(Teleborsa) Alla fine, la “nave” con a bordo le due misure bandiera del Governo gialloverde, che a dire il vero ha navigato in acque piuttosto agitate negli ultimi mesi, è approdata in porto. Nella giornata di ieri, infatti, è arrivato il semaforo verde del Consiglio dei ministri al decretone, dando il via libera a reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni.
ESULTA IL GOVERNO – Soddisfatto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: “Questa è una tappa fondamentale per questa esperienza di governo, sono due misure che non rispondono a estemporanee promesse elettorale ma costituiscono un progetto di politica economica sociale di cui questo governo va fiero”.
Per il vicepremier, Luigi Di Maio, si tratta di un “giorno storico”. Secondo il ministro per il Lavoro e le Politiche sociali, “oggi nasce un nuovo welfare state in Italia che aiuta le persone in difficoltà e che le mette al centro di una rivoluzione del mondo del lavoro”.”Passiamo dalle parole ai fatti“, esulta Salvini.
Niente reddito per un anno a chi si è dimesso – Non hanno diritto al reddito di cittadinanza i nuclei familiari che hanno tra i componenti soggetti disoccupati a seguito di dimissioni volontarie nei dodici mesi successivi alla data delle dimissioni, fatte salve le dimissioni per giusta causa. Esclusi anche i soggetti che si trovano in stato detentivo, per tutta la durata della pena, nonché coloro che sono ricoverati in istituti di cura di lunga degenza o altre strutture residenziali a totale carico dello Stato o di altra amministrazione pubblica.
I PALETTI – Nessun componente il nucleo familiare deve essere intestatario a qualunque titolo o avente piena disponibilità di autoveicoli immatricolati la prima volta nei sei mesi antecedenti la richiesta, ovvero di autoveicoli di cilindrata superiore a 1.600 cc, nonché motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, immatricolati la prima volta nei due anni antecedenti, fatti salvi gli autoveicoli e i motoveicoli per cui è prevista una agevolazione fiscale in favore delle persone con disabilità ai sensi della disciplina vigente.
Di Maio: “Reddito con Poste card, da febbraio sito web” – A illustrare le linee guida del reddito di cittadinanza, la cui platea sarà per il 50% al Sud e per il 50% al centro-Nord, è il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio che si è battuto fortemente per la misura. “Per febbraio saremo pronti a pubblicare il sito internet che dirà quali documenti sono da preparare e poi il sito da marzo sarà attivo per recepire la documentazione. Non c’è bisogno di andare a nessuno sportello se non si vuole. Possibile fare tutto con il portale” ma in alternativa si potrà usare “un normale sportello postale” o ancora i Caf. “Dopodiché l’Inps verifica e il reddito sarà erogato con una normalissima carta elettronica di Poste italiane. Dopo l’accesso al programma, entro 30 giorni, si sarà contattati dai soggetti attuatori”.
QUOTA 100, PER GLI STATALI DAL 1 AGOSTO – Chi è nato entro il 1956 e ha lavorato senza interruzioni almeno dal 1980 potrà andare in pensione a partire da aprile: la cosiddetta quota 100 sperimentale per tre anni consente a chi ha maturato a fine 2018 almeno 62 anni di età e 38 di contributi di andare in pensione anticipata. È prevista una finestra trimestrale per i lavoratori privati che quindi potranno andare in pensione da aprile e una semestrale per i pubblici che però in sede di prima applicazione dovranno aspettare fino al primo agosto. La platea che potrebbe accedere alle misure è di cerca 315.000 persone ma è probabile che il numero sia più contenuto a causa della norma del divieto di cumulo con l’attività lavorativa fino all’età di vecchiaia. Potrebbe dunque scoraggiare rispetto all’uscita anticipata anche l’importo ridotto di pensione a fronte di quello che si avrebbe avuto maturando i contributi fino all’età di vecchiaia o alla pensione anticipata indipendente dall’età
“Se ci saranno meno persone che per loro ragionamenti, faranno domanda, i soldi che avanzeranno saranno reinvestiti in taglio delle tasse, se ci saranno possibilità maggiori i soldi ci sono. Posso garantirlo. Non ci sarà un avente diritto che si sentirà negare il diritto alla pensione”, dice Salvini.