Bufera su Santanchè: di cosa è accusata

Le società legate all’esponente di Fratelli d’Italia avrebbero assunto condotte scorrette nei confronti di dipendenti e fornitori

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

In questi giorni, la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, si trova al centro di forti polemiche. Già al centro del caso Open to Meraviglia, secondo un reportage del programma televisivo “Report” sembra che la ministra non abbia realmente avuto l’impressionante carriera imprenditoriale di cui vantava da anni. L’inchiesta si concentra sulla gestione delle società Ki Group (acquistata nel 2006 insieme all’ex compagno Canio Mazzaro) e Visibilia, di cui Santanchè è stata coinvolta.

Il caso Ki Group

La Ki Group, attiva nel settore alimentare biologico, è stata gestita personalmente dalla ministra fino al 2022. Allo stesso tempo, la società di pubblicità Visibilia è stata venduta pochi giorni dopo la sua nomina nel governo Meloni.

Secondo quanto riportato da “Report”, durante il periodo compreso tra il 2018 e il 2019, l’azienda Ki Group avrebbe accumulato debiti nei confronti dei fornitori per un ammontare totale di 8 milioni di euro. Questa situazione finanziaria ha creato difficoltà nell’approvazione dei bilanci.

Al fine di risolvere la situazione, è stata creata una nuova società denominata Ki Group srl, che ha incorporato i settori redditizi dell’azienda madre, lasciando da parte i debiti accumulati. Tuttavia, questi debiti avrebbero causato difficoltà a diversi fornitori, tra cui la società AT&B, che sarebbe stata costretta ad affittare il marchio Verde Bio all’azienda di Santanchè a un prezzo molto conveniente.

Inoltre, alcuni dipendenti di Ki Group sono ancora in attesa di ricevere il trattamento di fine rapporto (TFR). In alcuni casi, si parla di somme che arrivano a decine di migliaia di euro. Secondo “Report”, alcuni ex dipendenti hanno lamentato una scarsa trasparenza nella gestione patrimoniale della Ki Group, attraverso la quale sarebbe stato pagato un appartamento a Milano per un costo annuo di 100.000 euro, registrato come “ufficio di rappresentanza”.

I debiti e la vendita di Visibilia Editore

Verso la metà degli anni Novanta, la ministra Santanchè ha fondato Visibilia Editore, un’azienda di comunicazione quotata in Borsa, di cui è stata azionista principale fino a metà ottobre e presidente fino a gennaio 2022. Anche in questo caso, ex dipendenti hanno raccontato dettagli sulla gestione dell’azienda. Uno di loro, sotto anonimato, ha riferito che una collega sarebbe stata inserita in cassa integrazione a zero ore, ma in realtà avrebbe continuato a lavorare poiché non era stata informata del provvedimento.

I debiti societari di Visibilia sono arrivati all’attenzione della Procura di Milano. Lo scorso novembre, i pubblici ministeri milanesi hanno rinunciato alla richiesta di liquidazione giudiziale presentata contro Visibilia, in quanto l’azienda aveva saldato il proprio debito nei confronti dello Stato per circa 1,4 milioni di euro.

In passato, i media avevano riportato notizie secondo cui Santanchè fosse oggetto di indagine, ma la ministra ha difeso sé stessa in diverse occasioni. “Visibilia è un’azienda che ho fondato, ma è stata venduta. C’è una cartella esattoriale non pagata e i nuovi soci se ne occuperanno. Non ci sono reati, non c’è un’ipotesi di reato”, aveva dichiarato.

Caso Santanchè, le reazioni nel mondo politico

Il caso sollevato da Report sulla ministra del Turismo ha scatenato tensioni all’interno della maggioranza di governo, suscitando anche disaccordi tra i partiti di centrodestra.

La Lega ha formalmente invitato la ministra a fornire spiegazioni in Parlamento. Riccardo Molinari, capogruppo del partito di Matteo Salvini, che ha chiesto che Santanchè si presenti in Parlamento per chiarire la sua situazione. “I processi non si fanno in televisione”, ha sottolineato, “aspettiamo che venga in Aula a spiegare”. Anche Forza Italia ha espresso dubbi, con il vice presidente della Camera e membro di Forza Italia, Giorgio Mulè, che ha affermato: “È giusto che lei spieghi i dettagli della vicenda affinché non ci siano dubbi. È giusto che chiarisca, in Parlamento o in televisione, contribuendo ad eliminare qualsiasi dubbio o incertezza”.

La posizione assunta dalla Lega e da parte di Forza Italia è in linea con le richieste di tutte le opposizioni. Dal movimento Avs, che ha lanciato anche una petizione per le dimissioni della ministra, fino al Partito Democratico e Azione, passando per il Movimento Cinque Stelle, la richiesta è la stessa: che Santanchè si presenti in Aula o si dimetta. 

Il leader di Azione, Carlo Calenda, parla di “questione etica dei comportamenti” e sostiene che se non si riesce a fornire spiegazioni sull’uso fraudolento della cassa integrazione o sul mancato pagamento del TFR, e si è chiamati a rappresentare l’Italia nel settore turistico a livello internazionale, allora è necessario dimettersi.

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, cerca di placare gli animi affermando: “Non c’è nessun problema, il governo durerà cinque anni”. Il vice capogruppo di Forza Italia alla Camera, Raffaele Nevi, invita a giudicare Santanchè per il suo operato come ministra, sostenendo che l’opposizione dovrebbe concentrarsi nel chiederle conto delle misure che adotta per il Paese.