Esame di maturità, entro il 31 gennaio le materie della seconda prova: tutte le novità

Per il prossimo esame di Stato si potrebbe tornare alla normativa originaria, con la possibilità di una seconda prova multidisciplinare

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Redazione

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Manca poco e l’attesa snervante che riguarda migliaia di studenti italiani finirà. Entro fine gennaio, infatti, il Ministero dell’Istruzione e del Merito dovrà sciogliere la riserva sulle materie designate per la seconda prova scritta di indirizzo, che si terrà giovedì 20 giugno, e sul loro affidamento alla componente esterna della commissione.

Ma come vengono scelte le materie della seconda prova? Le discipline vengono selezionate dal Ministero tra quelle caratterizzanti, ovvero le più importanti, di ogni indirizzo di studio. Ad esempio, il liceo scientifico presenta due materie caratterizzanti: matematica e fisica.

Però non è tutto così semplice. Normativa alla mano, il secondo scritto, in alcuni percorsi di studio, potrebbe essere basato su più materie caratterizzanti: ad esempio, al liceo Scientifico potrebbero capitare sia matematica che fisica; al liceo Classico, sia latino che greco. Se il Ministero volesse tornare a un esame quanto più aderente allo spirito della riforma, potrebbe optare per quest’ultima soluzione, già sperimentata prima della pandemia, fino al 2019.

La seconda prova della maturità 2023

Lo scorso anno, nonostante il ritorno alla normalità dopo il periodo pandemico, il Ministero aveva optato per assegnare una sola materia per il secondo scritto, scegliendo quindi una sola disciplina caratterizzante per quegli indirizzi che, da listino, ne presentavano più di una. Al liceo Classico la scelta era ricaduta sul latino, allo Scientifico su matematica, al liceo Linguistico sulla prima lingua e cultura straniera.

Questa decisione era stata presa come precauzione per evitare un cambiamento troppo repentino dopo gli anni di pandemia, che avevano inciso negativamente sul percorso scolastico degli studenti. Ma quest’anno potrebbe essere diverso, e il discorso sul ritorno alla normalità potrebbe farsi più forte ed esteso.

Il possibile “ritocco” dell’esame orale

Ma il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha anticipato che ci sarà anche qualche modifica al colloquio orale, atto finale dell’esame. Pur riconoscendo la validità della versione attuale del faccia a faccia tra gli studenti e la commissione, il Ministro vorrebbe che l’orale non venisse ridotto a una semplice “interrogazione”, bensì uno strumento “per capire cosa ha capito lo studente, se ha imparato come fare collegamenti interdisciplinari, se ha assimilato le nozioni”.

Solo l’ordinanza sulla Maturità, ormai imminente, chiarirà definitivamente le probabili modifiche introdotte. Considerando però che la legge non cambia: il colloquio verterà su tutti gli argomenti di tutte le materie studiate nel corso dell’ultimo anno, inclusa l’educazione civica, nonché la relazione sui progetti di PCTO, Percorsi sulle Competenze Trasversali e l’Orientamento, svolti.

L’alternanza scuola lavoro requisito d’ammissione all’esame

Anche se l’attesa degli studenti è tutta per l’imminente uscita delle materie della seconda prova, è molto probabile che, per poter essere ammessi all’esame di Stato, i maturandi dovranno aver svolto i PCTO, la vecchia alternanza scuola-lavoro, così come previsto per il proprio percorso di studi.

Ovvero: almeno 90 ore di formazione extra-scolastica se si frequenta un liceo, minimo 150 se si è iscritti a un istituto tecnico, 210 ore di base se si è in un istituto professionale; da espletare nel corso dell’ultimo triennio di scuola.

Un requisito, questo, che era stato uno dei pilastri dell’ultima riforma organica della Maturità, datata 2017, ma che per varie ragioni, pandemia inclusa, ne era stata prorogata l’attuazione anno dopo anno. Dato che nel Milleproroghe, strumento in passato usato per rimandarne l’entrata in funzione, non c’è traccia di provvedimenti del genere sembra che questa tornata sia la volta buona.