Il liceo Made in Italy, manifesto della scuola del merito targata Giuseppe Valditara, rischia la bocciatura. Il nuovo indirizzo scolastico che dovrebbe sostituire i liceo Economico-sociale è andato praticamente deserto, con nessuna sezione istituita a cinque giorni dalla scadenza del 15 gennaio. Per correre ai ripari il ministero dell’Istruzione ha prorogato di tre giorni la scadenza per l’attivazione delle prime classi, ma sul percorso tanto voluto dall’omonimo ministero di Adolfo Urso incombono le incertezze dei presidi su organico, libri di testo e sull’assenza di indicazioni a livello nazionale.
Le perplessità
Le scuole, infatti, sono ancora in attesa del regolamento che dovrà stabilire nello specifico la struttura e gli obiettivi del nuovo liceo del Made in Italy, che molti addetti ai lavori considerano nient’altro che un liceo Economico-sociale camuffato.
Approvato in Parlamento lo scorso 20 dicembre, l’indirizzo è stato presentato dal ministro Giuseppe Valditara come “parte qualificante della nostra riforma della scuola che avvicina l’istruzione e il mondo del lavoro” nato per “valorizzare e promuovere le eccellenze italiane”, secondo il collega Urso “un liceo che formerà le professioni necessarie alle filiere strategiche, moda e abbigliamento, ma anche arredo, ceramica e settori innovativi come l’aerospazio” (qui avevamo riportato la proposta del liceo del Made in Italy da parte di Giorgia Meloni).
Gli istituti avrebbero potuto anche attivare il percorso senza rimpiazzare i Les, mantenendo in parallelo entrambe le opzioni, ma la nota ministeriale del 28 dicembre che ha introdotto la novità hanno lasciato margini troppo stretti sulle tempistiche di adesione, riducendo ancora di più le possibilità di successo (qui avevamo scritto delle iscrizioni da gennaio del liceo del Made in Italy).
Sull’indirizzo scolastico è stato dettagliato soltanto il piano studi del primo biennio, che secondo la circolare del Mim di fine dicembre prevede 891 ore ogni anno, delle quali 132 ore di lingua e letteratura italiana, 99 di storia e geografia, 99 di diritto, 99 di economia politica, 99 di lingua e cultura straniera (1), 99 di matematica (con informatica), 66 di lingua e cultura straniera (2), 66 di scienze naturali (biologia, chimica, scienze della terra), 66 di scienze motorie e sportive, 33 di storia dell’arte e 33 di religione cattolica o attività alternative (qui le materie che si studieranno nel liceo del Made in Italy).
Nonostante i risultati il ministro Valditara non si perde però d’animo: “Aspettate i risultati e vedrete che anche il liceo del Made in Italy ha avuto dei risultati sicuramente soddisfacenti, certamente migliori rispetto a quanto alcuni nei giorni scorsi hanno sostenuto senza avere nemmeno la contezza dei dati” ha affermato in visita all’istituto Galdus di Milano il responsabile del dicastero dell’Istruzione e del merito.
Le critiche
La falsa partenza ha però prestato il fianco alle opposizioni, dalle quali sono piovute critiche sul Mim: “Si stanno confermando le nostre preoccupazioni: il liceo Made In Italy, fiore all’occhiello del Governo Meloni, si sta rilevando un vero e proprio flop” ha detto la senatrice di Avs (Alleanza Verdi e Sinistra) Aurora Floridia, spiegando che “per questo nuovo indirizzo non sono state infatti destinate nuove risorse alle scuole, che in fretta e furia si sono trovate a doverlo istituire”.
“I tempi sono talmente stretti che, come da previsione, molti istituti hanno deciso di non attivare il liceo Made in Italy – ha sostenuto la parlamentare – A studentesse, studenti e alle loro famiglie, viene chiesto di iscriversi praticamente a ‘scatola chiusa’, visto che ad oggi risulta esserci solo il piano di studi per il biennio“.
“Il risultato – ha aggiunto – è che solo le scuole che hanno più di una sezione del liceo economico sociale sacrificheranno una o più sezioni per questo nuovo indirizzo. Insomma un pasticcio”.
“Restiamo sconcertati nell’osservare quanto dilettantismo organizzativo il Ministro Valditara sta mettendo in campo, che mette in difficoltà intere scuole. Insieme alla giornata nazionale del Made in Italy e al premio annuale del Maestro del Made in Italy, queste azioni spot sembrano vere pennellate di propaganda ideologica, di cui la scuola italiana e le giovani generazioni non hanno certo bisogno” ha concluso Floridia.