Caso Santanchè, alta tensione in Senato: cosa ha detto la ministra

La ministra del Turismo ha tenuto un’informativa a Palazzo Madama per difendersi dalle accuse di Report e Domani: il suo discorso e le reazioni dei partiti

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Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

Da quando il governo presieduto da Giorgia Meloni si è insediato alla guida del Paese negli ultimi giorni dello scorso ottobre, sono stati davvero pochi gli appuntamenti parlamentari che hanno suscitato così tanta attesa come quello andato in scena oggi nell’aula del Senato. Già nei giorni scorsi i quotidiani, i talk show e le agenzie di stampa hanno cavalcato la vicenda, alcuni dei quali sono stati poi citati direttamente dalla diretta interessata, la ministra Daniela Santanchè, nel momento in cui è comparsa tra i banchi dell’esecutivo per pronunciare un’informativa su alcune questioni assai spinose che riguardano le sue aziende.

In particolare, la titolare del dicastero del Turismo ha deciso di presentarsi davanti ai colleghi di Palazzo Madama (senza però replicare l’intervento alla Camera dei Deputati) nel tentativo di fare chiarezza su quella che lei ha definito senza mezzi termini una “campagna di vero e proprio odio nei miei confronti, portata avanti con mezzi scandalistici”. Il riferimento è solo in parte alla trasmissione televisiva Report, in onda ogni lunedì sera su Rai Tre, che nella puntata del 19 giugno scorso ha dedicato un reportage molto dettagliato su delle presunte manovre economiche poco chiare compiute dalle società riconducibili all’esponente di Fratelli d’Italia.

Daniela Santanchè in Senato per l’informativa sulle sue aziende: il discorso integrale della ministra del Turismo

In un monologo durato poco più di trenta minuti (a cui hanno fatto seguito gli interventi – senza che fosse prevista alcuna risposta – dei rappresentanti dei partiti), Daniela Santanchè ha fatto il riepilogo sia delle notizie divulgate su di lei da parte della trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci, sia delle accuse pubblicate dal quotidiano Domani (di proprietà dell’imprenditore Carlo De Benedetti) e apparse in edicola proprio nella mattinata di oggi (mercoledì 5 luglio).

Secondo quanto esplicitato dalla ministra, il giornale diretto da Emiliano Fittipaldi (che solo da alcune settimane ha preso il posto di Stefano Feltri) avrebbe scritto “con dovizia di particolari che mi troverei sotto indagine da parte della Procura di Milano, snocciolando una serie di informazioni senza minimamente indicare alcuna fonte, informazioni di cui infatti non siamo a conoscenza né io né i miei legali”.

La prima deduzione riportata dall’imprenditrice afferma come Domani stia assumendo un comportamento non corretto nei suoi confronti: “O il quotidiano mente sapendo di mentire, facendo una vera e propria imboscata alla mia persona, oppure fa riferimento a documenti che non sono in mio possesso”. Cosa che, sostiene la ministra del Turismo, “sarebbe ancora più grave”, in quanto presupporrebbe una fuoriuscita di atti giudiziari concernenti la situazione di una privata cittadina all’oscuro di tutto.

Le accuse agli organi di stampa e la difesa delle sue azioni: cosa ha detto Daniela Santanchè nell’informativa al Senato

Prima ancora di rispondere punto su punto su quanto divulgato dalle ricostruzioni giornalistiche, Daniela Santanchè si è spinta a chiedere “un’azione comune di tutto il Senato contro queste sporche e schifose pratiche. Vi chiedo di reagire contro queste azioni – ha proseguito la ministra – che potrebbero colpire qualsiasi cittadino, politico o non politico”.

Poi ha iniziato un lungo iter cronologico sulla propria carriera imprenditoriale, iniziata quando aveva 25 anni: “Sono partita facendo leva solo sulla mia passione per le aziende e sulla forza del mio lavoro, affidandomi solo ed esclusivamente a me stessa. Ho raggiunto tanti traguardi, ho dato da lavorare a tante persone e di questo ne vado fiera. Non sentirete mai un mio passo indietro su questo punto”.

La questione dell’avviso di garanzia e l’appello rivolto al Senato: tutti i passaggi del discorso di Daniela Santanchè

Venendo poi alle indiscrezioni diffuse a mezzo stampa, Daniele Santanchè ha giurato in maniera solenne sul proprio onore “di non essere stata raggiunta da alcun avviso di garanzia“, adducendo anzi come “sono io che dovrei chiedere delle risposte”. È in questo passaggio che la ministra – già fedelissima di Silvio Berlusconi durante i suoi governi, poi trasmigrata nelle file di Fratelli d’Italia – ha cercato di non lasciare spazio alla retorica, iniziando a concentrare le parole sulla ricostruzione dei fatti.

