Arriva nei supermercati il salmone stampato in 3D

Il prodotto, disponibile sul mercato a partire dal primo ottobre, è composto da un insieme di microproteine alle quali sono aggiunti gli acidi grassi Omega-3

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Il salmone è uno dei pesci più diffusi sia in Europa che in Italia, ma la sua pesca e soprattutto il suo allevamento stanno diventando sempre meno sostenibili dal punto di vista ambientale. Quali sono le soluzioni possibili? Per coloro che desiderano continuare a includere il pesce nella loro dieta, un suggerimento è quello di considerare altre specie ittiche, come ad esempio il pesce azzurro. Nel 2014 sono state pescate ben 460mila tonnellate di pesce azzurro, di cui il 76% è adatto al consumo umano, producendo 179mila tonnellate di salmone scozzese. Un’alternativa consiste nell’optare per sostituti a base vegetale. Sebbene siano meno conosciuti rispetto ai prodotti a base di carne, l’offerta di sostituti vegetali è in costante crescita.

Il primo salmone stampato in 3D nei supermercati italiani

Nelle corsie dei supermercati italiani è approdato un prodotto sorprendente: il primo trancio di salmone stampato in 3D, noto come “The Filet”. Questo prodotto presenta un aspetto identico e un sapore simile a quello del salmone fresco che si trova nelle pescherie, ma con una differenza fondamentale: non ha nulla a che fare con il pesce “vero”. È stato infatti creato utilizzando albuminoidi, microproteine derivanti dai funghi, ai quali sono stati aggiunti gli acidi grassi Omega-3.

The Filet è confezionato in materiali eco-friendly, inclusa carta e plastica riciclabile. Una porzione da 130 grammi ha un prezzo di 6,99 euro, simile a quello dei filetti di pesce surgelato comunemente disponibili nei supermercati. Per gustarlo al meglio, è possibile cucinarlo in padella, nel forno o nella friggitrice ad aria.

L’azienda all’origine di questa innovazione è Revo Foods, una start-up austriaca fondata nel 2020, che ha già creato altri prodotti alimentari simili, tra cui il “salmone affumicato” e le “mousse di tonno e di salmone”. Con The Filet, stanno ridefinendo il futuro dell’alimentazione sostenibile.

Salmone vegano: microproteine dai funghi

La parte proteica di questo innovativo trancio di salmone vegano è garantita da un composto di microproteine, precisamente albuminoidi derivati dai funghi. Nel video di presentazione di questo prodotto, è possibile vedere come tutte le percentuali di nutrienti contenute in The Filet vengano personalizzate durante la preparazione. Ciò significa che in base alle esigenze, è possibile variare la quantità di proteine e grassi presenti. Un dettaglio importante da notare è che le microproteine utilizzate sono prive di glutine, come dichiarato sul sito di Revo Foods, rendendo questo prodotto adatto anche a chi segue una dieta senza glutine.

Un sostituto del salmone più sostenibile

Dal punto di vista ambientale, il produttore afferma che la produzione di questo prodotto genera l’86% in meno di emissioni inquinanti rispetto al processo tradizionale per ottenere la carne di salmone. È importante notare che questo calcolo rappresenta una media, poiché le emissioni associate alla produzione di salmone per il consumo umano possono variare in base al tipo di salmone (selvaggio o da allevamento) e alle diverse pratiche di crescita.

Nonostante queste variazioni, la scelta di optare per sostituti vegetali rimane comunque una scelta più sostenibile. Tuttavia, è fondamentale tenere presente che tali prodotti rientrano nella categoria degli ultra-trasformati, il che solleva ulteriori questioni riguardo alla loro salute e al loro impatto complessivo sulla dieta.

Oltre alle sue caratteristiche ecologiche e senza glutine, The Filet è un alimento cruelty-free, il che significa che non è stato testato su animali e non contribuisce alla loro sofferenza. Inoltre, questo prodotto non contiene metalli pesanti né antibiotici, che purtroppo vengono spesso somministrati ai salmoni d’allevamento. Questi trattamenti sono necessari a causa delle terribili condizioni in cui questi pesci sono spesso tenuti, rendendo The Filet un’opzione più sicura e etica per coloro che desiderano gustare un delizioso salmone vegano.

La rivoluzione della stampa 3D in cucina

La tecnologia della stampante 3D per il cibo sta prendendo piede nel mondo dell’alimentazione, consentendo la creazione di piatti utilizzando una vasta gamma di ingredienti e materiali personalizzati. Questo approccio innovativo consente di ottenere prodotti finiti pronti per essere serviti, ridefinendo il modo in cui cuciniamo. Il primo modello di questa macchina straordinaria è stato sviluppato nel 2012 da Natural Machines, una start-up con sede a Barcellona, in Spagna, che si è sempre dedicata all’innovazione hi-tech in svariati settori.

In cucina, la stampa 3D per il cibo ha due obiettivi principali. Da un lato, aiuta a ridurre gli sprechi alimentari in quanto la forma originale degli ingredienti viene completamente rielaborata, consentendo l’utilizzo di materie prime che altrimenti verrebbero scartate. Dall’altro lato, offre soluzioni altamente personalizzate in base alle esigenze dei clienti o delle persone. La visione di Natural Machines per i prossimi 10-15 anni è quella di rendere la stampante 3D accessibile a tutte le cucine, rivoluzionando il modo in cui cuciniamo e riducendo gli sprechi alimentari.