Dove mancano i medici di famiglia: oggi buco di 3.100 unità, presto un vero esodo

Il numero dei medici di base in Italia diminuisce anno dopo anno, con gravi ripercussioni sulla qualità del servizio. E dal 2026 molti camici bianchi andranno in pensione

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Oggi in Italia mancano 3.114 medici di famiglia. La denuncia arriva dalla Fondazione Gimbe. E non è tutto: secondo i dati forniti dalla Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale, entro il 2026 saranno in tutto 11.439 i medici che compiranno 70 anni, raggiungendo così l’età massima per la pensione. Si teme un vero e proprio esodo dalla professione, con gravi ricadute sulla salute dei cittadini.

Quanti medici di base ci sono in Italia

Oggi in Italia ci sono poco più di 40.000 medici di base. Nel 2019 se ne contavano 42.428 e il trend, come detto, rischia di proseguire su questo binario, se non di aggravarsi ulteriormente.

Quanti medici mancano oggi in Italia

I calcoli di Gimbe relativi alla mancanza dei professionisti della salute si basano sul rapporto di 1 medico di medicina generale ogni 1.250 assistiti. Si tratta di un valore medio tra il massimale di 1.500 e l’attuale rapporto ottimale di 1.000. Le stime utilizzano le rilevazioni delle strutture interregionali sanitarie convenzionate. I dati sono riferiti all’1 gennaio 2023.

“L’allarme sulla carenza dei medici di base – spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – oggi riguarda tutte le Regioni ed è frutto di un’inadeguata programmazione che non ha garantito il ricambio generazionale in relazione ai pensionamenti attesi. Così oggi spesso diventa un’impresa poter scegliere un medico vicino a casa con conseguenti disagi e rischi per la salute, in particolare di anziani e fragili”.

Le grandi regioni del Nord Italia registrano le situazioni più difficili. Questa la top 10 dei territori in cui maggiormente si sente la mancanza di medici di base:

  • Lombardia = -1.237;
  • Veneto = -609;
  • Emilia Romagna = -418;
  • Piemonte = -296;
  • Toscana = -229;
  • Friuli Venezia Giulia = -116;
  • Sardegna = -102;
  • Marche = -96;
  • Provincia autonoma di Bolzano = -86;
  • Provincia autonoma di Trento = -44.

Numero medio di assistiti nelle varie regioni

Il territorio in cui, mediamente, i medici di medicina generale hanno il maggior numero di assistiti è la Provincia autonoma di Bolzano, con 1.646 pazienti per ogni camice bianco. La regione in cui le cose vanno meglio è la Basilicata, che si assesta a quota 1.090. La media nazionale, in questo stato di cose, è di 1.353 assistiti per ogni medico di famiglia. Questa situazione nelle Regioni italiane:

  • Provincia autonoma di Bolzano = 1.646;
  • Lombardia = 1.528;
  • Veneto = 1.527;
  • Friuli Venezia Giulia = 1.452;
  • Emilia Romagna = 1.446;
  • Valle d’Aosta = 1.419;
  • Provincia autonoma di Trento = 1.415;
  • Piemonte = 1.385;
  • Campania = 1.382;
  • Sardegna = 1.381;
  • Marche = 1.376;
  • Toscana = 1.373;
  • Liguria = 1.268;
  • Puglia = 1.254;
  • Lazio = 1.236;
  • Calabria = 1.202;
  • Umbria = 1.191;
  • Abruzzo = 1.165;
  • Sicilia = 1.150;
  • Molise = 1.106;
  • Basilicata = 1.090.

Il pensionamento dei medici di base

Temendo l’esodo dagli ospedali, il governo ha portato a 72 anni l’età pensionabile dei medici impiegati presso le strutture. Per i medici di medicina generale il limite di età rimane a 70 anni. La tagliola dei pensionamenti colpirà in maniera particolarmente dura soprattutto il Lazio e le regioni del Sud (con l’unica eccezione del Molise). Secondo l’elaborazione della Fondazione Gimbe, nel 2026 a scontare la maggior riduzione di medici saranno:

  • Campania = -384;
  • Lazio = -231;
  • Puglia = -175;
  • Sicilia = -155;
  • Calabria = -135;
  • Abruzzo = -47;
  • Liguria = -36;
  • Basilicata = -35;
  • Friuli Venezia Giulia = -22;
  • Sardegna = -9.

L’allarme sulla diminuzione dei medici di base si aggiunge all’allerta per la cosiddetta desertificazione sanitaria: sono 9 le Regioni nelle quali, a vari livelli, mancano i medici.

Intanto un altro allarme sulla sanità arriva da Aris (Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari), secondo la quale con le nuove tariffe le liste d’attesa nel Servizio sanitario raddoppieranno le tempistiche.