Voto dei fuori sede alle Europee, emendamento di FdI al decreto Elezioni

Ecco come potrebbero votare 600mila studenti fuori sede se dovesse passare l'emendamento di Fratelli d'Italia al decreto Elezioni. Ma è corsa contro il tempo

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Le Elezioni europee dell’8 e 9 giugno 2024 potrebbero essere la prima consultazione elettorale ad ammettere il voto degli studenti fuori sede. L’Italia è uno dei pochi Paesi dell’Unione a impedire il voto ai cittadini domiciliati in un comune diverso da quello di residenza. Fratelli d’Italia ha presentato un emendamento al decreto Elezioni.

Studenti fuori sede al voto alle Elezioni europee: la proposta

Il Dl Elezioni è attualmente all’esame del Senato. Se dovesse passare l’emendamento proposto dal partito di Giorgia Meloni, potrebbero accedere al voto a distanza circa 600mila studenti fuori sede. La proposta contiene una “disciplina sperimentale per l’esercizio del diritto di voto da parte degli studenti fuori sede in occasione dell’elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia per l’anno 2024”. Restano dunque esclusi i lavoratori che per esigenze professionali si sono spostati altrove.

La proposta non è una novità: già in vista delle Elezioni politiche del 25 settembre 2022 si era provato a concedere il voto ai fuori sede, ma l’iniziativa si era risolta in un nulla di fatto. Il tema è stato più volte trattato nel corso del dibattito parlamentare, con proposte di entrambi gli schieramenti. Sono stati presentati diversi disegni di legge di iniziativa parlamentare, dai quali è poi emerso quello approvato alla Camera lo scorso 5 luglio. Anche le Regioni si muovono in tal senso: recentemente la Lombardia ha approvato una mozione sul voto dei fuori sede.

Maggioranza e opposizione non trovano però una quadra sull’argomento, dal momento che l’ultimo testo formalizzato attribuisce una delega al Governo per addivenire a una soluzione limitatamente in vista delle Elezioni europee e per eventuali referendum.

Ma tutto dipende dai tempi della politica: il testo attualmente all’esame della commissione Affari costituzionali del Senato assegna all’esecutivo un limite di 18 mesi per emanare i decreti delegati. Il rischio è di non riuscire ad arrivare in tempo per l’appuntamento elettorale di sabato 8 e di domenica 9 giugno. La situazione è già stata ammessa dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi durante un question time di fine gennaio.

Come funzionerebbe il voto dei fuori sede

Se il testo dovesse essere approvato, gli studenti fuori sede potrebbero votare tramite due modalità. Il discrimine è il domicilio nella stessa circoscrizione elettorale o in una differente.
Per le elezioni europee sono previste cinque circoscrizioni: Nord-ovest, Nord-est, Centro, Sud e Isole.
Chi si dovesse trovare in una circoscrizione diversa, dovrà fare richiesta nei 35 giorni antecedenti le elezioni e votare in un seggio del Comune dove si trova temporaneamente.
Chi si dovesse trovare nella stessa circoscrizione, dovrà votare presso una sezione speciale. Ne verrà allestita una ogni 800 elettori fuori sede presso il capoluogo della Regione dove studia.

Questo in caso di studenti fuori sede sul territorio italiano. Chi risiede all’estero può già oggi esercitare il suo diritto di voto per le Elezioni europee presso i consolati.

Altri proposte all’esame della Commissione

Oltre al voto ai fuori sede, ci sono anche altre proposte al vaglio della Commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama presieduta da Alberto Balboni di FdI: l’election day e l’innalzamento del limite da due a tre mandati per i sindaci dei Comuni tra 5mila e 15mila abitanti (sotto tale soglia non ci sarà più alcun limite).

Il 2024 è un anno ricco di elezioni: oltre alle Europee, si terranno anche Amministrative e Regionali.