Electrolux, non c’è accordo: scattano i licenziamenti per 373 dipendenti

È stato fissato un prossimo confronto tra azienda e sindacati per il 4 marzo, nella speranza di trovare soluzioni alternative o di giungere a un compromesso

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Electrolux Italia ha iniziato il processo di licenziamento di 373 lavoratori in Italia, di cui 46 presso lo stabilimento di Susegana (Treviso), di cui 30 impiegati. Questa informazione è stata comunicata da fonti aziendali a seguito di un mancato accordo riscontrato durante un vertice nazionale tenutosi oggi a Bologna. È stato programmato un incontro successivo per il 4 marzo.

L’incontro tra le parti

L’incontro di ieri a Bologna tra l’azienda e i sindacati è stato breve, durando meno di un paio d’ore, ma ha stabilito due punti fondamentali: la data del 4 marzo per riprendere i negoziati e l’avvio della procedura di licenziamento collettivo che l’azienda formalizzerà nei prossimi giorni. Questa procedura darà il via al conto alla rovescia dei 45 giorni (prorogabili di altri 30) per cercare un accordo sulla gestione delle nuove eccedenze, che riguardano 174 impiegati. Si prevede di utilizzare strumenti soft per questo processo.

Durante l’incontro, i manager di Electrolux hanno confermato l’intenzione di concludere rapidamente la situazione, hanno respinto la possibilità di aumentare gli incentivi per l’esodo volontario, attualmente fissati a 72.000 euro, e hanno rifiutato l’uso dei contratti di solidarietà per gli impiegati. Tuttavia, per i 32 ulteriori esuberi tra gli operai che si aggiungono a quelli già contabilizzati a settembre ’23 a Porcia e Forlì, e per i quali sono stati attivati i contratti di solidarietà, tali strumenti continueranno ad essere utilizzati.

«Da parte nostra – aggiunge Roberto Zaami, segretario della Uilm – non abbiamo fatto venire meno la disponibilità a discutere sulle nuove eccedenze, ma abbiamo la necessità di capire quali siano le prospettive. Per gli stabilimenti e per l’occupazione. E per arrivare a questa comprensione mancano alcuni elementi essenziali» che il sindacato – ma anche governo e istituzioni – chiedono alla multinazionale. Al tavolo di settore, ovviamente, ma meglio sarebbe ad un tavolo dedicato ad Electrolux.

Dall’azienda, i manager ribadiscono l’urgenza dell’operazione, ovvero la gestione delle 373 eccedenze individuate in Italia, distribuite tra vari stabilimenti. Queste eccedenze includono 199 operai e 174 addetti di staff e fanno parte di un piano di riduzione di 3.000 dipendenti a livello globale, che è accompagnato dall’indicazione di tagliare i costi.

Di conseguenza, l’azienda ha comunicato l’avvio della procedura di licenziamento collettivo, che prevede 45 giorni di tempo per cercare un accordo, qualora vi sia la volontà, per le uscite su base non oppositiva. Recentemente Electrolux era apparsa nella classifica delle migliori aziende al mondo secondo Top Employers Institute.

I tagli nel settore dell’elettrodomestico

Electrolux è alle prese con il calo della domanda, che sta influenzando anche la produzione di lavatrici a Porcia, dove attualmente sono impiegati circa 1400 lavoratori. Il settore dell’elettrodomestico in Italia sta affrontando difficoltà, anche a causa dei costi di produzione relativamente elevati rispetto a Paesi concorrenti come la Turchia.

Anche se a Susegana, sembra che la domanda di frigoriferi stia gradualmente aumentando dopo il minimo storico del 2023, quando si è attestata a 595.000 unità. Per l’anno in corso, il budget si stabilisce intorno a 605.000 unità, di cui 45.700 sono state prodotte a gennaio. Inoltre, i progetti per potenziare e modernizzare la produzione sono confermati, e i lavori per il secondo step di investimenti (110 milioni di euro) per potenziare la prima linea di Genesi, avviata nel 2019, proseguono. Questa linea è caratterizzata da processi gestiti in chiave 4.0 estremamente avanzati ed è parte di un primo pacchetto di sforzi finanziari per 130 milioni di euro.

Lo stabilimento di Susegana attualmente impiega 1.204 dipendenti, di cui 773 operai. Nonostante ciò, la forza lavoro è diminuita di quasi 300 unità in un anno e mezzo.