Ancora poche settimane, o pochi mesi, e il Covid sarà ufficialmente considerato endemico e non più pandemico, e di conseguenza trattato come una normale influenza.
“Sono fiducioso che a un certo punto quest’anno saremo in grado di dire che il Covid è finito come un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale e come una pandemia”. Ad affermarlo è il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Il numero di decessi a livello settimanale che vengono segnalati è ora inferiore rispetto a quando abbiamo usato per la prima volta la parola “pandemia” tre anni fa. Il miglioramento è significativo” ha proseguito il numero uno dell’Oms.
Fine pandemia
L’Oms ha più volte ripetuto che nei prossimi mesi di quest’anno potrebbe arrivare la dichiarazione di fine Pheic (emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale), il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ha scelto di depennare le ultime Omicron dalla lista delle varianti di preoccupazione, la Johns Hopkins University ha fermato il suo famoso conteggio delle varie voci della pandemia a livello mondiale.
Restano le ombre sulla Cina
“Anche se siamo sempre più pieni di speranza riguardo alla fine della pandemia di Covid” non lontana, “la domanda su come sia iniziata rimane senza risposta”, sottolinea quindi il direttore Oms, aggiungendo: “Continuiamo a chiedere alla Cina di essere trasparente nella condivisione dei dati, di condurre le indagini necessarie e condividere i risultati. Capire come è iniziata la pandemia di Covid-19 rimane un imperativo sia morale che scientifico”.
Le sue parole si riferiscono in particolare a un episodio recente. “Nei giorni scorsi – spiega il Dg – l’Oms è stata messa a conoscenza di dati pubblicati alla fine di gennaio nel database Gisaid”, dove vengono caricate le sequenze virali, “e rimossi nuovamente di recente. I dati, del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie, si riferiscono a campioni prelevati al mercato di Huanan a Wuhan nel 2020″, all’inizio quindi della pandemia. “Mentre erano online, gli scienziati di diversi Paesi hanno scaricato i dati e li hanno analizzati. Non appena abbiamo appreso di questi dati, abbiamo contattato il Cdc cinese e li abbiamo esortati a condividerli con l’Oms e la comunità scientifica internazionale in modo che possano essere analizzati”, prosegue il Dg Tedros.
“Abbiamo anche convocato lo Scientific Advisory Group for the Origins of Novel Pathogens (Sago), che si è riunito martedì – incalza -. E abbiamo chiesto ai ricercatori del Cdc cinese e al gruppo internazionale di scienziati di presentare le loro analisi dei dati al Sago”. Questi dati, è la puntualizzazione, “non forniscono una risposta definitiva alla domanda su come è iniziata la pandemia, ma ogni pezzo, ogni dato è importante per avvicinarci a quella risposta. E ogni dato relativo allo studio sulle origini di Covid-19 deve essere condiviso immediatamente con la comunità internazionale. Questi dati avrebbero potuto – e avrebbero dovuto – essere condivisi tre anni fa”, ammonisce il capo dell’Oms.
Ministro Schillaci: “Numeri tranquillizzanti”
Sulla dichiarazione di fine pandemia, “stiamo aspettando, e se l’Oms prende questa decisione la seguiremo. D’altronde, i numeri sono assolutamente tranquillizzanti”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, a margine della inaugurazione della nuova sede e primo centro di simulazione e formazione a Roma della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva. Il ministro ha aggiunto che già da qualche tempo “in molti altri Stati o nazioni stanno procedendo a non contare più i casi di Covid”, sottolineando che “quando all’inizio del mio mandato ho proposto il conto settimanale si è scatenato il finimondo, questo mostra che avevamo ragione. Vediamo cosa dice l’Oms, continuiamo a seguire con attenzione l’evoluzione della malattia”. Di certo, “in questi mesi abbiamo agito nell’interesse dei cittadini e continueremo a farlo”.