Grandi novità in arrivo nel mondo del lavoro. Le conciliazioni sindacali delle controversie di lavoro potranno avvenire anche tramite modalità telematica e collegamenti audiovisivi mentre vengono fissati paletti meno rigidi per le dimissioni. Sono le ultime novità introdotte dagli emendamenti approvati dalla Camera nell’ambito del “collegato Lavoro”, ora pronto per l’approvazione finale a Montecitorio a partire da martedì.
Nuovo contratto per i forfettari dipendenti
Il nuovo contratto misto istituito dal Ddl Lavoro, collegato alla Manovra 2025, introduce diverse semplificazioni nel settore della somministrazione di lavoro.
Come per quanto riguarda i forfettari dipendenti, che potranno mantenere invariato il loro regime anche in specifici casi in cui l’attività professionale o autonoma è esercitata nei confronti di un datore con cui esiste un rapporto di lavoro dipendente, situazione attualmente vietata. Attualmente, il regime fiscale delle Partite Iva forfettarie è compatibile con il reddito da lavoro dipendente, a condizione che quest’ultimo non superi i 30mila euro e che non ci siano sovrapposizioni tra datore di lavoro e cliente. La novità proposta all’interno del collegato Lavoro stabilisce invece che le due fonti di reddito siano compatibili solo in due casi:
- Per i professionisti iscritti agli Albi che lavorano part-time (40-50%) in aziende con almeno 250 dipendenti.
- Per gli autonomi, nei casi previsti dai contratti di prossimità.
Per i professionisti è stata introdotta una nuova norma che rafforza il diritto alla malattia. In particolare, i termini per gli adempimenti fiscali e contributivi (anche nei confronti dei clienti) saranno sospesi in caso di parto e di ricovero del figlio minorenne. Attualmente, la legislazione prevede la sospensione dei termini solo per ricovero ospedaliero, decesso, parto prematuro e interruzione di gravidanza. Con questa modifica, vengono quindi aggiunte due nuove fattispecie.
Nuove regole per lo smart working e dimissioni, le novità
Un’altra importante novità emersa durante l’esame in Commissione riguarda la gestione delle assenze ingiustificate che superano il periodo stabilito dal contratto collettivo, o comunque oltre i 15 giorni. In tali circostanze, il rapporto di lavoro si considera automaticamente risolto per dimissioni volontarie. Pertanto, se si verifica questa situazione, il dipendente non sarà considerato licenziato e non avrà diritto alla Naspi né ad altri sussidi di disoccupazione.
In merito allo smart working, si conferma che il datore di lavoro deve comunicare telematicamente al Ministero del Lavoro i nomi dei lavoratori e le date di inizio e fine del lavoro agile entro cinque giorni dall’avvio del periodo. È stato approvato un emendamento riguardante il contratto ibrido a causa mista, che consente di assumere un lavoratore con un contratto a tempo indeterminato e un rapporto di lavoro autonomo con partita IVA, beneficiando del regime forfettario per il reddito autonomo.
Gli emendamenti in arrivo: le opposizioni richiedono il salario minimo legale
Del collegato Lavoro si torna così a parlare dopo sette mesi che era fermo in Commissione Lavoro, scatenando anche le ire delle opposizioni al governo Meloni che reputavano metà delle proposte all’interno del ddl inammissibili per inidonee coperture finanziare dalla commissione Bilancio.
Ecco perché i lavori si sono riaperti, con le opposizioni che hanno inviato 10 emendamenti: tra questi ci sarà di nuovo quella con cui si chiede l’istituzione di un salario minimo legale a 9 euro l’ora, già bocciata una volta in commissione.