Stop ai voli aerei se c’è il treno: cosa può cambiare per l’Italia

Via libera dall’Ue: saranno vietati in Francia i voli nazionali a corto raggio per cui è disponibile il viaggio in treno. E in Italia? Cosa potrebbe cambiare?

Venerdì 2 dicembre Bruxelles ha dato alla Francia il via libera per vietare i voli nazionali a corto raggio per cui è disponibile il viaggio in treno inferiore a due ore e mezza. L’Unione europea in questo modo ha aperto la strada agli Stati membri – Italia compresa – che sono intenzionati a incentivare i viaggi più sostenibili.

Stop ai viaggi in aereo se c’è il treno: cosa prevede la nuova norma francese

Prima di andare avanti, sull’argomento, bisogna subito specificare che la nuova norma di cui stiamo parlando – di fatto – non è una direttiva europea, quindi i Paesi Ue non dovranno necessariamente adattarsi. La Commissione europea, infatti, ha approvato il divieto che il governo di Parigi ha deciso di varare e che riguarda le tratte e i viaggi in aereo a corto raggio all’interno del territorio francese, a condizione che sulla rotta esistano valide alternative ferroviarie e che il divieto non distorca la concorrenza tra i vettori aerei.

La normativa è sperimentale, sarà infatti applicata nei prossimi tre anni, per poi venire riesaminata dalle autorità dopo due anni, per trarre poi le relative conclusioni su fattibilità e sostenibilità (qui la classifica dei dieci paesi che inquinano di più al mondo).

Lo stop riguarderà le tratte che in treno possono essere raggiunte in due ore e mezza, anche se gli attivisti ambientalisti avevano proposto prima sei ore e poi quattro ore (e per questo motivo non si sono detti pienamente soddisfatti). L’esecutivo parigino ha invece accolto con entusiasmo la sentenza dell’Ue: il ministro dei trasporti Clément Beaune ha espresso orgoglio per il ruolo che la Francia avrà in questo campo come stato “pioniere”.

I legislatori francesi avevano votato nel 2021 per vietare i voli nazionali a corto raggio quando esiste un collegamento ferroviario alternativo di due ore e mezza o meno. La proposta originaria, che richiedeva il via libera da Bruxelles, doveva interessare otto rotte. Ora però la Commissione ha affermato che il divieto è sì valido, ma solo se sono disponibili vere alternative ferroviarie per lo stesso percorso, il che significa diversi collegamenti diretti a tratta ogni giorno. Per questo motivo, attualmente, solo tre rotte rientreranno nel divieto, ovvero: i viaggi tra Parigi-Orly e Bordeaux, Nantes e Lione.

Potrebbero essere aggiunte altre tre — tra Parigi Charles de Gaulle e Lione e Rennes, e tra Lione e Marsiglia — se i servizi ferroviari migliorassero, ma ad oggi le altre tratte non soddisfano la soglia di accessibilità prevista dall’Europa, perché i viaggiatori che cercano di raggiungere gli aeroporti di Parigi e Lione non dispongono di un collegamento ferroviario che li farebbe arrivare abbastanza presto al mattino o abbastanza tardi la sera.

Niente volo in aereo se c’è il treno: cosa potrebbe cambiare per l’Italia

Nell’accogliere la proposta della Francia, le autorità dell’Ue hanno essenzialmente autorizzato altri Stati membri a seguire lo stesso esempio (a condizione che possano soddisfare i criteri stabiliti da Bruxelles).

“Questo è un importante passo avanti e sono orgoglioso che la Francia sia un pioniere in questo settore”, ha dichiarato il ministro dei trasporti francese Clément Beaune.

“Il divieto francese sui voli a corto raggio in cui esistono collegamenti ferroviari veloci è un piccolo passo, ma va nella giusta direzione”, ha inoltre affermato Thomas Gelin, attivista per il clima dell’UE di Greenpeace.

In generale, quello che ora si spera è che lo schema francese per porre fine ai voli a corto raggio quando esiste un’alternativa ferroviaria possa essere adottato in altri stati europei. L’obiettivo principale, ovviamente, rimane quello di ridurre le emissioni di carbonio e l’impatto ambientale dei viaggi (qui le città più inquinate in Italia). In secondo luogo, secondo molti, l’adozione di questo nuovo piano a livello europeo potrebbe essere un incentivo al miglioramento del trasporto ferroviario (qui quando e di quanto sono aumentati i prezzi dei biglietti).

Le tratte interne a determinate territori che impiegano molto tempo per raggiungere la destinazione, spesso vanno a rilento solo per una questione di infrastrutture inadeguate (i treni sono vecchi, vanno a rilento e non funzionano bene). Un nuovo sistema come quello francese, dunque, potrebbe spingere le compagnie a migliorare i servizi e le offerte, così da essere incluse tra quelle per cui scatta l’obbligo del viaggio in treno.