New York fa causa ai social: “TikTok, Facebook e YouTube provocano danni alla salute mentale dei giovani”

L’azione legale coinvolge le società dietro le app, Meta, Snap, ByteDance e Google, sostenendo che le piattaforme generano dipendenza tra i giovani

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

La città di New York ha avviato un procedimento legale contro tre colossi dei social media: TikTok, Facebook e YouTube. Li accusa di aver esacerbato la crisi della salute mentale tra bambini e adolescenti, sfruttando la loro fragilità per generare dipendenza dalle loro piattaforme. Il sindaco Eric Adams ha presentato questa causa, che richiama un’azione legale simile avviata in California nel 2022. La denuncia si concentra sulle tattiche di marketing aggressive e sugli algoritmi, che secondo l’accusa “attirano, intrappolano e alimentano la dipendenza nei giovani”, esponendoli a contenuti dannosi.

Quanto influiscono i social sul benessere mentale dei giovani

“Negli ultimi dieci anni,” ha dichiarato Adams, “abbiamo notato un aumento dell’impatto negativo del mondo online sui nostri figli. Un costante flusso di contenuti dannosi sta contribuendo alla crisi nazionale della salute mentale dei giovani.” Oltre al Comune di New York, sono parte lesa anche il distretto scolastico e le istituzioni sanitarie cittadine. La denuncia sostiene che le società proprietarie dei social media, inclusi Meta (Facebook), Snap (Snapchat) e ByteDance (TikTok), abbiano progettato consapevolmente le loro piattaforme per massimizzare l’uso da parte dei minori, con poca o nessuna supervisione genitoriale.

La causa mette in luce una problematica di crescente rilevanza: l’impatto dei social media sul benessere mentale dei giovani. Ricerche recenti hanno evidenziato una correlazione tra l’uso eccessivo di tali piattaforme e un aumento di ansia, depressione, cyberbullismo e altri disturbi mentali. Il Comune di New York sta chiedendo ai tribunali di ordinare alle società di social media di implementare misure di sicurezza più severe per tutelare i minori, limitare il tempo di utilizzo da parte dei giovani, vietare contenuti dannosi e algoritmi che promuovono la dipendenza, e risarcire i danni causati alla salute mentale dei giovani.

Meta, TikTok e YouTube si trovano di fronte a centinaia di cause intentate dai genitori degli utenti dei social media e dai distretti scolastici. Tuttavia, la causa annunciata da New York, che richiede un processo con giuria e la possibilità di ottenere un risarcimento danni, potrebbe avere un impatto significativo sull’immagine dei giganti della Silicon Valley. Da un lato, ci sono i social media più influenti a livello globale, dall’altro una città iconica come New York. La sede del confronto sarebbe Los Angeles. Ogni udienza pubblica potrebbe rappresentare un duro colpo per i social media.

Le risposte di Meta, Snapchat e TikTok

Ora Meta, la società madre di Facebook e Instagram, ha cambiato strategia e ha respinto le accuse mosse da New York. Un portavoce, Andy Stone, ha dichiarato: “Abbiamo circa trenta strumenti dedicati a sostenere i giovani e i loro genitori. Da oltre un decennio, abbiamo lavorato su queste questioni e abbiamo assunto persone specificamente incaricate di dedicare le loro carriere a mantenere i ragazzi al sicuro.”

TikTok ha promesso di continuare a lavorare per garantire la sicurezza della comunità, ricordando di aver implementato automaticamente un limite di sessanta minuti di navigazione sulla piattaforma per gli utenti di età inferiore ai diciotto anni.

Snapchat ha spiegato di essere un social che si concentra sulla fotocamera anziché su contenuti che promuovono un uso passivo e ha sottolineato di non prevedere “like” o commenti. Google, società madre di YouTube, ha difeso la propria posizione affermando: “Garantire un ambiente sicuro e un’esperienza online più sana per i giovani è sempre stato al centro del nostro lavoro. Le accuse sollevate in questa denuncia sono semplicemente infondate”.