I Maneskin e l’accusa di plagio: cosa rischiano

La canzone 'Zitti e buoni', con cui i Maneskin hanno vinto il Festival di Sanremo e l'Eurovision, non sarebbe originale: l'accusa di plagio nei confronti della band romana è arrivata dall'Olanda

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Redazione

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I Maneskin, vincitori del festival di Sanremo, hanno trionfato anche all’Eurovision. Non hanno nemmeno fatto in tempo a godersi il doppio successo che sul cantante, Damiano David, sono piovute accuse tanto pesanti quanto infondate in merito a un presunto consumo di cocaina in diretta televisiva. Se quella vicenda ormai è chiusa, anche grazie al test antidroga a cui si è sottoposta l’intera band, sul tavolo è arrivata un nuovo attacco: un gruppo olandese ha accusato i Maneskin di plagio.

I Maneskin e l’accusa di plagio: chi li attacca

I Maneskin hanno vinto l’Eurovision a Rotterdam lo scorso 22 maggio. La loro canzone, ‘Zitti e buoni‘, non sarebbe però originale. Questa l’accusa di Joris Lissens, membro del gruppo olandese The Vendettas, che ha dichiarato ai media olandesi che il pezzo della band romana gli ricorda alcuni suoni della sua hit ‘You want it, you’ve got it‘.

Il gruppo The Vendettas, comunque, non ha intenzione di intraprendere azioni legali contro i Maneskin, concedendo agli italiani il beneficio del dubbio. Il sito Rtl, anche quello nella versione francese che ha ripreso la notizia, ha invitato i lettori a farsi una idea sull’eventuale plagio mettendo a confronto i due brani.

I Maneskin e l’accusa di plagio: cosa rischiano

Ma cosa rischia chi viene condannato per plagio? A proteggere le canzoni c’è la legge sul diritto d’autore, la numero 633 del 22 aprile 1941. Il plagio può riguardare la melodia, il ritmo e la combinazione degli accordi. Chi viene riconosciuto colpevole di plagio rischia:

  • ritiro del pezzo dal mercato
  • sanzioni pecuniarie
  • riconoscimento all’autore originale di parte dei diritti (le cosiddette ‘royalties’)

Va comunque sottolineato che, secondo la giurisprudenza, la parziale assonanza tra due composizioni musicali, “casuale e limitata a poche battute, esclude che tra esse vi sia plagio, soprattutto quando esse si ispirano a diverse tradizioni musicali”.

Nella storia italiana ci sono stati episodi di accuse tra cantanti. Uno dei più noti ha riguardato Al Bano e Michael Jackson. Il cantante pugliese aveva accusato quello americano di aver copiato ‘I cigni di Balaka‘ per la sua ‘Will you be there‘. In primo grado, Jackson fu condannato a pagare 4 milioni di lire. Nel 1999, la corte d’Appello di Milano ha dimostrato che entrambi i brani si erano ispirati a un pezzo del 1939, non protetto da copyright (mancava il requisito dell’originalità). Al Bano fu condannato a pagare le spese processuali e rifiutò di ricorrere in Cassazione dopo un accordo riservato tra i due cantanti.