Febbre dengue, caso mortale a Firenze: cosa fare in presenza di sintomi

Un caso di febbre dengue importato dalla Thailandia si è verificato nel Fiorentino, dove una donna di 50 anni è morta dopo il rientro in Italia: disposte le disinfestazioni

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Una donna di 50 anni è morta a Fucecchio, in provincia di Firenze, per le conseguenze della febbre dengue contratta durante un viaggio in Thailandia. La paziente ha manifestato i sintomi della malattia una volta tornata in Italia ed è deceduta dopo il ricovero in terapia intensiva.

Il caso

Secondo quanto comunicato dall’Asl Toscana centro, la donna soffriva di altre patologie gravi e la dengue ha peggiorato il quadro clinico già dopo i primi sintomi. Appena rientrata dalla Thailandia, prima di essere ricoverata nel reparto di rianimazione dell’ospedale Careggi di Firenze, la 50enne era andata al lavoro in una conceria di San Miniato, in provincia di Pisa.

Per questo i sindaci dei due Comuni interessati, su disposizione del Servizio di Igiene Pubblica e Nutrizione dell’azienda sanitaria, hanno emanato un’ordinanza urgente per motivi di sanità pubblica per effettuare le disinfestazioni straordinarie, nel raggio approssimativo di 100 metri dalla residenza della donna a Fucecchio e dal luogo di lavoro.

La circolare del ministero della Sanità

Il caso della 50enne si aggiunge alle 241 notifiche di dengue importata da altri Paesi dall’inizio del 2023. Secondo quanto riportato dal bollettino dedicato alla malattia dell’Istituto superiore di sanità (Iss), i casi autoctoni, cioè gli eventi di trasmissione della febbre avvenuti sul territorio italiano, sono invece 76, in crescita rispetto ai 72 della settimana precedente.

Gli ultimi quattro episodi non sono collegati tra loro e si sono verificati in provincia di Lodi, dove da inizio anno sono stati registrati in totale 37 casi confermati, in provincia di Latina (2 casi da gennaio) e nella città metropolitana di Roma, che ha fatto segnare complessivamente 36 casi, oltre a uno di Anzio, per cui sono in corso indagini per verificare eventuali collegamenti epidemiologici.

In relazione all’aumento dei casi di dengue in Italia, il ministero della Salute ha inviato una circolare con le misure anti-zanzara a Regioni, veterinari, istituti zooprofilattici, oltre alle federazioni sportive nazionali, federazione sport equestri e all’associazione dei Comuni Anci.

L’obiettivo del documento, a firma del Direttore generale della Prevenzione Francesco Vaia e del Direttore generale della Salute animale Pierdavide Lecchini, è richiamare l’attenzione delle autorità locali sulla proliferazione degli insetti, favorita dalle temperature che si stanno registrando in Italia.

Secondo quanto sottolineato dal ministero, infatti, in questo periodo “continuano a palesarsi positività per dengue sia in soggetti di ritorno da altri Paesi dove la malattia è endemica, sia in individui che non presentano una correlazione con viaggi in Paesi endemici e per i quali è riferita una trasmissione autoctona del virus”.

Nel testo si invita a “porre in atto tutte le misure utili a limitare il rischio di ogni ulteriore trasmissione all’uomo nelle situazioni in cui si realizzano assembramenti di popolazione per manifestazioni sportive, soprattutto quando queste si svolgono in aree a rischio (per la presenza del vettore), a ridosso di zone dove si verifica maggiormente la moltiplicazione delle zanzare, o in occasione delle quotidiane passeggiate degli animali domestici specialmente in prossimità di macchie verdi, di zone acquitrinose, corsi d’acqua, fabbricati che possano dar rifugio alle zanzare adulte o durante le ore di particolare densità vettoriale ecc”.

Le regioni maggiormente interessate e i sintomi

La circolare ricorda che la malattia è “causata dal virus Denv che si trasmette agli esseri umani attraverso la puntura della zanzara del genere Aedes albopictus”, conosciuta comunemente come zanzara tigre, e che “le regioni maggiormente interessate sono la Lombardia, il Lazio, l’Emilia Romagna, il Piemonte, il Veneto” (qui avevamo parlato del contagio in Italia della febbre dengue).

Come spiegato dal sito Epicentro dell’Istituto superiore di sanità, la febbre dengue è una patologia di origine virale causata da quattro patogeni simili (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4) che si trasmette tra gli esseri umani attraverso le punture di zanzara: il contagio tra persone non è diretto, ma l’uomo è il principale ospite del virus, che circola nel sangue dell’individuo infetto dai 2 ai 7 giorni.

La dengue è endemica durante e dopo la stagione delle piogge nelle zone tropicali e subtropicali di Africa, Sudest asiatico e Cina, India, Medioriente, America latina e centrale, Australia e diverse zone del Pacifico. Nell’emisfero occidentale il principale vettore del patogeno, oltre alla zanzara tigre, è la zanzara Aedes aegypti.

La malattia si manifesta tipicamente con una febbre alta della durata di 5-6 giorni, insieme ad altri sintomi tipici, spesso assenti nei bambini (qui avevamo parlato dei sintomi della febbre dengue):

  • Febbre, anche con temperature elevate.
  • Mal di testa acuti.
  • Dolori attorno e dietro gli occhi.
  • Forti dolori muscolari e alle articolazioni
  • Nausea e vomito.
  • Irritazioni della febbre che appaiono dopo 3 o 4 giorni dall’insorgenza della febbre.