Arriva nei supermercati il primo cibo stampato in 3D

Questo salmone non è realmente un salmone e farà la gioia di tutti i vegani: il cibo stampato in 3D arriva nei supermercati italiani ed ecco cosa sapere

Foto di Luca Incoronato

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Il futuro del cibo sostenibile passa per una stampante 3D? Gli italiani avranno modo di dire la propria, scegliendo al supermercato il trancio di salmone prodotto da Revo Foods. La start-up, nata nel 2020, stampa questo “pesce” ed ecco da quando sarà disponibile sugli scaffali.

Cibo stampato al supermercato

Senza aver la minima idea di cosa si tratti in realtà, il salmone stampato in 3D da Revo Foods non desterebbe alcun sospetto alla vista. La forma è proprio quella del trancio al quale siamo abituati. Lo stesso dicasi per il colore della carne e le venature all’interno.

Differente il discorso quando si scopre la verità. Alcuni infatti potrebbero storcere il naso e non accettare neanche l’idea di provare questo “pesce”, che di animale non ha nulla. Si tratta infatti di un insieme di microproteine, assemblate e stampate ad arte.

Il nome è tutto un programma: The Filet – Inspired By Salmon. Trovata commerciale geniale quell’”ispirato”, frutto dell’ingegno di una start-up molto giovane, specializzata nella produzione di alimenti vegani. Il tratto distintivo è la somiglianza con i derivati del pesce.

In commercio è già arrivato ad esempio il salmone vegano in busta, in versione normale e affumicata. Spazio anche per due mousse spalmabili, che avranno di certo fatto la gioia del pubblico vegano, alla ricerca costante di pietanze golose in un mercato che non li considera abbastanza.

Questo salmone non è pesce

The Filet è però diverso da quanto creato in precedenza. Da novembre 2021 a oggi di strada l’azienda ne ha fatto. Allora ci fu il primo lancio commerciale, ma oggi si fa un salto in avanti notevole. Questo trancio di salmone stampato in 3D vanta infatti una parte proteica composta da microproteine. Nel dettaglio parliamo di albuminoidi, che provengono dai funghi.

Il video di presentazione mostra parte del processo di creazione, con uno studio attento delle percentuali di nutrienti contenuti prima di procedere alla stampa. Ciò vuol dire che il prodotto finale può essere variato, andando incontro alle esigenze del pubblico. Nel dettaglio si possono variare le quantità di proteine (anche prive di glutine, ndr) e grasso.

Alla base di tutto ciò c’è un composto informe, che forse risulterebbe poco appetibile a chiunque. Per questo motivo si procede a operare con un macchinario per la stampa in 3D alimentare, che ha il compito di “prendere in giro” il cervello umano.

L’assemblaggio è tutt’altro che semplice, considerando come richieda un preciso ordine per ogni singolo elemento. Oltre alle microproteine ci sono anche gli acidi gassi Omega-3. In parole povere, di salmone non c’è nulla e la forma può variare. È stato scelto il trancio unicamente per consentire l’associazione con un prodotto notoriamente gustoso per la maggior parte del pubblico.

Di certo una sfera, per dire, avrebbe avuto un impatto differente sul mercato. Anche nei supermercati italiani, dunque, si potranno gustare queste carni stampate, al costo di 6,99 euro per 130 grammi. La vendita avrà inizio dall’1 ottobre e, prima di passare all’assaggio, si consiglia di cucinarlo leggermente in padella, in forno o nell’ormai onnipresente friggitrice ad aria.