Come liberarsi dei call center: la guida ufficiale

Vademecum ufficiale per riuscire a difendersi adeguatamente da quegli operatori di call center che non hanno un comportamento corretto: le domande da fare e tutto ciò che occorre sapere

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Tutti conoscono l’enorme fastidio d’essere assillati dagli operatori dei call center. In molti casi, però, il problema di fondo non è rappresentato dal disturbo provocato da queste telefonate, bensì da ciò che viene proposto. Non è così raro, infatti, ritrovarsi ad avere a che fare con soggetti addestrati a spacciarsi per dipendenti di determinate società, pronti a ogni sorta di bugia pur di portare a casa una vendita.

A seconda dei casi si attua una differente strategia, dalla proposta di un prezzo allettante per un tale servizio alla classica leva rappresentata dalla paura. Arera e Antitrust sono scese in campo con una guida ufficiale per aiutare gli utenti. Nell’ambito della campagna Difenditi così, è stato creato un vademecum per offrire un insieme di azioni utili da mettere in atto, domande da porre all’operatore del call center per capire se ci si possa fidare o meno e altro ancora.

Come difendersi dai call center: le domande da fare

Le chiamate aggressive e ingannevoli da parte di svariati call center sul territorio italiano e non solo rappresentano la norma per moltissimi cittadini. I meno attenti durante la navigazione online sono quelli più colpiti, dal momento che accettano generalmente la condivisione dei propri dati, ritrovandosi in maxi elenchi da contattare per ogni sorta di proposta di contratto.

A poco è servito l’elenco per bloccare le chiamate di telemarketing. A luglio 2022 tutto sarebbe dovuto cambiare ma così non è stato, affatto. Sono quindi scese in campo Arera e Antitrust, non per bloccare l’operato dei call center che, sia chiaro, non appartengono tutti all’ambito di cui sopra, ma per rendere più consapevoli gli utenti.

Svariati i consigli da seguire alla lettera per comprendere quando ci si ritrova a parlare con soggetti poco raccomandabili. Di seguito trovate un riassunto del vademecum proposto, presente in versione integrale sul sito difenditicosi.it, creato nell’ambito della campagna Difenditi così.

Nello specifico, vediamo ora quali domande porre agli operatori, così da far crollare il loro castello di carte o, in alternativa, verificare che si tratti di professionisti seri e non addestrati alla truffa. Il primo passo è il più semplice ma difficilmente ci salta in mente di chiedere questa informazione basica: dovremmo chiedere a chi ci ha chiamati di identificarsi. Ciò vuol dire ottenere il nome della società di vendita e la ragione di questa chiamata.

Nel caso in cui non si voglia interrompere la conversazione nei primi secondi, risultando quindi interessati alla proposta iniziale, sarà importante chiedere tutte le informazioni del caso senza farsi mettere fretta. Il tipo di contratto dev’essere chiaro in ogni suo aspetto e a ogni quesito posto dovrebbe corrispondere una risposta chiara ed esaustiva. Da ricordare come si abbia sempre la possibilità di richiedere una documentazione scritta, così da valutare con calma in un secondo momento. Nel caso in cui l’operatore del call center dovesse mostrarsi titubante nel fornirla, accampando magari scuse sulla scadenza imminente di questa offerta o l’impossibilità di richiamare in un secondo momento per finalizzare il contratto, è molto probabile si stia parlando con un soggetto pronto alla truffa.

Si ricorda, inoltre, che il venditore è tenuto a garantire scheda sintetica e di confrontabilità in caso di contratti di gas ed elettricità. Ciò è fondamentale per valutare le caratteristiche dell’offerta posta sul tavolo.

Call center aggressivi: cosa sapere

Chi ha intenzione di avviare un nuovo contratto tende a informarsi adeguatamente, leggendo con calma tutti i dettagli del caso. Quando invece riceviamo una chiamata da un call center si ha la sensazione di dover sbrigare la questione in pochi minuti.

Occorre essere sempre consapevoli di cosa si sta facendo e quando il contratto in questione è vincolante. Volendo riassumere, lo è quando si appone una firma su un modulo cartaceo o, in alternativa, si può optare per un’altra modalità, come la registrazione vocale telefonica, a patto però d’aver espresso formalmente il proprio consenso alla pratica.

Diffidare immediatamente da un approccio aggressivo, che punta sul timore dell’utente, magari paventando lo stop di una data fornitura, come gas ed elettricità. Una pratica sfruttata soprattutto con i cittadini di una certa età. È bene sapere come il rischio di taglio della fornitura non esista, salvo ripetuti pagamenti mancati, avvisi ignorati e altro ancora. In nessun caso, poi, si sarà mai obbligati a scegliere un contratto differente dal proprio, al di là di tutti i discorsi sul mercato libero che negli ultimi anni ci sono stati propinati.

Altro elemento da conoscere è legato al prezzo indicato telefonicamente o in ambito pubblicitario, che non corrisponde quasi mai al totale complessivo. La porzione indicata è generalmente relativa alla fascia su cui i venditori possono fare concorrenza, per poi aggiungere i “costi fissi” in un secondo momento.

Nel caso in cui si scelga di concludere un contratto per via telefonica, si dovrà richiedere una copia cartacea o digitale, così da verificare che le condizioni indicate siano quelle effettive. Ulteriore informazione cruciale da conoscere assolutamente è che ogni utente può tornare sui propri passi, in caso di ripensamento, miglior prezzo individuato e altro ancora. Si hanno a disposizione 14 giorni dopo la stipula per recedere.

Si ricorda, inoltre, come sia attivo lo Sportello per il consumatore energia e ambiente di Arera, così da ricevere assistenza sulla regolazione nei settori di gas ed elettricità. In caso di comportamenti sospetti o palesemente criminosi, si può inoltre segnalare il tutto all’Antitrust.

Affrontiamo infine un caso purtroppo ancora molto diffuso, che rientra chiaramente nell’ambito della truffa. Parliamo di contratti attivati ma non richiesti. Nel caso in cui ci si ritrovi una bolletta da una compagnia con la quale non si è stipulato alcun contratto, è importante non far prevalere la paura.

Restando calmi, si può richiedere al fornitore che ci ha inviato la richiesta di pagamento una prova del nuovo contratto. Ciò può avvenire attraverso un reclamo scritto ma, è bene esserne consapevoli, in casi di questo tipo esiste il diritto di non pagare la fornitura. In caso di ulteriori problematiche, qualora la compagnia dovesse tentare di portare avanti la truffa, ci si potrà rivolgere all’Antitrust e far valere i propri diritti.