Vaccini Covid sprecati, in Italia 150 milioni di dosi di troppo: l’inchiesta di Report

Mentre la campagna vaccinale arranca, un'inchiesta rivela i dettagli del contratto tra Pfizer e UE

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Redazione

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La campagna vaccinale contro il Covid-19 per la quinta dose non sta procedendo bene. Le dosi somministrate sono molte meno rispetto a quelle ordinate, un problema dovuto, in questo frangente, soprattutto alla bassa affluenza ai centri vaccinali da parte delle persone interessate, soprattutto anziani e persone deboli.

Negli anni scorsi però l’UE ha ordinato un eccesso di vaccini durante la fase emergenziale, che non sono stati utilizzati. La Commissione europea ha contrattato un nuovo accordo con Pfizer, che permette agli Stati di risparmiare una parte del denaro promesso all’azienda.

La campagna vaccinale in Italia

La campagna vaccinale per la terza dose in Italia è stata un fallimento. Lo rivela un servizio della trasmissione di Rai 3 ‘Report’, che ha raccolto i dati dei centri vaccinali in tutta Italia. In totale, all’8 febbraio, sono 2,1 milioni le persone che hanno ricevuto il richiamo. La platea attesa di anziani e persone fragili è di 18 milioni.

Questo comporta un eccesso di vaccini acquistati e ora stoccati nei magazzini italiani. Al momento l’Italia ha 21 milioni di dosi, delle quali 16 non sono aggiornate alle nuove varianti. Gli ordini di vaccini nel nostro Paese ammontano in tutto a 381 milioni di dosi, delle quali, secondo i calcoli della trasmissione, 150 sono in eccesso. La spesa per l’Italia sarebbe di 4,4 miliardi di euro.

Anche smaltire e conservare i vaccini ha però in costo. Il solo affitto delle strutture necessarie a stoccare le fiale costa 370.000 euro al mese. Inoltre, distruggere in piena sicurezza le dosi ha un costo, sempre secondo Report, di circa 1 euro al chilo.

Il nuovo accordo tra Pfizer e UE

L’intera Unione europea è in una situazione simile a quella dell’Italia. La ragione principale è dovuta ad un eccesso di vaccini ordinati all’azienda farmaceutica Pfizer durante la fase emergenziale. I contratti sono rimasti segreti fino alla fine del 2023 e ora le cifre sono emerse.

L’UE ha ordinato in tutto 4,2 miliardi di dosi. A causa della variazione del virus e del calo di efficacia del vaccino dopo tre e sei mesi dall’iniezione dei richiami, una parte di questi vaccini non poteva essere utilizzata. Dal 2021, secondo la testata online Politico.eu, sarebbero state buttate circa 215 milioni di dosi, 0,7 per ogni cittadino europeo. Si tratterebbe però di una stima al ribasso dato che, secondo la testata stessa, alcuni Stati come la Francia si sono rifiutati di fornire dati precisi.

Nel 2023, a maggio, la Commissione europea avrebbe ricontrattato la fornitura di Pfizer. Il prezzo delle dosi non utilizzate, sarebbe stato concordato a 10 euro l’una, contro i 19,50 delle dosi consegnate, aumentato dai 15 euro per dose precedenti. Pfizer non dovrebbe effettivamente fornire queste dosi all’Europa e gli Stati membri non dovrebbero essere costretti a stoccarli o distruggerli. Le dosi consegnate, circa 1,8 miliardi, sarebbero state diluite in diverse consegne fino al 2026.

Il Parlamento europeo e la Corte dei Conti europea hanno contestato la regolarità della contrattazione di questo nuovo accordo, svolto direttamente dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. I dettagli di questi contratti non sono stati ancora resi pubblici. Secondo Pfizer, questi conterrebbero informazioni commercialmente rilevanti che potrebbero danneggiare le sue contrattazioni con altri Paesi, al momento in corso.