Pensioni quota 100: dal riscatto laurea al divieto di cumulo, cosa prevede il decreto

Il testo finale decreto pensioni approvato in Consiglio dei Ministri: tutte le cose da sapere per lasciare il lavoro nel 2019

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Redazione

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Dopo mesi d’attesa vede la luce la riforma delle pensioni, che rende attuativa quota 100, misura-chiave della manovra 2019.
Requisiti e vincoli sono contenuti nel decreto attuativo approvato dal Consiglio dei ministri insieme al reddito di cittadinanza: la misura, per cui sono stati investiti 22 miliardi di euro, riguarda il periodo di tre anni, dal 2019 al 2021 e una platea stimata in un 1 milione di lavoratori.

Ecco le novità sostanziali che riguardano le uscite pensionistiche: dalla prima data utile per i pensionamenti con quota 100, al Tfr dei lavoratori pubblici, fino alle soglie di Ape Social e Opzione donna e alle agevolazioni per il riscatto della laurea.

AL VIA DAL PRIMO APRILE – Per accedere al pensionamento anticipato si parte il primo aprile per i lavoratori privati che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2018 e poi ogni 3 mesi dal raggiungimento dei requisiti. Per chi li matura dal primo gennaio 2019, invece, la pensione decorre dopo tre mesi.

STATALI – Per gli statali gli assegni partiranno dall’1 agosto (per chi ha maturato i requisiti all’entrata in vigore del decreto e poi ogni 6 mesi dal raggiungimento dei requisiti). Chi li matura dal 1 febbraio 2019 riceverà l’assegno dopo sei mesi. I lavoratori di scuola e Afam riceveranno i primi assegni dal 1 settembre in linea con l’inizio dell’anno scolastico.

PROROGHE E ANTICIPI – E’ possibile andare in pensione in anticipo. Gli uomini potranno farlo con 42 anni e 10 mesi di contributi, le donne invece con 41 anni e 10 mesi di contributi. Una volta maturati i requisiti, i lavoratori e le lavoratrici riceveranno l’assegno dopo tre mesi. Resta l’opzione donna per le donne lavoratrici a 58 anni -se dipendenti- e 59 se autonome con almeno 35 anni di contributi al 31 dicembre 2018. Ai lavoratori precoci non si applicano gli adeguamenti alla speranza di vita e potranno quindi andare in pensione con 41 anni di contributi.

APE SOCIALE – Resta anche per il 2019 l’Ape Social, l’accesso all’indennità sostitutiva della pensione viene prorogata dal 1° gennaio al 31 dicembre 2019 e dura fino al conseguimento dell’età anagrafica per la pensione di vecchiaia. Per usufruirne occorre avere almeno 63 anni di età e 30 o 36 anni, a seconda dei casi, con bonus di un anno per figlio (max 2) per le lavoratrici.

RISCATTO LAUREA – La pace contributiva prevede la possibilità di riscattare, su richiesta, periodi di buco contributivo non obbligatori per massimo 5 anni. La possibilità è prevista per un triennio dal 2019 al 2021. Il riscatto del periodo di laurea sarà a condizioni agevolate entro i 45 anni: sarà detraibile l’onere del 50% in cinque quote annuali e la rateizzazione fino a 60 rate mensili.

ANTICIPO TRF – Per tutti i pensionati pubblici (non solo quota 100) è prevista la possibilità di avere subito l’anticipo di fine rapporto fino a 30.000 euro. Sarà inoltre possibile cumulare periodi assicurativi presenti su più gestioni.

DIVIETO DI CUMULO – La pensione non è cumulabile con redditi da lavoro dipendente o autonomo ma sì con redditi da lavoro occasionale (5mila euro max).

RICAMBIO GENERAZIONALE – Fondo bilaterale per il ricambio generazionale: si può accedere per andare in pensione tre anni prima di quota 100 a patto che ci sia un’assunzione. Sono esclusi i lavoratori in Isopensione (prestazioni in essere o erogate).