Cassa integrazione e assegni familiari sono compatibili?

Cosa sono la cassa integrazione ordinaria e straordinaria, gli assegni familiari e come recuperarli in caso ci si trovi in tale situazione

Foto di Alessandra Di Bartolomeo

Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Pubblicato: 26 Giugno 2025 08:57

Può succedere che un’azienda attraversi un momento di difficoltà e, per evitare il licenziamento del lavoratore, ricorra alla cassa integrazione, l’aiuto economico erogato dall’Inps. La domanda che sorge quindi spontanea è se si percepiscano gli assegni familiari durante tale periodo e come fare per ottenerli. Ecco maggiori dettagli in merito e la differenza tra questi sussidi e l’assegno unico universale.

Cos’è la cassa integrazione

Prima di addentrarci su come sia possibile recuperare gli assegni familiari in caso di cassa integrazione, è importante capire cos’è quest’ultima.

Si tratta di un aiuto che integra o sostituisce lo stipendio di quei lavoratori che sono stati messi in pausa o che lavorano meno ore del normale. È quindi di fondamentale importanza sia per il dipendente che per l’azienda, che può evitare di pagare gli stipendi pieni e scongiurare i licenziamenti.

Esistono due tipi di cassa integrazione: quella ordinaria e quella straordinaria.

La prima si utilizza in caso di problemi temporanei, come la mancanza di lavoro.

L’altra, detta anche Cigs, viene attivata quando l’azienda deve affrontare cambiamenti significativi, come la trasformazione della struttura aziendale o delle tecnologie utilizzate, oppure in caso di grave crisi aziendale. Può essere richiesta solo in situazioni particolarmente critiche, come fallimento, liquidazione o simili, e ha una durata più lunga rispetto all’ordinaria, proprio perché la situazione è più grave.

Non tutti sanno che la Cig ordinaria è finanziata mediante un contributo fisso versato dal datore di lavoro. Ciò significa che le aziende creano un fondo che serve a pagare le indennità ai lavoratori coinvolti. Per quanto riguarda la Cig straordinaria, invece, può essere previsto anche un supporto finanziario da parte dello Stato.

Cosa sono gli assegni familiari

Gli assegni familiari sono aiuti economici che l’Inps offre ai lavoratori dipendenti o ai pensionati per sostenere le loro famiglie.

L’importo varia in base al numero di componenti del nucleo familiare e al reddito complessivo. Spettano ai lavoratori con contratto, anche se in situazioni particolari come malattia, disoccupazione, mobilità indennizzata, assistenza per tubercolosi o cassa integrazione.

Il funzionamento dell’Anf è semplice: solitamente il datore di lavoro eroga il contributo ogni mese insieme allo stipendio e l’importo è visibile nel cedolino. Tuttavia, non si tratta di un pagamento automatico: il lavoratore deve farne richiesta all’Inps.

L’ammontare dell’assegno è stabilito ogni anno dall’ente previdenziale e vale dal 1° luglio di un anno al 30 giugno dell’anno successivo.

Ne hanno diritto i lavoratori dipendenti del settore privato e agricolo, quelli di aziende chiuse o fallite, i titolari di prestazioni previdenziali come sussidi o pensioni, e chi si trova in particolari condizioni, come la cassa integrazione.

Ricordiamo che dal 1° marzo 2022 è stato introdotto l’Auu, ovvero l’assegno unico universale, che ha modificato la disciplina degli assegni familiari. Questi ultimi non spettano più in presenza di figli o in caso di orfani, poiché l’Auu copre i nuclei familiari con figli a carico.

Continuano invece a essere riconosciuti a chi non ha figli, ma ha il coniuge a carico, purché non sia legalmente o di fatto separato. Sono inclusi anche i casi con fratelli, sorelle o minori di 18 anni.

Assegni familiari in caso di cassa integrazione

Come accennato, gli assegni familiari possono essere richiesti anche in caso di cassa integrazione. Nel messaggio del 25 febbraio 2021, numero 833, l’Inps ha spiegato che la richiesta per l’Anf va presentata online, tramite il portale ufficiale dell’Istituto o attraverso i servizi dei patronati.

Per farlo, è necessario utilizzare la procedura denominata Anf Dip.

Per controllare l’esito della domanda e gli importi spettanti, si deve accedere alla sezione Consultazione domanda sul sito Inps. L’Istituto calcolerà l’importo, ma sarà il datore di lavoro a doverlo riparametrare utilizzando i modelli Sr41 o Sr43 in base alle ore o giornate di trattamento richieste e pagate.

In caso di incoerenze nei dati, la richiesta sarà verificata dalla struttura territoriale Inps, che potrebbe anche decidere di escludere l’importo dal pagamento.

Cosa fare se gli assegni non sono arrivati

Qualora gli assegni familiari non siano stati erogati – anche durante la cassa integrazione – è possibile utilizzare il servizio online dedicato sul sito Inps per il recupero delle somme non percepite.

Per accedervi, è necessario autenticarsi con Spid, Cie o Cns. Bisogna poi scegliere il modulo corretto:

  • Anf/Dip Sr16 per i lavoratori dipendenti;
  • Anf/Prest per i lavoratori domestici e familiari.

Per completare la richiesta, vanno allegati alcuni documenti essenziali: la busta paga con evidenza del guadagno, un documento d’identità, i codici fiscali di tutti i componenti del nucleo familiare, il Modello 730 o il Modello Redditi Persone Fisiche e la Certificazione Unica (CU), che riepiloga i redditi percepiti.

Inoltre va presentata la documentazione relativa ai redditi da lavoro dipendente – o alla cassa integrazione – e, se coniugati, lo stato civile.

Per gli assegni arretrati (ovvero relativi a mesi precedenti), è possibile utilizzare la stessa domanda.

Si ricorda che per recuperarli si hanno a disposizione 5 anni. Anche se gli Anf sono stati sostituiti dall’assegno unico universale, è comunque possibile farne richiesta entro il termine previsto. Trascorsi i 5 anni, non sarà più possibile richiedere gli assegni familiari arretrati.