Fisco, addio alla mediazione: arrivano nuove regole per le liti

Il processo tributario cambierà volto: sarà più semplice e alla portata di tutti. Grazie alla riforma del contenzioso si potrà accedere alle udienze da remoto

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

L’obiettivo è quello di rendere più veloci i processi e semplici le procedure: è questo l’impegno che sta a monte della riforma del contenzioso. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Delega attraverso il quale viene dato attuazione alle indicazioni contenute all’interno della delega fiscale.

Attraverso quale percorso si intende arrivare alla riforma del contenzioso? Tra gli obiettivi che il governo Meloni ha intenzione di centrare ci sono quelli relativi ad una maggiore informatizzazione e digitalizzazione del processo tributario. Ma non solo: la strada da percorrere è anche quella di un potenziamento della conciliazione in modo da riuscire a smaltire le cause arretrate. Grazie alla tecnologia, inoltre, sarà possibile prevedere anche le cause da remoto.

Ma quali sono le novità più importanti previste dalla riforma del contenzioso? Viene estesa la possibilità, per le imprese, di aderire al cosiddetto adempimento collaborativo, il quale permette di ottenere l’affiancamento dell’Agenzia delle Entrate e la certezza sui controlli e sui pagamenti. Uno dei decreti di attuazione della delega fiscale ha di fatto abbassato la soglia per poter aderire a questo regime: fissata ora come ora ad un miliardo, permetterà, nel biennio 2024-25, di scendere a 750 milioni e, nel biennio 2026-27, a 500 milioni. Per il 2028 si attesterà a 100 milioni di euro.

Ma vediamo nel dettaglio cosa prevede la riforma del contenzioso.

Riforma del contenzioso: arrivano i decreti attuativi

Il Consiglio dei Ministri, tra i provvedimenti che ha approvato lo scorso 16 novembre 2023, c’era anche lo schema di un decreto legislativo che contiene le disposizioni in materia di contenzioso tributario ai sensi dell’articolo 19 della Legge n. 111 del 9 agosto 2023. Ora come ora arrivano delle modifiche alla disciplina, dopo le novità che sono state stabilite della Legge n. 130/2022.

Maurizio Leo, viceministro dell’Economia e delle Finanze, a margine della conferenza stampa del Consiglio dei Ministri, ha affermato che il governo Meloni ha intenzione di procedere con un deciso intervento, spingendo ulteriormente sulla digitalizzazione. Ma soprattutto si è fatto promotore dello sfruttamento del canale digitale per le udienze.

Con la pubblicazione del decreto attuativo alcune novità entreranno in vigore. Quelle organizzative e procedurali, invece, verranno applicate nel momento in cui ci saranno dei giudizi di primo e secondo grado, con notifica del ricorso che sia avvenuta dopo il 1° settembre 2024. Il potenziamento dell’informatizzazione della giustizia tributaria e l’abolizione del reclamo costituiscono alcune delle novità previste.

Processo tributario: ecco come cambierà

Sono diverse le novità che riguardano il processo tributario. Alcune di queste sono destinate ad entrare in vigore a seguito dell’approvazione del testo del decreto. Altre saranno applicate fin da subito (sulla carta il loro avvio è avvenuto nel corso del mese di settembre 2024).

Insieme alle regole sulla firma digitale e ad altri aspetti connessi, che sono stati resi operativi attraverso il decreto attuativo del 3 maggio 2023, sono in arrivo altre novità. Il nuovo decreto avrà al centro il potenziamento dell’informatizzazione della giustizia tributaria e l’accertamento della fase cautelare: senza dubbio questi costituiscono due obiettivi cardine.

Dovrebbero essere confermate inoltre:

  • l’abolizione del reclamo;
  • la decorrenza differita per i giudizi di primo e secondo grado, per i quali il ricorso sia stato notificato dopo il 1° settembre 2024.

Per quanto riguarda le corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado, il legislatore ha previsto delle modifiche per l’integrale digitalizzazione dell’intero sistema processuale.

Per quanto riguarda la testimonianza scritta, il legislatore ha previsto che il testimone, sfruttando una firma digitale, possa utilizzare un modulo scaricabile da remoto disponibile sul sito del Dipartimento della Giustizia Tributaria e sottoscriverlo. Utilizzando la firma digitale non ha necessità di altre autenticazioni.

La riforma del contenzioso: le altre novità previste

Con l’obiettivo di favorire al massimo la digitalizzazione del sistema processuale, ci sarà la possibilità di fornire la delega al difensore, utilizzando la firma digitale.

Il legislatore, inoltre, ha provveduto ad ampliare le ipotesi di litisconsorzio:

in caso di vizi della notificazione eccepiti nei riguardi di un atto presupposto emesso da un soggetto diverso da quello che ha emesso l’atto impugnato, la proposizione del gravame nei confronti di entrambi i soggetti.

Sono state, inoltre, introdotte alcune semplificazioni per quanto riguarda le spese di giudizio.

Tutte le comunicazioni di segreteria e le eventuali notificazioni potranno essere effettuate utilizzando le modalità telematiche: è potenziata la Pec.

I provvedimenti giurisdizionali devono essere redatti in maniera chiara e sintetica, in modo da essere i più semplici possibili.

Nel caso in cui le disposizioni che abbiamo appena visto inserite nel decreto non vengano modificate prima dell’entrata in vigore sarà, inoltre, introdotta l’impugnabilità anche del rifiuto espresso o tacito dell’istanza di autotutela.

La semplificazione

Uno dei principi base sui quali si baserà la forma della sentenza è la semplificazione. Il legislatore, infatti, ha introdotto la sentenza semplificata nei seguenti casi che riguardano direttamente il ricorso:

  • manifesta fondatezza;
  • inammissibilità;
  • improcedibilità;
  • infondatezza del ricorso.

Le udienze a distanza

Sicuramente una delle novità più importanti prevede la possibilità di svolgere le udienze a distanza. Potranno partecipare da remoto i seguenti soggetti:

  • contribuenti;
  • difensori dei contribuenti;
  • enti impositori;
  • soggetti della riscossione;
  • giudici;
  • personale amministrativo delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo.

La richiesta di accedere da remoto deve essere effettuata con il ricorso, nel primo atto difensivo o in un’apposita istanza notificata alle altre parti. Modalità di collegamento ed orario devono essere comunicati dalla segreteria tre giorni prima dell’udienza.

La modalità da remoto deve essere richiesta nel ricorso, nel primo atto difensivo o in un’apposita istanza notificata alle altre parti. L’ora e le modalità di collegamento devono essere comunicati dalla segreteria almeno tre giorni prima della udienza.

In estrema sintesi

Il legislatore ha voluto riformare il contenzioso tributario. La parola d’ordine è la semplificazione, che si traduce in sentenze più chiare e quindi più capibili da parte dei cittadini.

Ma non solo: è prevista una maggiore informatizzazione delle procedure, con buona parte delle notifiche che possono essere inviate tramite PEC. E, soprattutto, con la possibilità di partecipare alle udienze da distanza.