è uno dei massimi esperti di malattie infettive, Zhong Nanshan, direttore del National Clinical Research Center for Respiratory Disease, che ha affermato che "decine di milioni saranno colpiti ogni settimana dalla sottovariante XXB". Questa nuova ondata potrebbe raggiungere il picco a giugno, con circa 65 milioni di casi rilevati ogni settimana entro la fine di giugno, secondo quanto riferito dai media ufficiali.
Nanshan ha dichiarato di aver fatto la sua previsione sulla base di un'analisi di modelli predittivi, spiegando che questa ondata di infezioni è stata innescata dalla sottovariante Omicron XBB, che si sta diffondendo rapidamente in alcune parti del mondo, secondo un rapporto del Nanfang Daily, il giornale ufficiale del comitato provinciale del Guangdong del Partito Comunista Cinese.
Il Covid uccide ancora una persona ogni 4 minuti, dove non si è vaccinati
Inoltre, il Covid in alcune parti del mondo, quelle con tassi di vaccinazione bassi, dopo più di tre anni sta ancora uccidendo almeno una persona ogni 4 minuti, mettendo a rischio le persone vulnerabili soprattutto.
Una domanda chiave è come gestire un virus che è diventato meno minaccioso per la maggior parte delle persone, ma che rimane pericoloso per una parte della popolazione. Per dare un dato, lo scorso anno il Covid è stato la terzo causa di morte negli Stati Uniti, dopo malattie cardiache e cancro. E proprio da lì in queste settimana è arrivato un nuovo allarme Covid.
I vaccini non solo servono, ma sono essenziali
In Italia, rispetto a un anno fa, secondo quanto emerge da un sondaggio condotto su un campione di 2.300 cittadini realizzato da The European House-Ambrosetti in collaborazione con SWG, la percentuale di cittadini che ritiene i vaccini uno strumento sanitario sicuro ed efficace per contrastare le malattie infettive si è ridotta dal 92% al 76%, mentre quella non sicura dell'efficacia e della sicurezza dei vaccini è cresciuta persino dell'11%, dal 6% al 17%.
"Questo potrebbe voler significare che l'entusiasmo registrato nella precedente rilevazione fosse dettato più dalla paura del virus che da una reale comprensione del valore dei vaccini come strumento di tutela della salute del singolo e della collettività" ha commentato Rossana Bubbico dell'Area Healthcare di The European House-Ambrosetti.
Sempre a proposito di vaccini, urge ribadire con fermezza che i vaccini Covid non hanno assolutamente "danneggiato" 5 milioni di persone. L'ultima trovata dei fabbricatori di fake news, novax o simil propagandistici, è che questo dato emergerebbe da uno studio dell'OMS. Niente di più falso.
La manipolazione arriva dalla notizia, vera, contenuta nel database VigiAccess, per cui alla data del 23 maggio 2023, sono presenti - si legge - 5.055.562 segnalazioni di possibili effetti avversi dopo la somministrazione dei vaccini Covid-19. Questo dato, tuttavia, non mostra affatto che 5 milioni di persone sono state "danneggiate" dai vaccini anti-Covid: dice invece qual è il totale delle segnalazioni arrivate da tutto il mondo nel sistema, ma di cui non è stato necessariamente stabilito un legame di causa ed effetto con i vaccini.
Le conseguenze negative della pandemia Covid sulla salute
Il Covid, poi, ha avuto implicazioni significative anche per gli obiettivi relativi alla salute nell'ambito degli Obiettivi di sviluppo sostenibile che hanno una scadenza chiara: quella del 2030.
La pandemia ha anche influito sui progressi verso gli obiettivi del cosiddetto Triple Billion Target annunciato all'Assemblea mondiale della sanità del 2017. Gli obiettivi del "Triplo miliardo" sono un piano, ambizioso, per migliorare la salute delle persone entro il 2023. Un'iniziativa quinquennale che chiede di garantire che 1 miliardo di persone in più abbia una copertura sanitaria universale, 1 miliardo in più sia protetto meglio dalle emergenze sanitarie e 1 altro miliardo in più goda di più salute e più benessere.
"La pandemia ci ha portato fuori rotta, ma ci ha mostrato perché gli obiettivi di sviluppo sostenibile devono rimanere la nostra stella polare e perché dobbiamo perseguirli con la stessa urgenza e determinazione con cui abbiamo contrastato la pandemia". Oggi - spiega ancora Tedros Ghebreyesus - resta la minaccia di un'altra variante emergente che causa nuove ondate di malattie e morte, e rimane la minaccia di un altro patogeno emergente con un potenziale ancora più mortale". C'è da dire anche che il Long Covid sta compenso molte persone, con diversi sintomi che tornano, a più riprese, anche mesi dopo aver contratto il virus.
Tedros Ghebreyesus ha riferito che i Paesi hanno compiuto progressi nella copertura sanitaria universale, con circa 477 milioni di persone che ora ne beneficiano. Tuttavia, ha avvertito che, se le tendenze attuali continuano, meno della metà della popolazione mondiale sarà coperta entro la fine del decennio, “il che significa che dobbiamo almeno raddoppiare il ritmo”.
Il Covid ha messo nero su bianco una cruda verità, che già conoscevamo bene, ma che nascondevamo candidamente sotto il tappeto: e cioè che 8 miliardi di persone, praticamente tutti sul pianeta, devono essere protetti meglio in caso di emergenza.
I progressi in campo sanitario per proteggere la salute
Tedros Ghebreyesus ha anche evidenziato diversi risultati raggiunti nell'ultimo anno in quelle che ha definito le 5 P: promuovere, fornire, proteggere, potenziare e mettersi in gioco per la salute. I Paesi hanno intrapreso azioni per promuovere la salute prevenendo le malattie e affrontando le loro cause alla radice, ad esempio. Tra il 2017 e il 2022, 133 governi hanno aumentato o introdotto una nuova tassa sui prodotti dannosi per la salute, come il tabacco e le bevande zuccherate.
"Vediamo anche progressi incoraggianti nell'eliminazione dei grassi trans prodotti industrialmente dall'approvvigionamento alimentare globale", ha affermato. "Molti Paesi hanno anche compiuto notevoli progressi nella riduzione dell'assunzione di sale, uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari".
Sulla protezione, Tedros Ghebreyesus ha osservato che con la fine del Covid e del vaiolo delle scimmie come emergenze sanitarie pubbliche globali, ora rimane solo la poliomielite. Sì, la poliomelite, che da noi sembra scomparsa ma che potrebbe forse risvegliarsi anche in questa parte del globo. Dopo il minimo storico di 5 casi di polio nel 2021, i numeri sono aumentati lo scorso anno, con 20 casi in Pakistan, 2 in Afghanistan e 8 in Mozambico. Ha sottolineato che l'OMS e i partner “rimangono fermamente impegnati a portare a termine il lavoro di consegnare la polio alla storia”.
Tedros Ghebreyesus ha concluso chiedendo anche negoziati urgenti e costruttivi sul nuovo accordo globale sulla pandemia e sul Regolamento sanitario internazionale (RSI), il trattato che regola la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie, “così il mondo non dovrà mai più affrontare la devastazione di una pandemia come il Covid”. Infine, ha chiesto ai Paesi di sostenere un aumento del 20% dei loro contributi per sostenere il lavoro dell'OMS.