L’Ue contro l’Italia sul golden power, Giorgetti: “È sovranità nazionale”

Il ministro dell'Economia Giorgetti ha risposto alle critiche dell'Ue sull'utilizzo del golden power nel caso di Unicredit e Bpm, ritenuto controproducente

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 11 Ottobre 2025 16:13

La Commissaria Ue ai Servizi finanziari Maria Albuquerque ha criticato l’utilizzo che gli Stati membri fanno del golden power, ipotizzando che la Commissione possa aprire procedure di infrazione o avviare cause legali per alcune leggi e specifici casi. Anche se l’Italia non è mai stata direttamente citata, il riferimento della commissaria sembra essere l’operazione di acquisizione di Banco Bpm da parte di Unicredit, fallita nei mesi scorsi.

Il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti risposto alle accuse di Albuquerque, sia sottolineando che il golden power esiste per difendere la sicurezza nazionale degli Stati, sia che si tratta di una legge approvata dal parlamento e che il Governo italiano applica, ma non può modificare.

L’Ue contro l’Italia sul Golden Power

La commissaria Albuquerque è stata molto dura sull’utilizzo del golden power da parte degli Stati europei.

Abbiamo detto fin dall’inizio che dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per affrontare le questioni che causano frammentazione nel mercato. Come sapete, l’Unione del risparmio e degli investimenti è fondamentalmente un progetto di mercato unico: dobbiamo creare un mercato unico per i servizi finanziari. Pertanto, affronteremo tutte le questioni che possono impedire l’attuazione corretta delle regole concordate: quelle che bloccano la prestazione transfrontaliera di servizi, le fusioni e così via.

Secondo le tesi della Commissione, diversi Paesi Ue, soprattutto l’Italia, starebbero facendo un uso controproducente del golden power rispetto agli obiettivi dichiarati dall’Ue di riformare il sistema finanziario del blocco.

La risposta di Giorgetti

Il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha immediatamente risposto alle accuse della Commissione europea, ribadendo due concetti:

La sicurezza nazionale, finanziaria ed economica è esclusiva competenza dello Stato nazionale, e intendiamo difenderla. Il Governo applica una legge esistente. Se si vuol modificarla, lo fa il Parlamento, non l’esecutivo.

La difesa di Giorgetti è quindi duplice. Da una parte il ministro rivendica che ogni Stato dell’Ue ha il diritto di bloccare le operazioni finanziarie che ritiene mettano in pericolo la sicurezza nazionale. Dall’altro ha ricordato che il Governo non è responsabile di come una legge è scritta, e che modificare una norma come quella sul golden power è compito del Parlamento.

Perché l’Ue critica l’uso che l’Italia ha fatto del golden power

Come accennato dalla commissaria Albuquerque, l’Ue sta cercando di riformare i mercati finanziari creando un mercato unico europeo anche in questo ambito. Si tratta di un obiettivo di lungo periodo delle istituzioni europee, che dovrebbe aiutare a risolvere uno dei problemi che hanno causato il divario di produttività tra l’Europa e gli Usa: gli investimenti.

Le società Ue soffrono di una mancanza di investimenti rispetto a quelle americane. Ogni anno, gli Usa investono l’1,1% di Pil in più dell’Ue in produttività. Una delle ragioni di questo divario è la frammentazione del mercato dei capitali, da cui deriva anche una dimensione relativamente più piccola delle aziende europee.

Bloccando con il golden power molte fusioni, come quelle tra Unicredit e Bpm o tra la stessa Unicredit e la tedesca Commerzbank, molto criticata dal governo di Berlino, gli Stati impediscono la formazione dei cosiddetti “campioni continentali”, società di dimensioni molto grandi in grado di competere, in virtù di queste dimensioni, con quelle americane.