Savona minaccia il Governo: “Pronto a lasciare Consob, sull’Ops decisione collegiale”

Consob e Governo ai ferri corti: dopo la tensione nata dallo stop all'Ops di Unicredit su Banco Bpm, il presidente dell'Autorità Paolo Savona ha annunciato che potrebbe dimettersi

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 23 Maggio 2025 11:08

“Sono pronto ad andarmene”. Con queste parole, pronunciate a margine del Festival dell’Economia di Trento, il presidente della Consob Paolo Savona ha aperto alla possibilità di dimettersi anticipatamente dalla guida dell’Authority che vigila sui mercati finanziari italiani.

La dichiarazione arriva al culmine della tensione con il Governo Meloni. L’esecutivo ha recentemente manifestato irritazione per una delibera della Commissione.

Il caso Unicredit-Banco Bpm

Il nodo della discordia è l’Ops (Offerta Pubblica di Scambio) lanciata da Unicredit su Banco Bpm, operazione bloccata per 30 giorni da una decisione della Consob.

Una scelta che ha diviso anche il collegio dell’Authority e ha visto il voto decisivo proprio di Savona, chiamato a rompere l’equilibrio interno.

La minaccia di Savona

Prendendo il microfono, Savona ha deciso di giocare a carte scoperte:

Io vado via quando ad un certo punto non sono più gradito in tutte le istituzioni. Quindi finché sono gradito resto, quando non sono più gradito vado via.

Queste le parole di Savona, 87 anni, economista ed ex ministro. Che ha aggiunto:

Ho un’età tale che la saggezza incombe, significa che quando uno è saggio se ne deve andare.

La sua risposta arriva dopo giorni di indiscrezioni e crescenti pressioni politiche, culminate nelle critiche pubbliche del deputato Marco Osnato di Fratelli d’Italia, responsabile economico del partito. Ha detto:

Sono sorpreso che un presidente esperto come Savona porti l’ente regolatore a paventare una scarsa comprensione del provvedimento del Governo, che appare a tutti molto chiaro e lineare. Certo, un’Ops che dura 7-8 mesi va un po’ fuori le logiche di mercato.

Il riferimento del deputato della fiamma tricolore è al voto decisivo di Savona: il collegio della Consob, infatti, si è spaccato durante il voto sulla delibera.

“Decisione collegiale”

Savona ha rivendicato la legittimità della delibera, ricordando che la Consob “è un organo collegiale che lavora con gli uffici, con l’ufficio legale, l’ufficio degli emittenti, l’ufficio della trasparenza del mercato, e quindi il risultato è la somma di tutte queste riflessioni”. Quella assunta, dunque, è stata una posizione condivisa internamente, anche se il collegio si è spaccato.

La sospensione per 30 giorni dell’Ops di Unicredit su Banco Bpm è stata giudicata da quest’ultima come un provvedimentoabnorme e di assoluta gravità”.

Dietro la tensione, tuttavia, si cela un nodo politico e istituzionale più profondo, che riguarda il ruolo delle Autorità indipendenti e la loro effettiva autonomia dai governi in carica. A Palazzo Chigi, secondo quanto risulta a Repubblica, si starebbe valutando l’opportunità di chiedere formalmente un passo indietro a Savona prima della scadenza naturale del suo mandato, prevista per marzo 2026.

Chi potrebbe guidare la Consob dopo Savona

In caso di dimissioni, la nomina del nuovo presidente della Consob spetta al Governo, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti. Tra i nomi possibili, da prendere con le pinze perché si tratta di indiscrezioni di stampa, circolano Luigi Federico Signorini (attuale Direttore generale di Banca d’Italia), Marcello Minenna (ex direttore dell’Agenzia delle Dogane, fra le altre cose) e Carmine Di Noia (Ocse), fra gli altri. Si tratta di profili tecnico-istituzionali di altissimo livello.