Poi, per l’appunto, ha elencato una lunga serie di domande e quesiti rivolti ai colleghi: “È normale che un ministro della Repubblica apprenda da un giornale dell’ipotesi di un’indagine giudiziaria a proprio carico? È un Paese normale quello in cui un giornalista dichiara di sapere delle cose che non sono a conoscenza dei miei avvocati, né dell’opinione pubblica? Voi lascerete che questa cosa vada avanti in modo tranquillo? Chiuderemo gli occhi contro gli attacchi personali che mi vengono rivolti? Mi aspetto un segno concreto di reazione da parte di tutti voi, cari colleghi”.

Dal caso Ki Group alle società del gruppo Visibilia: i grattacapi della ministra Santanchè

Daniela Santanchè ha poi sviscerato una serie di notizie che riguardano i propri affari imprenditoriali: “Ho sempre investito in alcuni specifici settori, ossia quello della pubblicità, dell’intrattenimento e dell’editoria, dando vita ad alcune riviste che tutti noi, almeno una volta, abbiamo sfogliato. Sono entrata in quest’ultimo ambito alla vigilia della più grande crisi mondiale della carta stampata. Ho avuto difficoltà che non nego, ma ho sempre messo a disposizione il mio patrimonio personale per uscire da queste situazioni di disagio. Non me ne vergogno” ha proseguito la ministra, che anzi ha rincarato la dose sostenendo come “dovrei essere elogiata per questo“.

Si è così arrivati a parlare di Ki Group, multinazionale attiva nel comparto dell’agroalimentare biologico: “Non ho mai avuto ruolo dirigenziale in questa impresa. La mia partecipazione all’amministrazione non ha mai superato il 5% del totale delle azioni. Nel 2010 è stata avviata un’operazione di salvataggio di questo gruppo (evidentemente non così solido a livello finanziario, ndr), ma non è stata pensata da me, bensì dal padre di mio figlio, con cui non avevo più alcun rapporto di relazione o convivenza”. I riferimenti della ministra sono a tale Canio Giovanni Mazzaro – imprenditore farmaceutico e suo partner all’epoca dei fatti contestati – e al suo primogenito Lorenzo Mazzaro, presente in tribuna al Senato per ascoltare le parole della madre e darle manforte.

Il mancato pagamento della cassa integrazione ai dipendenti e il suo ruolo nell’azienda: la difesa di Santanchè in Senato

Per quanto riguarda invece le interviste realizzate da Report ai dipendenti di quel gruppo (che la accusano di diversi comportamenti scorretti nei loro confronti, soprattutto nel periodo della pandemia da Covid-19, quando non avrebbe pagato loro i compensi della cassa integrazione, pur avendoli ricevuti dallo Stato), Daniela Santanchè ha specificato come fosse stata assicurata loro “un’occupazione per i 12 anni successivi. E anche nel periodo in cui la società ha raggiunto ottimo risultati in borsa (ossia tra il 2014 e il 2018), io sono sempre rimasta esterna a quelle dinamiche“, sottolineando come “a quei tempi ho ricevuto un compenso annuo da Ki Group pari a 100mila euro lordi annui, una cifra via via decrescente”.

A conclusione di questo capitolo ha poi ricordato che “dal gennaio del 2019 (e per meno di 2 anni) ho assunto un ruolo dirigenziale in Ki Group senza però vantare alcun potere, per poi allontanarmene. Da Ki Group ho incassato complessivamente 27mila euro lordi annui nel triennio tra il 2019 e il 2021, quindi nessuna delle cifre mirabolanti illustrate dal programma”. Infine, ha voluto lanciare una rassicurazione ai lavoratori in oggetto, garantendo loro che “tutti gli impegni verranno onorati, è scritto nell’accordo per la ristrutturazione del debito contratto con Invitalia” nel periodo dell’emergenza sanitaria.

La galassia Visibilia e il fondo Negma per il sostentamento dei debiti: perché Daniela Santanchè è finita sotto attacco

Venendo alla seconda e ultima parte dell’informativa, quella relativa alle aziende da lei stessa gestite (racchiuse nella galassia imprenditoriale rinominata Visibilia), Daniela Santanchè ha rivendicato di non aver mai avuto favoritismi, né di averli mai cercati: “Stiamo parlando dell’attività di costituzione di un veicolo industriale quotato in borsa per l’attività editoriale. Negli anni scorsi, la società Visibilia spa (da non confondere con le altre del gruppo, che detengono in parte lo stesso nome ma con formule e diciture diverse, ndr) ha fatto ricorso a prestiti obbligazionari del tutto legittimi, previsti sia da Banca d’Italia che da Consob, accettando l’intervento del fondo Negma, che opera nel territorio dell’Unione europea come molti altri a soggetti similari”.

