Dengue, ipotesi test in aeroporto per chi arriva da zone a rischio: in arrivo la circolare

Potrebbe arrivare nei primi giorni della prossima settimana una circolare del ministero della Salute per rafforzare i controlli

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

A circa un mese dall’emissione della prima circolare sulla Dengue da parte della direzione della Prevenzione del ministero della Salute – che ha aumentato l’allerta nei porti e negli aeroporti italiani – è imminente l’emanazione di una seconda circolare nei primi giorni della prossima settimana. Dopo la precedente, che ha prescritto la disinfezione degli aeromobili e delle navi provenienti da Paesi a rischio, incluso le navi da crociera, la nuova circolare dovrebbe includere l’impiego di test rapidi per campione sui passeggeri in arrivo dalle zone a rischio. Si prevede di iniziare con un aeroporto campione: l’ipotesi è di cominciare dall’aeroporto internazionale di Fiumicino.

Maggiori controlli in arrivo e la sperimentazione dei test rapidi

La nuova circolare è stata progettata con l’obiettivo di potenziare i controlli presso i porti e gli aeroporti attraverso l’azione del personale degli Usmaf-Sasn (Uffici di sanità marittima aerea e di frontiera), con lo scopo di intensificare la lotta contro la zanzara Aedes aegypti e di prevenire l’ingresso in Italia del vettore della febbre Dengue. Un’attenzione particolare è dedicata all’ampliamento delle operazioni di disinfestazione su aeromobili e navi, comprese le imbarcazioni da crociera. Parallelamente, si sta valutando la sperimentazione di un test rapido in aeroporto per i viaggiatori provenienti dalle aree a rischio, che sarà eseguito su base volontaria e tramite campionamento.

Nel corso del 2023, in Italia sono stati segnalati 362 casi di Dengue, di cui ottantadue di origine autoctona. Questi sforzi congiunti mirano a rafforzare ulteriormente le misure preventive e di controllo, garantendo una maggiore sicurezza sanitaria sul territorio nazionale.

La linea adottata dalla direzione generale della prevenzione del ministero della Salute, sotto la guida di Francesco Vaia, non è orientata a generare allarmismi, bensì a promuovere misure preventive al fine di evitare di trovarsi impreparati nel caso di un aumento dei casi. “Al 21 febbraio 2024, nel territorio nazionale sono stati identificati 48 casi confermati di Dengue, tutti importati. Alla luce di questa panoramica, ribadisco che la situazione attuale in Italia non suscita allarme”, ha dichiarato il ministro della Salute Orazio Schillaci, rispondendo in Senato lo scorso 22 febbraio a un’interrogazione sul tema della Dengue.

La Dengue corre in Sud America

La crescente diffusione della Dengue in Sudamerica sta sollevando preoccupazioni tra le autorità sanitarie internazionali, che temono la sua possibile endemizzazione in altre regioni del mondo, inclusa l’Italia. Attualmente, il governo del Guatemala ha dichiarato lo stato di allerta epidemiologica a causa dell’incremento dei casi di febbre Dengue nel paese, con già 7.000 casi e tre decessi registrati. L’obiettivo principale di questa misura è garantire una risposta amministrativa più celere di fronte alla diffusione del virus.

Nel frattempo, nello Stato più popoloso del Brasile, San Paolo, è stata dichiarata l’emergenza per la Dengue, con una frequenza di 311 casi ogni 100.000 abitanti. “Siamo di fronte a una situazione di epidemia, come definito dall’OMS in base al numero di casi confermati”, ha dichiarato Regiane de Paula, coordinatrice del Controllo delle malattie dello Stato di San Paolo. Anche il Perù ha dichiarato lo stato di emergenza in diverse zone del paese, mentre numerosi focolai sono stati segnalati anche in Argentina. Questi sviluppi sottolineano la necessità di adottare misure preventive e di controllo più rigorose a livello globale per contrastare la diffusione della Dengue.

Come si trasmette

La Dengue è una malattia virale diffusa principalmente nelle regioni tropicali e subtropicali del mondo. Si stima che circa la metà della popolazione mondiale viva in aree a rischio di contrarre l’infezione. Sebbene conosciuta da oltre due secoli, negli ultimi decenni si è verificato un aumento della sua diffusione.

Attualmente, si stanno registrando numerosi focolai epidemici in diverse parti del mondo, in particolare in Centro e Sud America, in alcune regioni dell’Africa e nel Sud-Est Asiatico. Tuttavia, focolai più limitati sono stati segnalati recentemente anche in Europa e negli Stati Uniti.  La Dengue è causata da una famiglia di quattro virus simili tra loro: Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4. La trasmissione avviene principalmente attraverso la puntura di una zanzara infetta, in particolare della specie Aedes aegypti, ma anche da Aedes albopictus.

Dopo la puntura di una zanzara infetta, il virus della Dengue entra nel flusso sanguigno dell’ospite, dove può persistere mediamente per 2-7 giorni. Se una persona infetta viene poi puntata da un’altra zanzara, questa può a sua volta trasmettere il virus ad altre persone, che possono ammalarsi anche senza aver mai visitato aree endemiche per l’infezione da Dengue. Questa modalità di trasmissione rappresenta una delle caratteristiche più significative della Dengue, in quanto consente una rapida diffusione del virus anche in regioni dove la malattia non è endemica, rendendo cruciale il controllo delle popolazioni di zanzare vettori per prevenire epidemie e focolai.

I sintomi della Dengue e come si cura

Dopo essere stati punti da una zanzara infetta, i sintomi della Dengue possono manifestarsi entro 5-6 giorni. Il sintomo principale è la febbre, spesso accompagnata da altri sintomi tra cui mal di testa, dolore intorno e dietro gli occhi, dolori muscolari e articolari, nausea, vomito ed eruzioni cutanee. Nei bambini, molti di questi sintomi potrebbero non essere evidenti o essere meno pronunciati.

La Dengue può manifestarsi con una vasta gamma di sintomi e la gravità della malattia può variare da lieve a grave. In alcuni casi, la Dengue può portare a complicazioni potenzialmente fatali come la sindrome da shock Dengue o l’emorragia Dengue. Pertanto, è essenziale consultare un medico se si sospetta di essere affetti da Dengue o se si manifestano sintomi gravi. Sebbene la diagnosi della Dengue sia spesso formulata in base ai sintomi osservati, per una conferma definitiva si può ricorrere a test di laboratorio. Questi test possono rilevare la presenza del virus o degli anticorpi specifici nel sangue del paziente.

Attualmente, non esiste un trattamento antivirale specifico per la Dengue e la gestione del paziente si concentra principalmente nell’alleviare i sintomi. È consigliabile garantire un adeguato riposo, somministrare farmaci per abbassare la febbre e mantenere buoni livelli di idratazione. In alcuni casi, la malattia può progredire verso una forma severa in cui si manifestano sintomi emorragici. In queste situazioni, la Dengue severa rappresenta una emergenza medica e il paziente deve essere ricoverato in ospedale per ricevere cure intensive. Sebbene la maggior parte dei casi di Dengue non sia fatale, in rari casi la malattia può comportare gravi complicazioni che mettono a rischio la vita del paziente. Pertanto, è fondamentale monitorare attentamente i sintomi e cercare assistenza medica immediata in caso di peggioramento della condizione del paziente.