Attenzione a questo messaggio che circola su Facebook

Facebook a pagamento per tutti? Chi posta una foto ne perde i diritti? Cosa c'è di vero e di falso nella catena di Sant'Antonio che sta girando. Intanto dal 12 gennaio 2024 cambia qualcosa di importante per ogni utente

Foto di Mauro Di Gregorio

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

A volte ritornano: migliaia di utenti Facebook sono entrati in contatto con un messaggio che li invita a disattivare il loro account. Secondo la bufala, Facebook starebbe per addebitare 4,99 euro al mese a ogni utente. Messaggi di questo tenore circolano da almeno 15 anni: la prima volta sono stati avvistati nel 2009.

Facebook a pagamento: cosa c’è di vero

“Anch’io sto disattivando! […] Facebook addebiterà a tutti gli utenti a partire da lunedì. Puoi fare un’opt-out facendo questo. Tieni il dito su questo messaggio e copialo. […] Non do il permesso a Facebook di addebitare 4,99 dollari al mese sul mio account, anche tutte le mie foto sono di mia proprietà e NON di Facebook!!!”

Questo l’incipit dello sgrammaticato testo apparso sulla timeline di numerosi utenti.

Il messaggio continua: “Un ringraziamento speciale a Larry per questo consiglio legale e a Tim Barker per aver pubblicato queste informazioni. […] Giusto in caso di avviso: un avvocato ci ha consigliato di postare questo. La violazione della privacy può essere punita dalla legge. Nota: Facebook Meta è ora un ente pubblico. Tutti i membri devono pubblicare una nota come questa. Se non pubblichi un comunicato almeno una volta, si capisce tecnicamente che stai consentendo l’uso delle tue foto, così come le informazioni contenute negli aggiornamenti di stato del tuo profilo. Dichiaro che non do a Facebook Meta il mio permesso di usare nessuno dei miei dati o foto personali”. Eccetera…

Facebook Premium

Questa catena di Sant’Antonio mixa sapientemente bufale a mezze verità. Non è vero che Facebook stia diventando obbligatoriamente a pagamento per tutti. Esiste certamente la possibilità di passare a un account premium per non vedere la pubblicità, ma si tratta di una libera scelta messa a disposizione di ogni utente. La voce su Facebook e Instagram a pagamento circola da mesi, ma gli importi richiesti da Meta non corrispondono a quelli espressi nel messaggio fake. Quindi l’invito a copincollare il testo per alimentare la catena è frutto di pura fantasia.

Privacy e proprietà intellettuale su Facebook

C’è poi l’altro filone, quello che riguarda la tutela della privacy e della protezione della proprietà intellettuale (“tutte le mie foto sono di mia proprietà e NON di Facebook”). Le attuali condizioni d’uso proposte da Facebook prevedono che ogni l’utente “è titolare dei diritti di proprietà intellettuale […] dei contenuti che crea e condivide su Facebook” tuttavia al social network vengono concesse “alcune autorizzazioni legali (note come ‘licenze’) per l’uso dei contenuti in questione”.

“Nello specifico, – proseguono le condizioni d’uso – quando l’utente condivide, pubblica o carica un contenuto protetto da diritti di proprietà intellettuale […] concede una licenza non esclusiva, trasferibile, sub-licenziabile, non soggetta a royalty e valida in tutto il mondo per la memorizzazione, l’uso, la distribuzione, la modifica, l’esecuzione, la copia, la pubblica esecuzione o la visualizzazione, la traduzione e la creazione di opere derivate dei propri contenuti (nel rispetto della privacy e delle impostazioni dell’app dell’utente)”.

Traduzione: se l’utente condivide una foto su Facebook, autorizza il social network a “memorizzarla, copiarla e condividerla con altri soggetti”.

Cosa cambia dal 2024

Nel prossimo aggiornamento della licenza d’uso, che avverrà il 12 gennaio 2024, la tutela della privacy e della proprietà intellettuale degli utenti verrà aumentata: Meta infatti permetterà agli utenti di “revocare” la licenza d’uso “in qualsiasi momento eliminando i propri contenuti o il proprio account”