Blinken in Arabia Saudita, viaggio diplomatico per porre fine alla guerra in Palestina

Blinken arriva in Arabia Saudita, prima tappa di un viaggio che si protrarrà in tutto il Medio Oriente. L'obiettivo è quello di trovare un punto di incontro e aprire la strada alla fine della guerra tra Israele e Hamas

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Il Segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, farà tappa oggi 29 aprile 2024 in Arabia Saudita, dando inizio a un viaggio di ampia portata nel Medio Oriente. La sua missione comprende dibattiti cruciali sulla governance di Gaza in vista della conclusione del conflitto con Israele.

Blinken in viaggio diplomatico per trovare un punto d’incontro

Blinken, massimo rappresentante diplomatico degli Stati Uniti (di ritorno da un recente incontro a Pechino), si recherà in Israele già da questa settimana, con l’obiettivo di esercitare pressioni sul Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu affinché adotti i provvedimenti concreti richiesti dal Presidente statunitense Joe Biden per migliorare la critica situazione umanitaria a Gaza.

A Riyad, ci si aspetta che Blinken incontri i vertici sauditi e partecipi a un’ampia riunione con le controparti di cinque stati arabi – Qatar, Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Giordania – per approfondire le discussioni sulla futura governance della Striscia di Gaza dopo il conflitto. Ciò è quanto ha dichiarato un alto funzionario del Dipartimento di Stato.

Durante il suo soggiorno nella capitale saudita, Blinken mirerà anche a favorire un dialogo tra paesi arabi ed europei riguardo al sostegno alla ricostruzione di Gaza, che è stata trasformata in una terra desolata a causa dei sei mesi di bombardamenti israeliani.

Una guerra che va avanti dal 7 ottobre

L’attacco di Hamas il 7 ottobre, che ha causato la morte di 1.200 persone e il sequestro di 253 ostaggi secondo i conteggi israeliani, ha scatenato una serie di reazioni violente. Israele ha risposto imponendo un totale assedio a Gaza e avviando un’offensiva aerea e terrestre che, secondo le autorità sanitarie della Gaza governata da Hamas, ha causato la morte di oltre 34.000 palestinesi.

Le trattative sulla ricostruzione e sulla governance di Gaza sono in corso da mesi, ma finora non è emerso un meccanismo chiaro.

Gli Stati Uniti concordano con l’obiettivo di Israele di debellare Hamas e di escluderlo dal futuro di Gaza, ma non vogliono che Israele rioccupi la Striscia. Si stanno dunque cercando soluzioni alternative, come una riforma dell’Autorità Palestinese supportata dagli stati arabi.

Si cerca un accordo tra Arabia Saudita e Israele

Durante il suo soggiorno, Blinken discuterà anche con le autorità saudite degli sforzi per raggiungere un accordo di normalizzazione tra l’Arabia Saudita e Israele. Questo accordo, di portata considerevole, includerebbe il supporto degli Stati Uniti con accordi bilaterali di difesa e sicurezza, oltre alla cooperazione nucleare.

In cambio della normalizzazione, gli stati arabi e Washington chiedono ad Israele di accettare una via per lo stato palestinese, una richiesta che Netanyahu ha finora respinto.

Dopo la visita in Arabia Saudita, fa sapere il Dipartimento di Stato Usa, Blinken proseguirà per Giordania e Israele, dove l’attenzione si sposterà sul miglioramento della situazione umanitaria disastrosa a Gaza.

In Giordania, Blinken incontrerà funzionari di alto livello e gruppi umanitari per valutare i progressi compiuti e individuare eventuali ulteriori interventi necessari. Successivamente, riporterà queste informazioni agli israeliani.

Il viaggio di Blinken per verificare gli aiuti umanitari arriva circa un mese dopo che Biden ha ammonito Netanyahu, affermando che la politica degli Stati Uniti potrebbe cambiare se Israele non adotta misure per affrontare i danni civili, la sofferenza umanitaria e la sicurezza degli operatori umanitari.

Durante una telefonata di domenica 28 aprile con Netanyahu, Biden ha menzionato i preparativi israeliani per aprire nuovi valichi di frontiera questa settimana nel nord di Gaza, dove il rischio di carestia rimane alto, secondo una dichiarazione della Casa Bianca.