E. Marinella, una storia infinita fatta di tradizione, innovazione e rispetto dei valori

Incontriamo Alessandro Marinella il più giovane esponente della famiglia, che ci racconta i progetti del brand su innovazione e sostenibilità.

Foto di Paolo Gelmi

Paolo Gelmi

Esperto di moda e lifestyle maschile

Esperto di moda e lifestyle, è stato direttore di svariate riviste cartacee nel settore luxury.

A raccontare la storia del brand E. Marinella ci si immerge in un insieme di emozioni fatte di passioni, perseveranza e amore per il Made in Italy. Tutto nasce più di un secolo fa, nel 1914, a Napoli, dove “Don Eugenio Marinella” decide di aprire il suo piccolo negozio di cravatte, sete e accessori vari dal profumo tipicamente anglosassone. Appena 22 metri quadrati, dove al suo interno tra arredi in legno, camerini a scomparsa e specchi tondi, si racchiude ancora oggi la storia dell’artigianato e la sartoria napoletana, con contaminazioni tipicamente inglesi. Un negozio che guarda il Golfo, ma capace di andare oltre l’orizzonte, alla conquista del mondo intero, mantenendo intatto il suo spirito pioneristico e ricco di valori tradizionali.

Trascorso più di un secolo dalla sua prima apertura tutto è rimasto intatto, tranne che oggi E. Marinella è un brand riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo. A guidare l’azienda c’è la terza e la quarta generazione, Maurizio e Alessandro, padre e figlio che accolgono i clienti con la stessa classe ed entusiasmo del suo fondatore, ma con un occhio attento all’innovazione ed ai mercati.

La cravatta E. Marinella non è solo uno status symbol che racchiude eleganza e tradizione del Made in Italy, ma un accessorio unico in quanto a pregio e qualità artigianale. Cambiano le mode ma le loro cravatte e le sete lavorate e dipinte a mano conquistano ancora il cuore dei consumatori, cravatte che hanno una storia e che in modo indiretto hanno fatto storia. Indossate da presidenti come i Kennedy, Bill Clinton, Bush e Obama, oppure dagli italiani Leone, Cossiga e Napolitano, ma anche Re come Juan Carlos di Spagna, personaggi della cultura, spettacolo o imprenditoria come Luchino Visconti, Silvio Berlusconi, Aristotele Onassis, Giovanni Agnelli oppure l’attore Daniel Craig e poi tanta, tantissima gente comune, queste persone tutte insieme hanno contribuito nel tempo a decretare che “E. Marinella” diventasse un brand rappresentativo del vero Made in Italy e della tradizione partenopea.

Negli anni il brand è cresciuto e non solo in termini di notorietà e fatturato, ma anche nelle proposte da offrire alla propria clientela. Oltre alle cravatte il brand offre tutta una serie di accessori capaci d’incontrare i gusti dei suoi clienti, preservando l’alta qualità dei prodotti e dei valori. Il brand sta andando nella direzione di creare un vero total look, come ama dire il giovane Alessandro Marinella: la classicità ed eleganza sono sinonimi di personalità e non rigidità.

Proprio poco tempo fa E. Marinella è stata premiata come azienda per il suo impegno sulla sostenibilità, scalando la vetta dei Forbes Sustainability Award 2022 (Kon Group e Credit Suisse premiano le 50 imprese italiane che hanno raggiunto i più alti rating esg, riconoscendo al Brand napoletano una posizione altissima).

La Capsule Collection in partnership con Orange Fiber (cravatte, pochettes e foulards brevettati e prodotti con il primo tessuto al mondo sostenibile di agrumi, pensato per rispondere alle esigenze di innovazione e sostenibilità del comparto moda) e la Capsule Collection con TBD Eyear (occhiali sostenibili realizzati in bio-acetato, materiale biodegradabile e riciclabile al 100%) dimostrano una volta per tutte come la terza e la quarta generazione Marinella ha davvero diversificato la proposta ai clienti e sottolineato il proprio impegno all’innovazione e alla sostenibilità, con il rispetto dei valori che sin dai tempi del suo fondatore “Don Eugenio” contraddistinguono questa azienda.

Incontriamo con grande piacere Alessandro Marinella il più giovane esponete di questa meravigliosa famiglia.

Alessandro, come si coniuga una visione giovane manageriale, con un’azienda storica dalla forte identità tradizionale napoletana?
Bisogna riuscire ad innovare in un periodo storico molto complesso che richiede estrema velocità ed elasticità nei processi e nell’innovazione, ma in contemporanea non bisogna tralasciare la tradizione, che deve essere di ispirazione per il progresso, e deve sempre essere un monito non solo come insegnamento, ma anche come binario da seguire per poi procedere in una trasformazione ed innovazione sostenibili.

Quanto è importante la sostenibilità e il green per la vostra azienda?
Un punto molto importante: parlare e praticare sostenibilità e innovazione, intesi come risparmio energetico, seguendo le direttive dei 17 punti delle Nazioni Unite, ci permette di innovare e andare alla continua ricerca di nuovi materiali, nuove metodologie di stampa e di lavorazione. Ci permette di essere più sostenibili, di ottimizzare i processi di lavorazione e di evitare il maggior numero di sprechi.

Non solo cravatte, avete ampliato le vostre collezioni. Un’esigenza di conquistare nuovi mercati ?
Diversificare crea una diminuzione del rischio. Storicamente nasciamo come importatori di articoli inglesi, non solo di cravatte, ma anche di camicie, dei capelli di Lock, di cappotti Aquascutum, dei profumi Floris, Penhaligon’s. In questo momento stiamo tornando alle origini cercando di creare un total look con una distribuzione mondiale, evitando l’Italia, dove vogliamo rimanere con i nostri negozi monomarca.

TBD eyewear progetto green in collaborazione, ne vogliamo parlare?
La collaborazione TBD Eyewear nasce da un’amicizia personale con Fabio Attanasio che con il socio Andrea Viganò sta portando l’azienda TBD a nuovi massimi. Siamo riusciti a creare una Capsule interamente in bio-acetato, materiale 100% riciclabile, utilizzando soltanto materiali premium con il massimo della tecnologia attuale. È una collezione che ha un altissimo livello di qualità rispettando i canoni di sostenibilità attuali.

Chi è l’uomo Marinella ?
L’uomo a cui non manca mai la cravatta.

Quali sono i vostri mercati di riferimento?
L’Italia è al primo posto, segue il Giappone con due punti vendita a Tokyo, dove è molto alto il livello di attenzione verso la moda maschile, la sartorialità, la napoletanità. A seguire l’Inghilterra, dove abbiamo riaperto il nostro secondo mono brand a Burlington Arcade e siamo fornitori della Casa Reale. Siamo a Parigi al Bon Marché ed al Printemps; immancabili gli USA, con vari punti vendita, tra cui Bergdorf Goodman.