Fisco, per le liti fiscali arriva Prodigit: cos’è e come funziona la nuova banca dati

È online l'applicazione che consente di inviare la domanda di definizione agevolata delle controversie tributarie

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 29 Giugno 2024 09:43

Parte in via sperimentale la prima banca dati della giustizia tributaria di merito, un progetto volto a rendere più trasparenti e accessibili le liti fiscali della giurisprudenza tributaria, non solo per l’Agenzia delle Entrate ma anche per i contribuenti, attraverso una consultazione online, pubblica e gratuita.

Finora sono state pubblicate 329.316 sentenze, le cosiddette native digitali, pseudoanonimizzate e depositate tra il 2021 e il 2023, riguardanti solo il primo e il secondo grado. È già in corso l’implementazione per consentire la ricerca delle ordinanze emesse dagli organi della giustizia tributaria di rinvio alle Corti superiori, quali la Corte costituzionale, la Corte di Cassazione e la Corte di giustizia dell’Unione Europea.

Cos’è e come funziona la Banca dati

La Banca dati consente ai cittadini di accedere facilmente alle liti fiscali depositate tra il 2021 e il 2023. Il sito ufficiale spiega: “Si basa su una piattaforma digitale innovativa che offre un accesso semplificato e intuitivo” e riguarda le “sentenze tributarie di primo e secondo grado“. L’iniziativa è stata in parte finanziata con fondi europei nell’ambito di un progetto a cui ha partecipato anche il Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria.

Sono già in corso implementazioni del sistema che mirano a consentire non solo la ricerca delle ordinanze emesse dagli organi della giustizia tributaria di rinvio alle Corti superiori – come la Corte costituzionale, la Corte di Cassazione e la Corte di giustizia dell’Unione Europea – ma anche la possibilità, una volta raggiunto un accordo con la Suprema Corte di Cassazione, di verificare l’eventuale presenza del ricorso di legittimità e della relativa decisione riguardante la sentenza di merito oggetto di consultazione.

Per accedere al servizio bisogna andare sul sito bancadatigiurisprudenza.giustiziatributaria.gov.it e poi cliccare su “Consulta La Banca Dati”. A quel punto si apre una pagina in cui si può partire con la ricerca come parole specifiche, numero e anno della sentenza, valore della controversia, esito del giudizio, materia e spese a carico.

Cos’è il Prodigit

Il sistema, denominato Prodigit e sostenuto con 8 milioni di euro di finanziamenti Pon e React Ue, è stato elaborato in collaborazione tra il Mef e il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria. Il progetto è ambizioso: modernizzare la giurisdizione recentemente riformata con la legge 130/2022 e il Dlgs 220/2023, per implementare la trasparenza e consentire a tutte le parti di conoscere l’andamento della giurisprudenza di merito.

Questo strumento è stato fortemente richiesto dai professionisti del fisco, che in più occasioni hanno sollecitato il Ministero a concedere l’accesso al database per favorire la parità tra le parti nel processo fiscale. Fiorenzo Sirianni, direttore generale del dipartimento giustizia tributaria, ha sottolineato questo aspetto durante la sua audizione alla commissione finanza del Senato lo scorso febbraio. “Questo è un principio molto importante”, ha spiegato Sirianni, “perché rafforza il diritto alla parità all’interno del processo tributario tra il contribuente e l’ente impositore. Ovviamente, i professionisti e i cittadini potranno essere a conoscenza di questo patrimonio informativo che assicura un maggior diritto alla difesa”.

Da tempo i professionisti del Fisco chiedevano alle autorità un sistema più trasparente che favorisse la parità tra tutte le parti del processo fiscale, ossia il contribuente e il Fisco. Molti hanno sottolineato come l’Agenzia delle Entrate potesse accedere ai contenuti delle sentenze tributarie in modo più semplice e immediato rispetto ai contribuenti, che avevano a disposizione solo le pronunce pubblicate su riviste e raccolte di settore, spesso tramite la mediazione dei loro legali. Per questo motivo, la Banca dati è stata resa gratuita e liberamente accessibile.