La Perla, scatta l’amministrazione straordinaria per l’azienda di lingerie bolognese

A febbraio il tribunale di Bologna aveva dichiarato lo stato di insolvenza di La Perla

Foto di Giorgio Pirani

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Finalmente si intravede una luce di speranza nel buio che da tempo avvolge La Perla. Il tribunale di Bologna ha ratificato il decreto di amministrazione straordinaria per La Perla Manufacturing, la principale azienda all’interno del conglomerato controllato dalla società madre londinese La Perla Global Management UK, attualmente in liquidazione per decisione delle autorità giudiziarie britanniche.

L’azienda bolognese, rinomata per la produzione di lingerie di lusso, è ferma da diversi mesi a causa del fallimento nell’attuare il piano di ripresa annunciato dal fondo Tennor, impiega quasi 250 dipendenti, che detengono competenze altamente specializzate nell’ambito della lingerie e attualmente sono in cassa integrazione.

L’azienda in amministrazione straordinaria, cosa succede ora

L’amministrazione straordinaria permette alle aziende in crisi di restare operative concordando con un tribunale un piano di risanamento dei debiti. A febbraio, l’azienda era stata dichiarata insolvibile dal tribunale di Bologna, nominando due commissari giudiziali che hanno valutato la situazione finanziaria dell’azienda, i quali avrebbero deciso se aprire all’amministrazione straordinaria o alla liquidazione giudiziale. Ai tre commissari giudiziali, gli avvocati Francesco Paolo Bello, Francesca Pace e Giancluca Giorgi, spetta il compito ora di tentare di rianimare le attività e trovare un nuovo investitore.

Lo stato di insolvenza era la conseguenza di una lunga e intricata crisi che ha coinvolto il marchio La Perla e le sue società affiliate, tutte sotto l’egida della holding La Perla Global Management Limited con sede a Londra. Lo scorso novembre, un tribunale britannico ha ordinato la liquidazione anche della filiale britannica dell’azienda, affermando che non aveva pagato circa 3 milioni di sterline di tasse (equivalenti a circa 3,3 milioni di euro).

“Consideriamo l’amministrazione straordinaria de La Perla Manufacturing un primo e importante passo avanti per evitare il depauperamento del valore del Gruppo Perla e del suo know how di cui sono depositarie le maestranze”, scrivono in una nota Filctem-Cgil e Uiltec Uil. “Adesso, il passaggio successivo, sarà convogliare in amministrazione straordinaria anche La Perla Management e La Perla Italia. Adesso è fondamentale essere convocate presso il Ministero del Made in Italy assieme a tutte le procedure aperte”, aggiungono i sindacati.

“Con l’apertura dell’amministrazione straordinaria La Perla, determinata dal provvedimento del Tribunale di Bologna, si segna un passo importante nel garantire la stabilità e la continuità delle attività dell’azienda, nonché la tutela dei posti di lavoro”, ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.

La storia dell’azienda e i debiti

Proprio quest’anno La Perla compie 70 anni, ma negli ultimi diciassette l’azienda ha vissuto un periodo tumultuoso, passando di mano in mano tra vari fondi, mentre il suo fatturato e il numero di dipendenti sono scesi da 250 milioni di euro e 1500 dipendenti all’inizio del millennio a poche decine di milioni e 500 dipendenti attuali. Da ottobre scorso, tra questi 500 dipendenti (di cui 250 in Italia), molti non hanno ricevuto alcuno stipendio.

I problemi per l’azienda hanno avuto inizio nel 2006, quando la famiglia Masotti, allora proprietaria, decide di aprire il capitale a investitori esterni per risollevare il gruppo. Nel 2007, con un debito di 70 milioni di euro, l’azienda cede il 70% delle quote societarie e successivamente l’intera partecipazione a JH Partners, una società con sede a San Francisco specializzata negli investimenti nelle piccole e medie imprese del settore consumer.

Ma i primi cinque anni sotto gestione statunitense si rivelano problematici sia dal punto di vista operativo che finanziario per La Perla e l’azienda passa Silvio Scaglia, fondatore di Fasweb. Con lui, il fatturato dell’azienda registra una ripresa, raggiungendo i 150 milioni di euro, ma il traguardo dei 200 milioni di euro (prefissato per azzerare i debiti) non viene raggiunto e anche Scaglia è costretto a cedere le quote.

Nel 2017 l’azienda passa alla holding anglo-olandese Sapinda, guidata da Lars Windhorst, mentre le perdite annue continuano a crescer: il 2018 si conclude con una perdita di 60 milioni di euro, su un fatturato di circa 100 milioni, mentre il 2019, in piena emergenza sanitaria, registra perdite di 89 milioni di euro su un fatturato di 86 milioni.