L’Inps ha diffuso i dati di marzo per quanto riguarda l’utilizzo della cassa integrazione in Italia. Le tendenza individuate sono positive sia a livello annuale che a livello mensile, con un calo in quasi ogni parametro, tranne quella che riguarda la cassa integrazione in deroga. Un segnale della fine delle difficoltà economiche di molte aziende che, sfruttando gli ammortizzatori sociali, hanno potuto sopravvivere alla crisi dovuta alla pandemia.
I dati positivi della cassa integrazione continuano nonostante l’annuncio delle misure straordinarie legate a uno dei più grandi impianti del Paese, quello Stellantis di Mirafiori. Per i lavoratori torinesi gli ammortizzatori sociali a rotazione saranno attivi fino a settembre.
I dati sulla cassa integrazione a marzo
L’Inps ha diffuso dati positivi per quanto riguarda l’impiego della cassa integrazione nel mese di marzo 2024. Le prime cifre rilevanti riguardano il totale delle ore richieste dalle aziende, che è sceso, anche se di poco, sotto i 40 milioni. Le imprese hanno chiesto esattamente 39,9 milioni di ore, in calo sia a livello mensile, del 12% e annuale, dell’8%.
La maggioranza assoluta di queste ore è stata chiesta in regime di cassa integrazione ordinaria, che si applica quando un’azienda entra in crisi per cause di mercato, non imputabili al singolo comportamento di imprenditore o dipendenti. 24,6 milioni di ore, in calo rispetto a febbraio del 12,8% ma in netto aumento rispetto allo scorso anno, del 17,7%.
Calo decisamente più netto per la cassa integrazione straordinaria, attuata per transizioni industriali, riorganizzazioni o crisi di singole aziende. Sono state chieste 13,6 milioni di ore a marzo per questa tipologia di ammortizzatore sociale, in calo sia a livello mensile, di oltre il 21%, che soprattutto a livello annuale, dove la riduzione è stata del 34%. Cresce invece l’utilizzo della cassa integrazione in deroga, +65% su base annua, ma con cifre assolute attorno alle 600mila ore, quindi non paragonabili alle altre due categorie.
I contratti di solidarietà e Mirafiori
Un altro tipo di ammortizzatore sociale che permette alle aziende di superare momenti di crisi riducendo il costo della manodopera è il contratto di solidarietà. Gruppo di dipendenti accettano in questi casi di abbassarsi stipendio e monte ore, per evitare che loro stesso o i loro colleghi vengano licenziati, in attesa che l’azienda trovi nuove risorse o commesse.
Si tratta di una misura che non prevede, a differenza della cassa integrazione, l’intervento dello Stato, ma soltanto quello di altri dipendenti dell’azienda. È quello che è accaduto a Mirafiori, uno dei più importanti e storici impianti automobilistici italiani, gestito dal gruppo Stellantis, che controlla anche Fiat. Dall’inizio dell’anno l’impianto è in crisi e la cassa integrazione di circa 2.000 operai è stata prorogata di mese in mese fino all’inizio di maggio.
Negli scorsi giorni i sindacati hanno poi confermato la notizia che altrettanti dipendenti avevano accettato di firmare dei contratti di solidarietà per evitare i licenziamenti. In questo modo, gli impianti di assemblamento, che rappresentano il grosso delle attività della fabbrica, tra cui la carrozzeria, rallenteranno molto, riducendo nettamente la produzione di automobili all’interno dell’impianto almeno fino alla pausa estiva che terminerà a settembre.