Acconto IMU 2024, come effettuare i calcoli e quali scadenze rispettare

Entro il 17 giugno 2024 è necessario effettuare il versamento dell'acconto IMU 2024. Come ogni anno sono previste alcune esenzioni

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Arriva una prima e importante scadenza IMU: il 17 giugno 2024. Entro questa data i contribuenti sono tenuti a versare l’acconto dell’imposta. Generalmente questa deadline è fissata al 16 giugno, ma cadendo di domenica, ha fatto sì che l’obbligo slittasse di un giorno.

Ma entriamo nel dettaglio e cerchiamo di capire come si debbano comportare i contribuenti.

IMU, arriva un importante stop dalla Corte Costituzionale

Con la sentenza n. 60 del 18 aprile 2024, la Corte costituzionale ha ratificato l’esonero dal pagamento dell’IMU per gli immobili che sono stati occupati in maniera abusiva. I contribuenti, inoltre, hanno diritto a richiedere il rimborso dei pagamenti che sono stati effettuati in passato.

Ricordiamo, inoltre, che in conformità a quanto è previsto dalle direttive del Ministero dell’Economia, i soggetti che, nel corso del 2023 abbiano beneficiato delle esenzioni, sono obbligati a compilare la dichiarazione IMU per comunicare la situazione dell’immobile al comune nel quale hanno la residenza.

Quali sono le esenzioni previste nel 2024

Anche nel 2024 sono state confermate alcune esenzioni dall’obbligo di versare l’IMU. I Comuni che sono stati colpiti dai terremoti del 2012 in Emilia-Romagna, Lombardia e in Veneto e del 2016 nel Centro Italia sono esonerati dal pagamento.

È necessario segnalare, inoltre, che la possibilità da parte dei Comuni di introdurre nuove esenzioni è stata posticipata al 2025. Per determinare gli importi da versare per l’IMU i contribuenti devono fare riferimento alle delibere approvate dai vari Comuni nel 2023.

Sono soggetti all’IMU gli immobili di proprietà dei contribuenti, con eccezione dell’abitazione principale. Sempre che questa non sia di lusso, accatastata nelle categorie A/1, A/2 e A/9. L’imposta, inoltre, deve essere versata anche per le aree fabbricabili e per i terreni agricoli.

Sono tenuti a versare l’IMU i titolari del diritto reale dell’abitazione per usufrutto, uso, enfiteusi e superficie. L’obbligo è stato esteso anche al genitore affidatario in relazione all’immobile che è stato assegnato dal giudice. Tenuti al versamento, inoltre, sono anche i concessionari delle aree demaniali e il locatario di immobili che sono stati concessi in locazione finanziaria: in quest’ultimo caso, l’obbligo decorre dalla consegna e si protrae per tutta la durata del contratto.

IMU, la altre esenzioni previste

Nel momento in cui si vengono a generare particolari situazioni, i contribuenti hanno la possibilità di ottenere l’esenzione o la riduzione IMU sulla seconda casa. L’agevolazione, però, spetta solo e soltanto nel momento in cui si verificano determinate situazioni.

A regolamentare i casi di esenzione è stata direttamente la Corte Costituzionale, attraverso la sentenza n. 209 del 3 ottobre 2022. I giudici hanno introdotto un principio molto importante: l’IMU sulla seconda casa non deve essere versata nel momento in cui l’immobile è utilizzato da uno dei due coniugi come abitazione principale. L’esenzione, però, spetta solo e soltanto se la scelta di vivere nella seconda casa è stata determinata per motivi strettamente connessi con il lavoro.

A ogni modo, la sentenza della Corte Costituzionale ha di fatto allargato la definizione di abitazione principale, includendovi non solo il luogo dove il contribuente ha fissato la residenza anagrafica, ma anche quello nel quale ha la dimora abituale. E, soprattutto, arrivando a scindere la situazione dei singoli membri che appartengono allo stesso nucleo familiare. Che, a questo punto, non sono tenuti a vivere sempre sotto lo stesso tetto per ragioni di lavoro.

L’esenzione IMU non viene riconosciuta in maniera automatica. Ma è necessario dimostrare che i coniugi siano effettivamente residenti in tutti e due gli immobili. E che, almeno ai fini lavorativi, sia legittimo avere delle residenze separate.

L’IMU può essere dimezzata nel caso in cui gli immobili siano stati dichiarati inagibili o inabitabili. Per questo motivo non possono essere utilizzati. Questa esenzione spetta nel caso in cui vengano rispettati due requisiti di fondo:

  • l’immobile deve essere obiettivamente inagibile e inabitabile;
  • il fabbricato non deve essere utilizzato in alcun modo.

La documentazione per ottenere le agevolazioni

Le esenzioni che abbiamo appena visto sono importanti. Per accedervi, però, è necessario essere in possesso di una serie di documenti, con i quali attestare la situazione dell’immobile. È necessario, infatti, riuscire ad attestare ufficialmente le condizioni di inagibilità o anche di inabitabilità. O anche solo che la seconda casa sia utilizzata come abitazione principale.

Abitazione principale

I contribuenti che avessero intenzione di ottenere le esenzioni IMU per la seconda casa – quando viene utilizzata come abitazione principale da uno dei due coniugi – devono presentare alcuni documenti. Questi devono dimostrare, senza ombra di dubbio, la residenza anagrafica e la dimora abituale anche nel secondo immobile.

È necessario, quindi, essere in possesso della seguente documentazione:

  • i certificati di residenza;
  • le bollette di acqua, luce e gas. Queste servono per dimostrare che sono presenti dei consumi effettivi;
  • qualsiasi tipo di documentazione dalla quale si possa evincere l’effettiva presenza del nucleo familiare nei due immobili. Importante, in questo caso, può essere la scelta del medico.

Immobile inagibile o inabitabile

Nel momento in un immobile è inagibile o inabitabile è possibile ottenere una riduzione dell’IMU. In questo caso è necessario essere in possesso di una perizia tecnica con la quale documentare lo stato dell’immobile.

È necessario, però, che la perizia sia stata redatta da un ufficio tecnico comunale o da un tecnico abilitato. Spetta al proprietario pagare gli eventuali costi della perizia. Per risparmiare, è possibile presentare una dichiarazione sostitutiva attraverso la quale si attestino le condizioni di inagibilità o inabilità dell’immobile. È comunque necessario allegare tutta la documentazione tecnica necessaria per confermare quanto dichiarato.

IMU, come si effettua il calcolo

Per effettuare il calcolo dell’IMU è necessario prendere in considerazione le agevolazioni che sono state previste dal legislatore. Per i fabbricati di interesse storico, per esempio, è prevista una riduzione del 50% della base imponibile. La riduzione è prevista, inoltre, per le unità immobiliari che sono state concesse in comodato d’uso gratuito ai parenti in linea retta entro il primo grado. È stata prevista, inoltre, un’agevolazione per i pensionati che sono residenti all’estero e che risultano essere iscritti all’Aire.

Le aliquote da utilizzare per effettuare i calcoli dell’IMU vengono pubblicate direttamente sul sito del Ministero delle Finanze entro la fine di ottobre. Per l’acconto di giugno si prendono in considerazione le aliquote 2023. Con il saldo di dicembre si effettua il conguaglio con le aliquote aggiornate.

In sintesi

Si avvicina la deadline dell’acconto IMU. Entro la metà del mese di giugno i contribuenti devono passare alla cassa per effettuare il versamento.

L’imposta è dovuta per tutti gli immobili, eccetto che per la prima abitazione. In alcuni casi, come quando gli immobili sono inagibili, non è necessario versare l’imposta.