Gs del gruppo Carrefour, “frode fiscale”: l’accusa dei pm porta al sequestro di 64,7 milioni

Lavoratori sfruttati e frodi sull'Iva: nel mirino della magistratura c'è GS Spa del gruppo Carrefour Italia. Per la procura si tratta solo dell'ultimo caso di un filone che si ripete sempre uguale a sé stesso

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Con l’accusa di frode fiscale il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Gdf di Milano ha sequestrato 64,7 milioni di euro alla società GS Spa del gruppo Carrefour Italia. L’ipotesi di reato verte su un presunto giro di appalti irregolari relativo alla manodopera nei servizi di logistica e movimentazione merci. Il tutto al fine di riuscire a garantire “tariffe altamente competitive” sul mercato.

L’indagine della procura di Milano

Titolare dell’inchiesta è il pm di Milano Paolo Storari, che nella giornata di lunedì 15 aprile ha firmato il decreto di sequestro preventivo d’urgenza. L’indagine è nata grazie alla collaborazione del Settore contrasto illeciti dell’Agenzia delle Entrate.

Una nota del procuratore Marcello Viola spiega che l’ipotesi al vaglio degli investigatori riguarda “una complessa frode fiscale derivante dall’utilizzo, da parte della beneficiaria finale”, cioè GS, “del meccanismo illecito di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti a fronte della stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, che ha portato all’emissione e al conseguente utilizzo dei falsi documenti per un ammontare complessivo superiore a 362 milioni di euro“.

Il sistema secondo l’accusa

Questo il presunto sistema sul quale punta i fari la magistratura: una serie di società definite “serbatoio”, spesso costituite come cooperative, si aggiudicavano appalti di servizio. Tali società vengono accusate di avere “sistematicamente omesso il versamento dell’Iva, nonché degli oneri di natura previdenziale e assistenziale” ai lavoratori. Si tratterebbe di società usa e getta dalla vita molto breve poiché dismesse dopo aver accumulato “ingenti debiti tributari”. In sintesi, chiusa una società serbatoio se ne apriva subito un’altra e i lavoratori migravano dalla vecchia alla nuova società. Poi il trend si ripeteva sempre uguale a sé stesso.

Dal decreto di sequestro risulta che GS Spa è indagata in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. Per le presunte frodi fiscali, tra aprile 2019 e marzo 2023, sono indagati quattro “soggetti apicali” dell’impresa. Dopo il sequestro record, sono scattate “perquisizioni nelle province di Milano, Lodi, Pavia e Torino“.

GS Spa ha oltre 1.500 punti vendita in Italia, tra ipermercati e supermercati. Il suo volume d’affari è stato di oltre 4 miliardi di euro nel 2022.

La posizione di Carrefour Italia

L’azienda esprime la propria posizione tramite una nota: “In merito all’indagine fiscale e in attesa di conoscere ulteriori dettagli sul procedimento, Carrefour Italia conferma di essersi prontamente attivata per offrire il massimo supporto e collaborazione alle autorità competenti. Nello specifico, la questione oggetto dell’indagine riguarda le attività di logistica dell’impresa. L’azienda rimarrà a disposizione degli inquirenti per agevolare il corretto svolgimento di tutte le attività previste dalla legge”.

I precedenti

Nell’atto del pm viene fatto un lungo elenco di indagini dello stesso genere che hanno portato a sequestri e iniziative giudiziarie nei confronti di altre aziende della logistica, della grande distribuzione e di altri settori. Tra le aziende vengono citate Dhl, il gruppo Gls, Spumador, Salumificio Beretta, Spreafico, Movimoda, Uber, Lidl, Nolostand-Fiera Milano, Schenker, Aldieri, gruppo Cegalin-Hotelvolver, Brt, Geodis, Ups, Chiapparoli, Securitalia ed Esselunga.

Al competitor della grande distribuzione alimentare Esselunga nel giugno del 2023 vennero sequestrati 48 milioni di euro. Anche in quel caso il titolare dell’indagine era il pm Paolo Storari. E anche in quel caso l’ipotesi contestata fu di “somministrazione illecita di manodopera”. L’indagine su Esselunga riguarda gli anni fiscali 2016-2021.