L’UE potrebbe presto vietare i voli interni, ecco cosa cambierebbe

Il 2 dicembre la Commissione europea ha dato il via libera alla Francia per l'eliminazione di alcuni voli interni come previsto dalla legge "Clima e resilienza"

Foto di Matteo Paolini

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Potrebbero esserci dei cambiamenti in vista per la mobilità dei cittadini europei. È la Francia a dare l’esempio: il governo parigino può vietare i voli interni quando esiste un’alternativa ferroviaria che copre lo stesso tragitto. La Commissione Europea ha dato il suo ok alla misura francese “Clima e resilienza” realizzata nel 2021, con alcune modifiche, quali un esame degli effetti della decisione tra 3 anni.

La Commissione ha chiesto inoltre alla Francia di confermare che le connessioni tra gli hub nazionali siano sempre garantite. Per ora, prima che la legge sui cambiamenti climatici venga completata, i voli dall’aeroporto Orly a Bordeaux, Nantes e Lione sono stati annullati ma i collegamenti con le stesse città da Roissy-Charles de Gaulle sono rimasti. Inoltre, Lione-Marsiglia è una tratta che resta attiva, visto che non c’è un servizio ferroviario sufficiente.

La misura francese

Alle compagnie aeree sarà proibito offrire servizi di volo su tratte brevi se ci sono treni ad alta velocità che impiegano meno di 2 ore e mezza per collegare le due città. Per rendere effettiva la norma, le corse dei treni devono essere bidirezionali, frequenti e che consentano al viaggiatore di restare almeno 8 ore nella città di arrivo. La condizione è ancora più definita: i treni ad alta velocità devono collegare direttamente gli aeroporti e non le stazioni ferroviarie nei centri cittadini.

La motivazione della Commissione europea

La Commissione europea ha spiegato che ha dato la sua approvazione a fronte di una proposta non discriminatoria, non distortiva della concorrenza e non restrittiva è necessaria per dare l’ok ai francesi. Bruxelles crede che sia possibile aggiungere altre tre rotte, tra cui Parigi Charles de Gaulle e Lione e Rennes, e tra Lione e Marsiglia, a condizione che i servizi ferroviari siano migliorati e che i viaggiatori possano arrivare presto al mattino o di notte.

Le bocciature della Commissione

La Commissione Europea ha deciso di non approvare due tratte (da Parigi Charles de Gaulle a Bordeaux e Nantes) a causa del tempo di viaggio superiore a due ore e mezza previsto per i treni. Inoltre, i funzionari europei hanno rifiutato la proposta di esenzione francese sui voli nazionali brevi, che devono trasportare passeggeri con prenotazione su voli internazionali (o viceversa).

Un periodo di prova di tre anni

Come anticiapto, l’attuale divieto sarà in vigore per i prossimi tre anni. Alla scadenza di questo periodo, la Commissione esaminerà le misure adottate. Successivamente, potrebbe essere considerata la cancellazione di altri voli, a condizione che vengano offerti servizi ferroviari più efficienti, con frequenze sufficienti e orari adeguati, in particolare modo per quanto riguarda le coincidenze.

Tuttavia, il testo segnala anche che, se la qualità del servizio ferroviario dovesse migliorare e soddisfare determinati standard, potrebbe essere reintrodotto un collegamento precedentemente interrotto. I requisiti attuali sono già molto elevati, ma sarebbero stati ancora più restrittivi se la Commissione non avesse rifiutato una proposta di derogare l’obbligo di trasportare una maggioranza di passeggeri con cambio di treno.

Le reazioni

Willie Walsh, direttore generale della Iata, associazione internazionale dei vettori, afferma che l’interdizione dei voli brevi per ridurre le emissioni di anidride carbonica è assurda. Egli sostiene che, se in Europa venissero sostituiti tutti i voli inferiori a 500 chilometri con i collegamenti ferroviari, il 24% dei voli nel continente sarebbe eliminato ma le emissioni di CO2 del settore aereo diminuirebbero solo del 3,84%. Evidenziando come questa misura sia puramente simbolica, Walsh sottolinea che i governi europei continuano a ignorare la principale fonte di emissioni del trasporto aereo, vale a dire i voli a lungo raggio.

Le norme sulla concorrenza

Come detto, La Commissione si riserva di rivedere la decisione fra tre anni sulla base delle analisi delle tratte che sono interessate dalla misura: Parigi a Nantes, Lione e Bordeaux. Lo scorso anno la decisione presa dal governo francese aveva provocato la protesta dell’Unione degli aeroporti francesi che aveva etichettato la legge come una misura che minava le norme sulla concorrenza.

L’Unione Europea ha preso una posizione ben precisa dando ragione al governo francese sull’Articolo 20 del Regolamento sui servizi aerei. Questa decisione potrebbe avere un impatto anche sull’Italia poiché, per la prima volta, ha un valore potenziale di precedente. Come si legge nel regolamento, “In presenza di gravi problemi ambientali, lo Stato membro può limitare o rifiutare l’esercizio dei diritti di traffico, in particolare quando altri modi di trasporto forniscono un servizio soddisfacente”.

Cosa potrebbe cambiare per l’Italia

Quale sarebbe l’impatto sull’Italia di una simile scelta? Secondo un’indagine condotta dal Corriere nel gennaio 2022, le rotte interessate sarebbero potenzialmente quattro: Roma Fiumicino a Pisa, Firenze, Bologna e Napoli. Ma dai programmi per i prossimi mesi si ridurrebbero ​​a tre tratte da cancellare, tutte gestite da Ita Airways (non è più prevista Roma Fiumicino – Pisa). Di conseguenza, c’è chi sostiene che sia stato fatto molto rumore per nulla sulla questione dei voli brevi.