“Il fondo Negma – ha proseguito la ministra del Turismo – si è fatto avanti per intervenire nell’ambito della situazione di Visibilia spa. Questo fino a quando un socio di minoranza residente alle Bahamas (intervistato dall’inviato di Report, il cronista Giorgio Mottola, che lo ha raggiunto di persona presso la sua abitazione sita in una delle isole dei Caraibi, ndr) ha fatto proposte irricevibili per divincolare l’azienda dall’aiuto economico che stava ricevendo. Per questo motivo lo abbiamo diffidato tramite i nostri avvocati ed è stata questa l’unica occasione in cui è stato chiesto l’intervento dello studio legale La Russa“. In questo modo la ministra ha voluto chiarire anche la questione sulla presunta attività di difesa portata avanti a suo favore dall’attuale presidente del Senato, Ignazio La Russa (suo storico amico e compagno di partito), anch’esso citato nella ricostruzione mandata in onda su Rai Tre.

Perché si parla di un debito di Daniela Santanchè nei confronti dello Stato: la spiegazione della ministra

Non contenta di quanto spiegato, la ministra ha proseguito nel dettagliare in modo accurato tutti gli aspetti riguardanti il gruppo d’impresa Visibilia, che si struttura in “4 distinte società, per le quali il Tribunale di Milano ha richiesto lo stato di liquidazione – ossia, quella che una volta era definita istanza di fallimento – e per tutte la pratica è in fase di definizione”. Ed è qui che Daniela Santanchè è tornata ad attaccare in maniera diretta il quotidiano Domani, che – a suo dire – avrebbe ordito “un tentativo di ostacolare la ristrutturazione in corso del debito delle mie imprese, che invece sta arrivando a compimento tramite l’utilizzo degli strumenti previsti dalla legge in vigore”. Un complotto per far passare un messaggio screditante, insomma, “per poi rinfacciarmelo“.

Dopo aver chiarito di non aver più alcun ruolo nemmeno nelle società riconducibili al gruppo Visibilia, la titolare del Turismo è passata ai commenti personali: “Di questo marasma restano le note di colore sul mio abbigliamento, sulle mie case, sulle mie frequentazioni, sulle mie amicizie e su alcune multe erroneamente intestate a me (anche questa vicenda è stata sollevata dai media nelle ultime settimane, non trovando però alcun riscontro pratico, ndr), perché non ho alcuna penale da pagare”.

Il discorso della ministra Santanchè e la reazione delle opposizioni in Senato: cosa accadrà ora?

Mentre i toni dei partiti di opposizione si erano ormai fatti molto alti, Daniela Santanchè ha scelto di concludere l’excursus sulla sua carriera professionale dicendo ad alta voce che “non mi sono mai appropriata di nulla che non fosse riconosciuto espressamente come mio e non ho mai abusato delle posizioni apicali che ho assunto nelle mie aziende”. Poi ha rivendicato la propria scelta di riferire in Aula (“mio padre diceva che solo chi ruba si vuole nascondere”), chiarendo che “ci vuole ben altro per spezzarmi e farmi diventare triste. Sono una persona felice, alla mattina mi guardo allo specchio e mi piace l’immagine che vedo riflessa” perché “solo chi fa può sbagliare“.

Una frase, quest’ultima, che diversi senatori intervenuti nelle risposte (accordate nel tempo di 5 minuti per ogni gruppo parlamentare) hanno interpretato come una nemmeno troppo velata ammissione di colpevolezza. Il caso è poi proseguito sia dentro che fuori dall’emiciclo, fino alla notizia ufficializzata pochi minuti fa: il Movimento 5 stelle ha depositato una mozione di sfiducia nei suoi confronti.

Le ripercussioni dell’informativa in Aula e il ruolo del Partito Democratico: cosa aspettarsi dal caso Santanchè

In attesa che anche questo passaggio (ossia la discussione del documento presentato dai pentastellati) venga inserito nel calendario dei lavori, c’è da scommettere che la mozione di sfiducia verrà appoggiata anche da altri partiti rimasti insoddisfatti dalle parole della ministra, a cominciare dalla formazione composta da Sinistra Italiana ed Europa Verde, che già aveva paventato la richiesta di dimissioni.

L’attenzione di tutti passa ora sulla segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, che già nella serata di lunedì 3 luglio (ospite della trasmissione In Onda in prima serata su La7) aveva detto che, qualora fossero stati confermati i debiti contratti dal gruppo Visibilia nei confronti dell’erario pubblico, “le dimissioni della ministra sarebbero il minimo sindacale“. Sulla stessa linea d’onda non sembrano essere i colleghi di Italia Viva, che per voce del senatore Enrico Borghi hanno invitato tutti a sottrarsi dalla logica del “garantismo a fasi alterne”.