Confermate anche per il 2025 le comunicazioni trimestrali Iva, che avranno quattro scadenze, uguali sia per quanti effettuano il versamento mensile che per quanti lo fanno a cadenza trimestrale.
Le Lipe 2025 sono un adempimento funzionale, che serve all’Agenzia delle Entrate per verificare preventivamente che i contribuenti abbiano versato in modo corretto l’Iva periodica.
Indice
Lipe 2025, tutte le scadenze Iva di quest’anno
Gli appuntamenti con le comunicazioni Lipe 2025 seguono lo stesso calendario del 2024, con le dovute correzioni determinate dalle festività. Entrando nel dettaglio le scadenze che devono essere rispettate sono le seguenti:
- primo trimestre (sia per i soggetti che effettuano il versamento Iva mensile e per quelli che hanno optato per quello trimestre) – 3 giugno 2025 (lo slittamento si deve al fatto che il 31 maggio è capitato di domenica, mentre il 2 giugno è festivo);
- secondo trimestre (per tutti i soggetti) – 30 settembre 2025;
- terzo trimestre – 1° dicembre 2025;
- quarto trimestre – 2 marzo 2026 (il 28 febbraio 2026 capita di sabato).
La comunicazione delle liquidazioni Iva ha, quindi, una scadenza trimestrale, per tutti i soggetti: deve essere effettuato entro la fine del secondo mese successivo rispetto al trimestre di riferimento. Nel caso in cui il mese si chiuda di sabato o domenica, la deadline slitta al primo giorno lavorativo utile.
Sono tenuti ad effettuare trimestralmente la comunicazione Lipe i soggetti passivi Iva: devono essere inviate all’Agenzia delle Entrate i dati contabili di riepilogo delle operazioni che sono state effettuate.
Particolare attenzione deve essere posta dai contribuenti alla comunicazione Lipe del quarto trimestre 2025: i titolari di partita Iva hanno la possibilità di evitare di inviare il modello nel caso in cui i dati siano contenuti all’interno della dichiarazione Iva e questa sia stata inviata entro il 2 marzo 2026 (il 28 febbraio cade di sabato).
La dichiarazione annuale Iva
È bene soffermarsi un attimo sulla dichiarazione annuale Iva. Come già anticipato al paragrafo precedente, anche per il 2025 continua a rimanere in vigore la norma che permette di trasmettere la comunicazione Lipe 2025 congiuntamente a questo modello. Quanti, invece, dovessero decidere di mantenere separate le due operazioni devono ricordare che la scadenza per la dichiarazione Iva era fissata al 30 aprile 2025.
Per riuscire ad unire le due operazioni era necessario inviare anche il quadro VP entro la fine del mese di febbraio.
Le istruzioni per compilare le comunicazioni trimestrali
Compreso quale sia il calendario delle scadenze di trasmissione delle Lipe 2025, è bene soffermarci un attimo anche sulle istruzioni che devono essere seguite per predisporre la modulistica e, quindi, procedere con l’invio telematico dei dati relativi alle comunicazioni trimestrali delle liquidazioni periodiche Iva.
Per il 2025 non è prevista alcuna novità di rilievo rispetto allo scorso anno. I contribuenti devono attenersi alle consuete specifiche tecniche relative all’invio telematico delle Lipe 2025. L’operazione prevede la predisposizione di un file xml nel quale devono essere obbligatoriamente contenute le seguenti informazioni:
- i dati attraverso i quali identificare il contribuente che sta effettuando la comunicazione Lipe 2025;
- i dati che si riferiscono direttamente alle operazioni Iva che sono state effettuate nel corso del trimestre di riferimento (quindi per quella del 3 giugno, il primo trimestre 2025);
- nel caso in cui dovesse essere presente, i dati del dichiarante.
L’operazione può essere effettuata utilizzando il software messo a disposizione gratuitamente dall’Agenzia delle entrate. Direttamente il contribuente o il suo intermediario abilitato dovranno effettuare le seguenti operazioni:
- firmare la documentazione utilizzando la funziona Sigillo che è presente all’interno del portale fatture e corrispettivi;
- utilizzando la funzione che è presente all’interno del portale, è necessario controllare la documentazione;
- effettuare l’invio telematico.
Nel caso in cui dovesse essere presente un credito Iva che scaturisce dalla dichiarazione presentata nel 2024 è necessario fare attenzione. In questo caso il contribuente deve provvedere a compilare il quadro VP9, grazie al quale è possibile portare in compensazioni eventuali crediti attraverso un Modello F24.
Tutte le novità del 2025
Nel corso degli ultimi anni sono state introdotte un po’ di novità in relazione alla Lipe. Un po’ alla volta è stata estesa la platea dei potenziali utilizzatori delle bozze di comunicazione delle liquidazioni periodiche dell’Iva. Un sorta di modello precompilato, che è stato messo a disposizione direttamente dall’Agenzia delle entrate.
Attraverso il Decreto Sostegni datato 1° luglio 2021 è stata prevista che la versione precompilata venisse messa a disposizione per tutti i soggetti passivi Iva che siano residenti nel nostro Paese. Con un ulteriore provvedimento sono stati individuati anche i soggetti che effettuano la liquidazione trimestrale dell’imposta. In altre parole questi soggetti costituiscono la platea interessata dalla sperimentazione, che anno dopo anno si è allargata. A seguito di un provvedimento del 12 gennaio 2023, sono state gradualmente estese a:
- quanti applicano uno specifico metodo per determinare l’Iva ammessa in detrazione. Un esempio in questo senso è costituito dai produttori agricoli o da quanti stiano svolgendo delle attività agricole connesse o gli agriturismi;
- i contribuenti che siano stati sottoposti a fallimento o a liquidazione coatta amministrativa.
Quanto abbiamo elencato – compresi i contribuenti che liquidano l’Iva mensilmente o trimestralmente – possono accedere al proprio cassetto fiscale e convalidare le bozze dei registri Iva. In alternativa hanno la possibilità di integrare o modificare i dati che sono contenuti.
Da un punto di vista strettamente tecnico o fiscale, invece, non sono state previste delle novità sostanziali. I contribuenti, però, devono tenere conto delle scadenze relative ai versamenti Iva che devono essere indicati all’interno delle Lipe 2025, che sono state previste all’interno della riforma fiscale. È stata infatti ampliata la soglia minima per effettuare i versamenti dell’Iva e delle ritenute sui redditi da lavoro autonomo. Per quanto riguarda l’imposta sul valore aggiunto si passa da un minimo di 25,82 euro a 100 euro. Oltre questo importo scatta l’obbligo del versamento.