Riscatto laurea gratis per incentivare gli studi, la proposta di Tridico

Il presidente dell'Inps Tridico suggerisce di introdurre un sistema di riscatto gratuito dei contributi per il periodo di laurea

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Emanuela Galbusera

Giornalista di attualità economica

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Riscatto della laurea gratis per incentivare gli studi. È una delle proposte del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, che parlando di riforma pensioni suggerisce di introdurre un sistema di riscatto gratuito dei contributi per il periodo di laurea.

“Per i giovani – dice Tridico – si potrebbe immaginare un modello per riscattare la laurea in maniera gratuita oppure maggiorando il loro coefficiente di trasformazione per periodi legati alla formazione”.

Riscatto laurea gratis, la proposta di Tridico

Fra i problemi pensionistici dei giovani, oltre quello di “salari bassi che significano un assegno più basso in futuro” c’è quello di “entrare tardi nel mondo del lavoro perché per fortuna studiano”. Perciò “permettiamo il riscatto gratuito della laurea a fini pensionistici” per incentivarli nei loro studi, ha detto il presidente dell’Inps in un intervento a Futura 2021.
Non tutti i giovani lavoratori hanno le possibilità economiche per sostenere i costi del riscatto, anche in forma agevolata. È quindi fondamentale che la riforma pensioni sia più possibile orientata verso i giovani che rappresentano il futuro e il sostegno del welfare nel tempo.

Pensioni, le altre proposte

Il numero 1 dell’Inps evidenzia anche “la necessità di una pensione di garanzia” che fissi una soglia “al di sotto della quale non sarebbe dignitoso” vivere dopo l’uscita dal mondo del lavoro.

Inoltre, con un occhio al Recovery indica anche le tre emergenze “che sono donne, giovani e Sud” proponendo di “focalizzare gli incentivi alle assunzioni su queste categorie” perché – porta ad esempio – “è intollerabile che solo il 20% di donne lavori in certe regioni al Sud”.

Ricordando come gli “incentivi focalizzati producono risultati a differenza di quelli a pioggia” Tridico suggerisce anche una “decontribuzione piena per la donna che torna al lavoro dopo la maternità” anche per combattere il fenomeno delle “dimissioni in bianco che sono stimate in 30-40 mila all’anno”.

Determinante è il salario minimo

Determinante” per giovani e donne, comunque, è il salario minimo, sottolinea il presidente dell’Inps, che sottolinea: “L’idea di introdurre un salario minimo non è contro il sindacato, anzi è completamente integrato”. Esiste in 24 paesi europei e “laddove è stato introdotto la letteratura economica dimostra che ci si è spostati su produzioni e frontiere produttive più adeguate”. Dove c’è il salario minimo su un livello adeguato “spinge le imprese a scegliere strategie di investimenti che sfruttino maggiormente il capitale e l’innovazione piuttosto che il lavoro a basso costo e questo porta incrementi di produttività”, quindi crescita.