Gli Usa votano la legge per vietare TikTok, la Cina minaccia ritorsioni

La Camera degli Stati Uniti ha approvato un disegno di legge che potrebbe proibire l'utilizzo del social cinese a circa 170 milioni di utenti americani

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

La Camera dei rappresentanti statunitense ha approvato una legge per mettere al bando TikTok in tutti gli Usa. Il provvedimento è stato votato da una maggioranza trasversale di 352 deputati sia democratici sia repubblicani, nonostante l’opposizione di Donald Trump, ed è atteso adesso al Senato dove l’esito è però più incerto. La notizia del divieto della piattaforma social di proprietà cinese, di cui diversi governi in Occidente dubitano da sempre la sicurezza sui dati personali, ha scatenato le proteste di Pechino, che a sua volta non esclude ritorsioni economiche.

La legge Usa contro TikTok

Il testo approvato dalla Camera Usa, “Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act”, stabilisce il divieto dell’utilizzo di TikTok a meno che entro sei mesi la proprietà cinese Bytedance non venda la società.

Lo speaker dell’ala del Campidoglio, Mike Johnson, ha espresso soddisfazione per l’approvazione dell’intervento legislativo, definito “dimostrazione dell’opposizione del Congresso ai tentativi della Cina comunista di spiare e manipolare gli americani” (qui abbiamo parlato della causa della città di New York contro TikTok).

Il presidente Usa Joe Biden, dopo aver appena aperto un profilo sul social per la sua campagna elettorale, ha affermato che firmerà il provvedimento appena riceverà il definitivo via libera.

“Non contestiamo TikTok in sé ma la sua proprietà”, ha spiegato il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan, precisando che Washington non vuole correre il rischio che i dati di milioni di americani possano finire nelle mani della Cina.

Contro la misura si è schierato Donald Trump, secondo cui il bando rappresenterebbe un “favore a Facebook”: “Senza TikTok, diventerebbe più grande”, ha dichiarato il Tycoon definendo la piattaforma creata da Mark Zuckerberg “un nemico del popolo che ha fatto molto male a questo Paese”.

La reazione della Cina

Mentre il Ceo della piattaforma, Shou Zi Chew, sta cercando di trattare per bloccare il provvedimento, il vicepresidente per le politiche pubbliche di TikTok, Michael Beckerman, ha inviato una lettera ai relatori del disegno di legge, scrivendo che  “quest’ultima legislazione, approvata a una velocità senza precedenti senza nemmeno il beneficio di un’udienza pubblica, pone serie preoccupazioni costituzionali“.

Per la Cina il divieto dell’applicazione negli Stati Uniti è un atto di “bullismo” che, dalle parole del ministero degli Esteri Wang Wenbin, “si ritorcerà inevitabilmente contro gli Stati Uniti“.

“Questo tipo di comportamento prepotente che non può vincere in una concorrenza leale interrompe la normale attività commerciale delle aziende, danneggia la fiducia degli investitori internazionali nell’ambiente degli investimenti e il normale ordine economico e commerciale internazionale”, ha avvertito il rappresentate di Pechino.

“Il governo americano sta cercando di privare 170 milioni di persone del loro diritto costituzionale alla libertà d’espressione – ha aggiunto Wang – Questa misura danneggerà milioni di business, priverà gli artisti di una platea e distruggerà la vita di tantissimi creativi in tutto il Paese”.

TikTok al bando: ecco dove

Proprio la larga diffusione del social tra la platea dei più giovani, potrebbe creare dei dubbi nell’amministrazione Biden in vista delle elezioni di novembre, soprattutto per le ripercussioni sulle attività dei tanti influencer che lavorano con TikTok e che rischierebbero di perdere milioni di dollari.

Nonostante la Bytedance abbia da sempre negato qualsiasi legame con il governo cinese e abbia deciso di ristrutturare la società in modo che i dati degli utenti americani rimangano negli Stati Uniti, i sospetti sulla sicurezza dei dati personali sono condivisi da altre istituzioni e Paesi occidentali.

Gli Usa avevano già vietato l’utilizzo dell’applicazione sui dispositivi dei funzionari governativi, così come hanno fatto per il loro personale la Commissione, il Parlamento e il Consiglio europei e alcuni dei 27 Paesi membri, tra cui Belgio, Danimarca e Paesi Bassi. Decisione simile è stata presa anche da Canada, Australia e dal Regno Unito (qui avevamo parlato dell’indagine aperta dall’Unione europea su TikTok per violazione della tutela dei diritti dei minori).