La Quota 100, introdotta con la Legge di Bilancio del 2019 nel tentativo di contrastare gli effetti della Riforma delle Pensioni Fornero, ci ha salutato definitivamente nel 2022. Dal primo gennaio del 2022, infatti, viene sostituita da una formula ponte che durerà appena un anno. Il riferimento è alla cosiddetta Quota 102, fortemente voluta dal governo Draghi per fare da “cuscinetto” a quella che sarà la Riforma Pensioni arrivata nel 2022.
Come noto, si era optato per un sistema di prepensionamento a carattere transitorio per il triennio 2019-2021, con possibilità di proroga. L’ex presidente del Consiglio ha però scelto di tornare in maniera graduale alla Riforma Fornero, con la conseguente cessazione del meccanismo di pensionamento delle quote.
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Riforma pensioni Quota 102: cos’è e come funziona
Quota 100, che è stata attiva fino alla fine del 2021, consente di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro per tutti coloro che hanno accumulato almeno 38 anni di contributi con un’età anagrafica minima di 62 anni. Per altro senza alcuna penalizzazione sull’assegno riscosso. Dal primo gennaio 2022, terminata la sperimentazione di quota e per mitigare il passaggio ad una riforma pensionistica più centrata, è entrata in vigore la Quota 102, ma per un solo anno. Questa consente di ritirarsi con 64 anni di età e 38 anni di contributi, sempre senza penalizzazioni sull’assegno.
Si tratta insomma di una soluzione piuttosto simile alla Quota 100, utile ad evitare lo scalone anagrafico con il ritorno alla Riforma Fornero, che dal 2022 imporrebbe bruscamente un minimo di 67 anni di età per la pensione di vecchiaia e almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per quella anticipata. Questo strumento ponte mantiene invariati gli anni di contribuzione richiesti, aumentando di due anni il requisito di età previsto per l’accesso alla pensione anticipata. Infine, come naturale, il requisito fondamentale per l’accesso alla pensione Quota 102 è la cessazione del rapporto di lavoro dipendente.
Quota 102: beneficiari e requisiti
La pensione Quota 102, richiedendo un’età minima di 64 anni, include gli stessi lavoratori che potevano accedere a Quota 100, aggiungendo quelli nati nel 1958. Una platea piuttosto contenuta, se sommiamo la richiesta di un flusso contributivo di 38 anni. Possono accedere al sistema pensionistico di passaggio del 2022 tutti gli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria, e gli iscritti alle gestioni INPS (compresa la Gestione Separata), mentre rimangono esclusi i professionisti che versano agli enti privati di categoria.
Allo stesso modo, come accadeva per la Quota 100, la 102 va ad escludere tutta quella platea di lavoratori appartenenti alle Forze Armate, il personale delle Forze di Polizia e di Polizia penitenziaria, il personale operativo del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, e quello della Guardia di Finanza.
Passando ad analizzare la tipologia di contributi validi per raggiungere i 38 anni di contributi e accedere alla Quota 102 per andare in pensione anticipata, c’è da dire che non esistono particolari limitazioni in merito. Possono infatti essere raggiunti anche da tutti quei soggetti che hanno avuto carriere lavorative frammentarie, e che quindi hanno versato i contributi in due o più gestioni pensionistiche. Capirete allora che il requisito contributivo può essere centrato anche con l’esercizio della ricongiunzione dei contributi, della totalizzazione o del cumulo gratuito.
Quanto si perde con Quota 102
Una volta che abbiamo ottenuto la Quota 102, rimane valido il vincolo di reddito da lavoro dipendente o autonomo, per il quale non possiamo sforare il limite dei 5mila euro l’anno – sono ammessi solo i redditi da lavoro autonomo occasionale. Questo sistema non è in ogni caso cumulabile, fino alla maturazione dell’età per la pensione di vecchiaia ordinaria – fissata a 67 anni -, con i redditi da lavoro subordinato o autonomo. Coloro che hanno maturato questo diritto entro il 31 dicembre 2022 potranno esercitarlo anche successivamente, cristallizzandolo negli anni seguenti. Ciò permette di incrementare l’assegno pensionistico, aumentando il montante contributivo di base.
Proprio parlando dell’importo dell’assegno incassato, abbiamo già accennato che non vi è alcuna penalizzazione. Con la Quota 102, si utilizza cioè lo stesso metodo di calcolo pensione che si sarebbe impiegato per la pensione di vecchiaia o per quella anticipata piena. Infine, è importante ricordare che i lavoratori penalizzati della Quota 100 potranno ricevere l’assegno straordinario di sostegno al reddito erogato dai Fondi di solidarietà bilaterali, almeno fino al raggiungimento delle condizioni di pensionamento anticipato o per vecchiaia.