I 20 ristoranti nel mondo da non perdere, due sono al Sud Italia

Una top 20 per girare il mondo ed essere certi di poter sempre assaporare piatti squisiti ma, soprattutto, vivere esperienze innovative ed eccellenti

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Sono due i ristoranti italiani tra i 20 imperdibili al mondo, secondo il Global Tastemakers Awards, giunto alla sua seconda edizione. Un lavoro d’analisi e ricerca molto dettagliato, pubblicato sul magazine Food & Wine, che rientra nel novero delle più importanti e prestigiose riviste di gastronomia del pianeta.

La classifica

L’elenco dei 20 ristoranti imperdibili al mondo è il frutto di un doppio lavoro. Inizialmente sono stati interpellati 180 giornalisti esperti nel settore gastronomia, così come viaggi. Ciò vuol dire che a dire la propria è stato un vasto gruppo di soggetti esperti non soltanto di ricette ma anche di sapori e culture, tra passato e presente.

Ai lettori sono state consigliate delle vere e proprie esperienze, tenendo conto dei piatti e non solo. Il tutto suddiviso per categoria, dagli hotel ai bar, fino ad arrivare ai ristoranti. Le segnalazioni non sono però state trascritte per intero sulla rivista. Come detto, infatti, c’è stato spazio per una seconda fase. Una revisione da parte di una giuria di ulteriori esperti. Sono stati loro, infatti, a combinare le indicazioni e le proprie esperienze, fino a ottenere appena 20 nomi.

Ciò vuol dire che l’elenco miri a proporre i migliori locali al mondo? No, affatto. L’elemento cardine è l’innovazione: “Ce ne sono centinaia di migliaia in tutto il mondo. – spiega il magazine nella presentazione – Pochi però si distinguono per le esperienze indimenticabili garantite. Un mix perfetto di cibo dal sapore dinamico, ospitalità senza pari e personalità permeabile, il che rende unica una certa istituzione nel suo genere. L’offerta spazia da strutture piccole e a conduzione familiare, fino a ristoranti stellati Michelin”.

Di seguito riportiamo la top 20 completa, con indicate città e Paesi di riferimento:

  • Merito (Lima, Perù)
  • Petermen (Sydney, Australia)
  • SodaBottleOpenerWala (Bombay, India)
  • Cucina Villana (Ruvo di Puglia, Italia)
  • Soil (Atene, Grecia)
  • Celele (Cartagena, Colombia)
  • La Cocina de Humo (Oaxaca, Messico)
  • Indigo (Arequipa, Perù)
  • Cultiva (Nairobi, Kenya)
  • Emazulwini Restaurant (Città del Capo, Sud Africa)
  • L’Evo (Toyama, Giappone)
  • Teté Cocina de Barrio (Guadalajara, Messico)
  • Wana Yook (Bangkok, Tailandia)
  • Beba (Montreal, Canada)
  • Dos Pebrots (Barcellona, Spagna)
  • Sait (Istanbul, Turchia)
  • I Masanielli (Caserta, Italia)
  • Kotaro Shibuya (Tokyo, Giappone)
  • BiBi (Londra, Inghilterra)
  • Note (Dublino, Irlanda)

Un po’ d’Italia

“Molti dei vincitori sono locali guidati da giovani chef ambiziosi, in grado di scalare le classifiche. Altro filo conduttore è l’enfasi sugli ingredienti locali, falla fattoria alla tavola o dal raccolto ai vini naturali, fino all’occhio alla sostenibilità”.

Per quanto riguarda l’Italia, che non può di certo essere esclusa da una classifica a tema gastronomico, al quarto posto troviamo Cucina Villana. Si tratta del ristorante di Villa Fenicia, ben nota struttura alberghiera che trova spazio a Ruvo di Puglia. Siamo in provincia di Bari, dove si può godere del menù prevalentemente vegetale di questo bistrot.

La conduzione è dei fratelli Francesco e Vincenzo Montaruli, impegnati in una “cucina etnobotanica”. L’obiettivo è quello di riproporre in tavola i sapori delle erbe spontanee, spiegano, così come i “profumi del parco della Murgia”.

Differente il discorso per quanto riguarda la diciassettesima posizione. Qui troviamo la pizzeria I Masanielli, ben nota al grande pubblico. Si trova a Caserta ed è guidata da Francesco Martucci, considerato tra i migliori pizzaioli al mondo.

La rivista definisce il suo locale d’avanguardia, sottolineando come “trasformi la pizza in un’esperienza trascendentale, utilizzando tecniche di alta cucina, come la cottura sottovuoto e la disidratazione, per ottenere sapori e consistenze incredibili”.