Rivoluzione in Francia, addio ai voli se si può prendere il treno

È il primo Paese al mondo a vietare per legge i voli a corto raggio, ma le pressioni delle compagnie aeree ne hanno limitato la portata a soli tre collegamenti

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

In Francia, è stata promulgata una legge che proibisce i voli brevi verso destinazioni che possono essere raggiunte entro due ore e mezza di viaggio in treno. Questa è la prima misura di tale natura al mondo, e nasce da una specifica richiesta della popolazione francese attraverso la Convenzione dei cittadini sul clima. Questa iniziativa è stata avviata dal governo di Parigi al fine di offrire ai cittadini la possibilità di proporre effettivamente leggi in merito alla questione climatica. Tuttavia, a causa delle forti influenze esercitate dai gruppi di pressione del settore, l’effetto di tale legge rischia di essere praticamente nullo.

La normativa fa parte di un pacchetto di misure mirate alla riduzione delle emissioni di gas serra in Francia. Queste misure si concentrano sulla regolamentazione di un settore che contribuisce al 4% delle emissioni totali in Europa, con una significativa quota proveniente dai voli brevi. A livello mondiale, l’81% di queste emissioni è generato dal trasporto passeggeri, di cui il 33,3% è attribuibile ai voli a breve percorrenza.

Limitazioni e restrizioni solo su alcune tratte aeree

Il ministro dei Trasporti, Clement Beaune, ha annunciato il 24 maggio su Twitter l’entrata in vigore di un nuovo divieto di volo in Francia. Tuttavia, al di là del suo valore simbolico, questa misura non sembra servire praticamente a nulla. La proposta originale richiedeva la sospensione di tutti i voli verso destinazioni raggiungibili in 4 ore con i treni, ma il presidente Emmanuel Macron ha ridotto tale limite a 2 ore e mezzo.

Inoltre, una volta giunta all’Assemblea nazionale, la proposta è stata ulteriormente limitata nella sua efficacia. Numerose clausole ed eccezioni sono state introdotte, riducendo il divieto a soli tre collegamenti aerei, ovvero quelli tra l’aeroporto di Parigi Orly e gli aeroporti di Nantes, Lione e Bordeaux. Queste sono le uniche tratte soggette alle restrizioni imposte dal divieto di volo.

Condizioni che limitano la portata del divieto

Un’analisi del testo del decreto evidenzia che il divieto di volo in Francia non si applica a tutti i collegamenti che possono essere coperti in 2 ore e mezza di viaggio in treno. Inoltre, una lunga serie di condizioni limita la portata del divieto anche per le poche tratte che sarebbero coinvolte dalla misura.

Ad esempio, una delle clausole stabilisce che il viaggio deve essere effettuato tra le stazioni che servono le stesse città dei rispettivi aeroporti interessati. Tuttavia, se l’aeroporto più importante tra i due, in base alla media del traffico registrato negli ultimi sette anni, è direttamente servito da un servizio ferroviario ad alta velocità, la stazione considerata sarà quella dell’aeroporto e non quella cittadina. Questa disposizione aggiunge ulteriori restrizioni alle condizioni di validità del divieto di volo.

Condizioni che escludono molte città

La legge, in pratica, non può essere applicata in tutte le città che hanno aeroporti distanti dal centro e che richiederebbero più di due ore e mezzo di viaggio in treno per raggiungerli. Questo è il caso dell’Aeroporto di Charles de Gaulle. Di conseguenza, questa clausola riduce significativamente il numero di collegamenti brevi interessati, escludendo molte situazioni presenti nelle grandi città.

Inoltre, affinché i voli brevi siano sospesi, la legge richiede che il collegamento tra le due stazioni avvenga senza cambi e sia disponibile più volte al giorno con orari adeguati, garantendo un minimo di otto ore di attività giornaliera durante tutto l’anno. Attualmente, solo i collegamenti ferroviari elencati tra Parigi e Nantes, Lione e Bordeaux soddisfano tali parametri, poiché i voli su queste rotte sono già inattivi da tempo.

Nel frattempo, tutti i voli brevi in partenza dall’aeroporto di Parigi Charles de Gaulle verso Nantes, Lione e Bordeaux rimangono attivi, così come gli altri collegamenti brevi nel resto della Francia. Inoltre, grazie alle pressioni esercitate dalle compagnie aeree, il divieto rimarrà in vigore solo per tre anni. Di fatto, a queste condizioni, ci si aspetta che l’impatto sul clima e la riduzione delle emissioni dei voli sia praticamente nullo.

Dubbi sull’efficacia del divieto di volo

Attivisti e organizzazioni per il clima hanno fortemente criticato il governo, sostenendo che il divieto di volo sia solo una questione di facciata, ossia “molto rumore per nulla”. Guardano i dati, infatti, il divieto si applica soltanto a 5.000 voli all’anno, che rappresentano appena il 2,5% del totale dei voli nazionali in Francia, dato che, i voli interni annuali francesi sono circa 200.000.

Secondo la direzione generale dell’aviazione civile, questo divieto contribuirà a una riduzione di soli 55.000 tonnellate di CO2 all’anno, pari al 2,6% delle emissioni totali dei voli nazionali in Francia durante un anno.

Inoltre, è importante notare che due di queste rotte, Parigi Orly-Bordeaux e Parigi Orly-Lione, erano già state chiuse da AirFrance nel 2020 a seguito della recessione economica causata dalla pandemia. In sintesi, le critiche sollevate riguardano l’impatto limitato sul clima e il fatto che alcune delle rotte coinvolte fossero già inattive.