Dovremo fare la quarta dose di vaccino? Cosa sappiamo

Omicron sta cambiando radicalmente lo scenario pandemico: metà degli europei sarà contagiata, dice l'Oms. Dovremo fare anche la quarta dose di vaccino?

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Redazione

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Omicron sta cambiando radicalmente lo scenario pandemico, tanto che, avverte l’Oms, entro 2 mesi la metà degli europei sarà contagiata dalla nuova variante. La protezione naturale in chi è stato infettato e quella da vaccino durano nei suoi confronti “pochi mesi”, tanto da “farci chiedere se c’è bisogno, prima del richiamo annuale, di una quarta dose“.

I risultati preliminari di studi pubblicati di recente mostrano che l’efficacia dei vaccini contro la malattia asintomatica è significativamente ridotta per Omicron, e tende a svanire nel tempo. Per la malattia grave e l’ospedalizzazione connessa alla variante Omicron, le evidenze emergenti suggeriscono che i vaccini continuano a fornire una protezione elevata.

Ma a porsi la domanda di una possibile quarta dose è il numero uno di Pfizer Albert Bourla, che sembra incarnare la preoccupazione di tantissimi scienziati riguardo a Omicron: una mutazione del virus estremamente più contagiosa e, a quanto si vede, molto poco letale in chi è vaccinato.

Omicron segno del passaggio dalla pandemia all’endemia?

Ma attenzione a parlare di “raffreddorizzazione” del Covid, perché il virus spesso è blando e con sintomi simil-influenzali solo per chi ha due o tre dosi di vaccino. Per chi non è immunizzato anche Omicron può essere rischiosa, come dimostrano i dati.

Non solo. Omicron potrebbe accelerare il passaggio dalla fase acuta a quella endemica della crisi, ma serve prudenza: l’ultima variante ha colto di sorpresa la comunità scientifica e la situazione potrebbe ripetersi (qui le Regioni italiane che rischiano il collasso).

Come ha avvertito il virologo Guido Silvestri, è ancora impossibile da prevederne il futuro: potrebbe “affinare ulteriormente” la capacità di colpire solo le vie aeree superiori, oppure, nello scenario peggiore e meno probabile, “fare marcia indietro sulle tre mutazioni che la rendono meno utilizzabile dall’enzima TMPRSS2” e quindi “tornare ad essere efficace ad infettare il polmone, senza perdere la sua aumentata trasmissibilità” (qui il sintomo “spia” individuato per Omicron, primo spesso a manifestarsi).

Faremo la quarta dose di vaccino?

Proprio per fronteggiare l’impennata di contagi, molti Stati hanno deciso di somministrare la terza dose a 3 mesi invece che a 6. In Italia per ora la terza dose scatta dopo almeno 4 mesi dalla seconda o dalla guarigione da Covid. E la domanda che sempre più italiani si stanno facendo è se a questo punto dovremo sottoporci anche alla quarta dose oppure no.

Israele è il primo Paese ad aver avviato la vaccinazione a tappeto con quarta dose, cui ora si aggiunge anche il Cile. Diversi Paesi, compresi Gran Bretagna e Corea del Sud, stanno già ordinando dosi di vaccino per il quarto richiamo. “Chi ha ricevuto la quarta dose del vaccino anti-Covid ha 5 volte più anticorpi a una settimana dall’inoculazione“: queste le dichiarazione del premier israeliano Naftali Bennett.

Anche il CEO di Moderna Stephane Bancel ha detto che la quarta dose di vaccino probabilmente sarà necessaria, forse nell’autunno 2022. L’efficacia della terza dose booster è destinata a diminuire nel corso dei mesi, come è accaduto dopo le 2 dosi del ciclo ordinario di vaccinazione. “Sarei sorpreso di ricevere nelle prossime settimane dati in base ai quali la dose booster tenesse bene nel corso del tempo. Mi aspetterei che non reggesse alla grande”, ha ammesso Bancel.

Avremo dunque forse bisogno di dosi booster nell’autunno 2022 “e oltre”, spiega ancora Bancel, alludendo alla necessità di richiami annuali per i soggetti più anziani e per i fragili. Possibile, per alcuni molto probabile, che il Covid non se ne andrà e dovremo conviverci, perché diventerà endemico. Con l’aumento dell’immunità nella popolazione e con Omicron ci sarà molta immunità naturale oltre a quella data dalla vaccinazione, e andremo ragionevolmente verso uno scenario più vicino all’endemicità.

EMA e OMS frenano sulla quarta dose, ecco perché

Sulla quarta dose a tirare il freno però è l’EMA. “Non abbiamo ancora visto i dati sulla quarta dose. Siamo abbastanza preoccupati per una strategia che preveda vaccinazioni ripetute in un lasso di tempo breve. Non possiamo continuare a dare dosi di richiamo ogni 3 o 4 mesi” ha detto Marco Cavaleri, responsabile per i vaccini dell’EMA.

La variante Omicron è altamente contagiosa, cosa che provoca un alto numero di individui infetti. Quindi è molto importante essere consci del “potenziale fardello” come lo chiama Cavaleri, che potrebbe creare danni dei sistemi sanitari, e non considerarla una malattia lieve.

Dalla Gran Bretagna arrivano proprio in queste ore i dati del Joint Committee on Vaccination and Immunisation, il comitato di consulenza del governo di Londra sui vaccini. La quarta dose di vaccino non è necessaria per ora, dice. La terza dose booster garantisce un’alta protezione dalla malattia grave provocata dalla variante Omicron nelle persone più anziane.

A 3 mesi dalla terza dose di vaccino, per gli over 65 la protezione dal rischio di ricovero in ospedale rimane attorno al 90%. La differenza rispetto alla vaccinazione ordinaria è evidente: a 3 mesi dalla seconda dose, la protezione scende al 70%. A 6 mesi, arriva al 50%.

Alla luce di questi dati, il JCVI ha raccomandato al governo di continuare a privilegiare la terza dose booster per tutti gli adulti e di congelare eventuali pieni relativi alla somministrazione della quarta dose agli over 80 o agli ospiti delle Rsa.

Meglio un vaccino ad hoc contro Omicron o uno polivante?

La vera sfida dei prossimi mesi è capire se possa invece aver senso avere un vaccino anti-Covid specifico per Omicron. Un vaccino anti-Covid adattato alla variante Omicron sarebbe un “candidato naturale” all’approvazione in Ue, ma altre opzioni come un vaccino polivalente non possono essere esclusi come potenziali alternative, dice l’EMA.

“Servono ulteriori dati per decidere se un vaccino adattato, con una composizione diversa, è giustificato. Vanno tenuti presenti molti elementi, sapendo che per il momento in cui un qualsiasi vaccino adattato a Omicron sarà sviluppato, è possibile che il quadro epidemiologico nell’Ue abbia subito una significativa evoluzione, per quanto riguarda le varianti in circolazione e l’esposizione a Omicron”.

Il vaccino Pfizer specifico per la variante Omicron sarà pronto entro marzo, ha annunciato Albert Bourla. L’azienda ha già cominciato a produrre delle dosi, ha spiegato il CEO, aggiungendo che il vaccino colpirà anche altre varianti in circolazione. Se Pfizer, come ha annunciato, svilupperà un vaccino adattato a Omicron entro marzo, una potenziale approvazione da parte dell’EMA potrebbe arrivare già ad aprile o maggio.

Per l’OMS sono necessari e andrebbero sviluppati comunque vaccini contro il Covid che abbiano un alto impatto sulla prevenzione dell’infezione e della trasmissione, e non solo sulla prevenzione di malattie severe e morte.