Quando accenderemo i riscaldamenti? Date, orari e regole

Prima ondata di freddo in Italia, ancora divisa tra un Sud un po' più caldo e il Nord "sofferente": gli italiani attendono l'accensione dei riscaldamenti

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

L’Italia è divisa in due, come praticamente ogni anno, tra Regioni ancora al mare e alle prese con gli ultimi giorni di caldo e altre, invece, che cominciano a battere i denti per il freddo. A metà ottobre, infatti, l’estate prolunga può dirsi conclusa e l’autunno entra con forza e violenza, con le temperature che sono calate specialmente al Nord con diversi cittadini che già si pongono la fatidica domanda: quando verranno accesi i riscaldamenti?

Alcuni Comuni hanno ben chiara e vicina la data di accensione, altri dovranno ancora attendere qualche settimana, se non addirittura qualche mese, prima di poter godere del tepore delle case una volta ritornati da lavoro. Ma chi accende per primo i riscaldamenti in Italia e quali sono le regole?

Accensione riscaldamenti 2023, le regole per Regione

Non tutti hanno le stesse regole, non tutti gli stessi orari o le stesse date. Lo sanno bene gli italiani che, da ottobre a dicembre, vedranno via via accendere tutti i termosifoni in giro per la Penisola. C’è chi inizia prima come le città con clima più freddo come Cuneo o Trento, per passare poi a Milano e Torino e concludere il giro a Lampedusa dove i riscaldamenti saranno accesi dall’8 dicembre al 7 marzo. Ma da cosa dipende questa differenza?

L’Italia è divisa in 6 zone climatiche, dalla A alla F, che permettono di dettare un calendario preciso per l’accensione dei termosifoni nel periodo che va da ottobre a marzo/aprile. Una situazione che cambia, ovviamente, in base al freddo che viene registrato in tali zone, che vanno dalla A meno fredda alla F più fredda.

Nella zona A, infatti, sono inserite le province italiane più calde, con Gradi Giorno inferiori a 600, nella zona F invece i Comuni più freddi in cui si registrano Gradi Giorno superiori a 3.000. Ma andiamo a vedere nello specifico, in base alle zone, quando si accenderanno i riscaldamenti.

Zona F

In questa zona climatica rientrano i Comuni più freddi come le province di Cuneo, Belluno e Trento.In queste città si registrano Gradi Giorno superiori a 3.000 e proprio per questo motivo gli impianti di riscaldamento centralizzati possono essere accesi (e spenti) senza alcuna limitazione.

Zona E

La zona E è invece quella in cui ci sono i Comuni che non sono freddi come i precedenti, ma che comunque hanno temperature che tendono a essere molto basse. Proprio per questo motivo, la legge prevede la possibilità di tenere accesi i riscaldamenti centralizzati dal 22 ottobre al 7 aprile per una durata giornaliera massima di 13 ore.

In questa zona troviamo città della Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna, ma non solo. Nello specifico:

  • Milano
  • Torino
  • Alessandria
  • Aosta
  • Bergamo
  • Brescia
  • Como
  • Bolzano
  • Modena
  • Parma
  • Padova
  • Reggio Emilia
  • Rimini
  • Trieste
  • Gorizia
  • Piacenza
  • Ravenna
  • Venezia
  • Udine
  • Verona
  • Perugia
  • Rieti
  • Frosinone
  • Campobasso
  • L’Aquila
  • Potenza

Zona D

Include province con Gradi Giorno tra 1.401 e 2.100 per le quali è prevista la possibilità di tenere accesi i riscaldamenti dal 8 novembre al 7 aprile di ogni anno per una durata giornaliera massima di 11 ore.

In questa fascia climatica rientrano, tra le principali, le province di:

  • Roma
  • Ancona
  • Genova
  • Firenze
  • Pescara
  • La Spezia
  • Livorno
  • Grosseto
  • Lucca
  • Macerata
  • Pisa
  • Pesaro
  • Viterbo
  • Avellino
  • Siena
  • Chieti
  • Foggia
  • Matera
  • Teramo
  • Vibo Valentia

Zona C

La zona C è contraddistinta invece da un clima più mite rispetto alle precedenti ed include tutte le province con Gradi Giorno tra 901 e 1.400. Il riscaldamento può essere acceso dal 22 novembre al 23 marzo, con una durata massima giornaliera di nove ore.

Tra le principali province che rientrano in questa zona possiamo citare:

  • Napoli
  • Latina
  • Caserta
  • Salerno
  • Bari
  • Brindisi
  • Benevento
  • Catanzaro
  • Cagliari
  • Lecce
  • Ragusa
  • Cosenza
  • Taranto

Zona B

Penultima fascia climatica e zone un po’ più calde dello stivale. Infatti la zona B è quella che include tutte le province con Gradi Giorno tra 600 e 900, con conseguente decisione di accendere i termosifoni solo quando farà veramente freddo, ovvero dall’8 dicembre al 23 marzo per un totale massimo di sette ore al giorno.

All’interno di questa zona troviamo tutte città del Sud, tra la zona della Calabria e la Sicilia come:

  • Palermo
  • Siracusa
  • Catania
  • Messina
  • Trapani
  • Agrigento
  • Reggio Calabria

Zona A

Ultima, ma con un clima nettamente migliore rispetto alle altre, è la zona A. Infatti si tratta di quella con la minore durata (espressa in giorni/anno e ore max/giorno) prevista per l’accensione dei riscaldamenti. In questa particolare fascia climatica rientrano infatti le province italiane più calde, con Gradi Giorno inferiori a 600 e proprio per questo motivo la legge prevede la possibilità di accendere i riscaldamenti solamente dall’8 dicembre al 7 marzo di ogni anno, per cinque ore al giorno. Un periodo abbastanza limitato, giusto il tempo dell’avvio dell’inverno e del primo freddo sostenuto, per poi tornare a “godere” del clima più mite rispetto al resto dello Stivale.

In questa zona rientrano solo tre Comuni: Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle.

Condomini, le norme per l’accensione

Diversa, invece, è la situazione di coloro che vivono in un condominio o hanno un sistema di riscaldamento centralizzato. Le regole, infatti, cambiano perché l’accensione dei riscaldamenti dipende dalla normativa in vigore e dalla decisione dell’assemblea condominiale. Facendo pur sempre fede al periodo limite imposto in base alla zona, infatti, a essere decisivo sarà quanto deciso in riunione con gli altri condomini, perché alcuni stabili potrebbero aver optato per l’accensione immediata e altri, invece, per un risparmio.

Dalla stagione 2022-2023, per far fronte ai rincari del costo del gas, è stata infatti imposta una diminuzione delle ore e del periodo complessivo di riscaldamento, dunque per chi vorrà accendere i termosifoni fa fede quanto deciso l’anno scorso, con la stagione autunnale e invernale che avevano risentito, e non poco, della crisi del gas a causa della guerra in Ucraina.

E anche quest’anno, soprattutto a causa della guerra tra Israele e Hamas che sta avendo già importanti risvolti negativi sul prezzo del gas, i consumi vanno tenuti bassi per evitare di incappare poi in spiacevoli inconvenienti come bollette gonfiate o, nel peggiore dei casi, la fine degli stoccaggi per l’inverno che vorrebbe dire l’ennesimo passato col timore di battere e digrignare i denti fino a marzo, in attesa della più “calda” primavera.