Il traforo del Monte Bianco non chiude (per il momento)

Il traforo del Monte Bianco doveva essere chiuso immediatamente per lavori lunghi 18 anni, ma si è deciso di far slittare tutto al 2024. Previsti invece subito lavori di entità minore. Buone notizie per il Fréjus

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Italia e Francia si sono accordate: la paventata chiusura a oltranza del traforo del Monte Bianco slitta a settembre 2024. A partire da quella data apriranno i cantieri per i lavori più importanti. È quanto emerge dalla conferenza intergovernativa tenutasi fra i due Paesi. E il tunnel del Fréjus riapre a tutti i veicoli, compresi quelli pesanti, dopo l’esito positivo del test di prova notturno con il transito di alcuni convogli eccezionali. Riapre anche l’autostrada A43, che porta in direzione del Fréjus. Brutte notizie invece sul fronte del traffico ferroviario, per il quale occorrerà pazientare ancora.

Traforo del Monte Bianco: chiusura rimandata

Sono fonti del ministero dei Trasporti a renderlo noto: “Nel prendere atto dell’emergenza scaturita dalla frana al Frejus, la conferenza intergovernativa ha benedetto l’accordo tra i due governi e confermato la sospensione dei lavori straordinari, così come condiviso dai Ministri Matteo Salvini e Clément Beaune. In particolare – viene rilevato – ha deciso di limitare i cantieri agli interventi necessari e improcrastinabili per la messa in sicurezza dell’impalcato stradale”.

Traduzione: i lavori più importanti slitteranno al prossimo autunno, mentre i lavori minori prenderanno piede immediatamente. Dureranno 7 settimane e partiranno “fra qualche giorno” gli interventi di manutenzione del traforo del Monte Bianco tra l’Italia e la Francia. A darne notizia è stato il ministro dei Trasporti francese Beaune. Questo lo stato dei lavori a due settimane dalla frana nella valle della Maurienne.

Le restrizioni alla viabilità porteranno danni al Pil

Il futuro cantiere del Monte Bianco durerà almeno fino al 2040, una situazione che ha mandato in allarme Federalberghi, Confcommercio e Conftrasporti.

I problemi di transito sui valichi alpini sono destinati ad avere importanti ripercussioni sul Pil del Nord-Ovest: i danni più ingenti al turismo e al settore agroalimentare.

Traffico ferroviario ancora in stallo

Per il traffico ferroviario, invece, “ci vorrà più tempo”, viene annunciato: “Preferisco essere molto chiaro – ha precisato Beaune – per non creare poi delusioni. Si tratta di almeno due mesi, certamente anche di più, di sospensione del traffico ferroviario. Bisogna prima sgomberare tutto per accedere al tunnel ferroviario e poi andare a verificare i danni e intervenire”.

“Lo slittamento di un anno rispetto alle previsioni dei lavori al Monte Bianco va incontro a quanto Uncem e molti sindaci hanno richiesto nelle ultime settimane, per evitare il caos sulle reti viarie dall’Italia verso l’Europa dopo la frana in Maurienne che limita i passaggi al Frejus, escludendo i mezzi pesanti. Bene l’impegno del Governo italiano, dei Ministri Salvini e Tajani, di quanti hanno lavorato, come la presidente del Sitmb Emily Rini, per questa proroga dell’inizio degli interventi di manutenzione. Necessari certo. Ma che dovranno accompagnarsi con urgenza alla progettazione della seconda canna del tunnel sotto il Monte Bianco”.
Lo affermano il presidente nazionale dell’Unione nazionale comuni comunità enti montani Marco Bussone, con Roberto Colombero (presidente Uncem Piemonte) e Jean Barocco (il consigliere nazionale Uncem valdostano). Da Uncem si chiede con forza “una pianificazione migliore dei transiti sulle strade statali” al fine di “evitare non solo l’isolamento del Piemonte, della Val d’Aosta e della Liguria, bensì di tutto il Paese”.