Nuove regole per i concorsi pubblici: assunzioni più veloci, addio prova orale

Nuove regole per i concorsi pubblici, dall'addio all'esame orale per le funzioni non apicali alla scelta delle regioni

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Emanuela Galbusera

Giornalista di attualità economica

Giornalista pubblicista, ha maturato una solida esperienza nella produzione di news e approfondimenti relativi al mondo dell’economia e del lavoro e all’attualità, con un occhio vigile su innovazione e sostenibilità.

Il governo Meloni anticipa la riforma complessiva dei concorsi pubblici e cambia alcune regole, dall’esame orale al servizio civile. Le novità sono legate al Pnrr: il governo ha varato un emendamento con lo scopo di anticipare il contenuto del provvedimento che dovrebbe essere approvato entro il 30 giugno 2023. Lo scopo è accelerare per i prossimi tre anni i tempi di assunzione nelle pubbliche amministrazioni, portandoli complessivamente a 6 mesi.

Tante le novità: la prova orale non sarà più obbligatoria fino al 2026, i candidati dovranno indicare la Regione in cui vogliono essere assunti e ci sarà una quota riservata a chi ha fatto il servizio civile universale.

Concorsi pubblici, addio alla prova orale fino al 2026

Una delle novità più importanti è che non sarà più obbligatoria la prova orale per i concorsi. In particolare, si legge, i bandi “possono prevedere, per i profili non apicali, lo svolgimento della sola prova scritta”. La novità sarà valida fino al 31 dicembre 2026, la data finale della scadenza di tutti i progetti legati al Pnrr. Il governo non si è ancora espresso su un possibile rinnovo.

Concorsi su base territoriale

Con lo stesso emendamento il governo ha previsto anche che nascano anche dei concorsi su base territoriale. Per i concorsi nazionali unici, banditi dalla commissione Ripam, i candidati potranno presentare domanda di partecipazione solo per un profilo oggetto del bando ( anche se il bando riguarda più di una figura professionale) e in un solo “ambito territoriale”, cioè in una sola Regione e non anche per altri territori.
In questo modo, chi si voglia candidare per un ruolo nell’Agenzia delle Entrate, oppure all’Inps, dovrà scegliere prima non solo qualche incarico vuole ricoprire, ma anche in quale Regione o in quale Comune (a seconda di come è strutturato il bando) vuole presentare domanda.

Nuove regole per gli idonei

Anche per gli idonei cambiano le regole: saranno considerati tali non più tutti quelli che raggiungono un certo punteggio, ma quelli che rientrano in una precisa fascia: il 20% dei posti dopo l’ultimo degli assegnati. Questo nuovo criterio renderà molto importante il piazzamento in graduatoria per chi ha raggiunto un punteggio sufficiente, e permetterà di ridurre il numero di idonei in modo da velocizzare le procedure.

Quota di posti riservata a chi fa il Servizio civile universale

Ci sarà una quota di posti riservata a chi ha fatto il Servizio civile universale. Il 15% dei posti di lavoro assegnati nei concorsi pubblici andranno ai volontari che hanno completato lo Scu senza demerito, ovviamente sempre a condizione che raggiungano un punteggio idoneo.