Prezzo del pane alle stelle: le città in cui costa di più

Dal grano al pane il prezzo aumenta di oltre 17 volte: è quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sull’inflazione media nei primi otto mesi dell’anno dell’Istat

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Da grano a pane, il costo è aumentato di oltre 17 volte, considerando che per ottenerne un chilo è necessario utilizzare circa un chilo di grano. Da quest’ultimo, si ricava 800 grammi di farina, che, mescolati con acqua, portano alla produzione di un chilo di prodotto finito. Questa discrepanza è senza precedenti, come evidenziato da un’analisi condotta da Coldiretti sull’inflazione media durante i primi otto mesi dell’anno, secondo i dati resi noti al Villaggio contadino di Roma in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, che si celebra il 16 ottobre.

L’aumento dei prezzi

Secondo un’analisi approfondita condotta da Coldiretti, basata su dati forniti da Ismea e Istat riguardanti l’inflazione media nei primi otto mesi del 2023 in confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente, emerge un quadro sorprendente della situazione del mercato del grano e del pane in Italia. Attualmente, i produttori agricoli sono costretti a vendere un chilo di grano a un prezzo nettamente inferiore rispetto all’anno precedente, ovvero circa 24 centesimi. Questo rappresenta una notevole diminuzione del 32% in termini di valore, un calo che ha evidenti implicazioni per l’agricoltura e l’intera catena di produzione del pane nel paese.

Parallelamente a questa tendenza, assistiamo a un notevole divario tra il prezzo di vendita del grano e quello del pane al consumatore finale. Infatti, un chilo può variare notevolmente nel suo costo, oscillando tra i 3 e i 5 euro, a seconda della città in cui ci si trova, e in alcuni casi con un aumento del prezzo che può arrivare al 20%. Questo divario tra il prezzo di acquisto del grano da parte dei produttori agricoli e il costo del pane per i consumatori è oggetto di crescente preoccupazione ed è indice di un sistema economico che necessita di attenzione e riforme significative.

In particolare, l’incidenza del costo del grano sul prezzo del pane sta diventando sempre più trascurabile, con una diminuzione tale da scendere notevolmente al di sotto del 10% in media. Questo dato è evidenziato dalla considerevole variabilità dei prezzi al dettaglio del pane nelle diverse regioni del paese. Al contrario, i prezzi del grano sono direttamente influenzati dalle fluttuazioni delle quotazioni internazionali, rendendo il settore agricolo vulnerabile alle dinamiche globali.

Quanto costa il pane in queste città italiane

Tra le città prese in esame dal rapporto, basandosi su elaborazioni dei dati dell’Osservatorio prezzi del Ministero dello Sviluppo Economico nel mese di agosto, i costi sono i seguenti:

  • Bologna: 5,14 euro al chilo
  • Milano: 4,33 euro al chilo 
  • Palermo: 4,14 euro al chilo
  • Roma: 3,25 euro al chilo
  • Napoli: 2,26 euro al chilo

Nonostante una diminuzione del 10% nella produzione di grano in Italia a causa dei cambiamenti climatici, il grano viene attualmente sottopagato agli agricoltori a causa delle speculazioni effettuate da chi acquista grano sui mercati esteri per poi venderlo come pane “Made in Italy.” Questo è il punto chiave sollevato da Coldiretti.

Per tale motivo, Coldiretti chiede l’introduzione dell’obbligo di indicare l’origine del grano utilizzato sia per le pagnotte che per i panini, sia sull’etichetta se sono confezionati che nel libro degli ingredienti se non sono confezionati, in modo simile a quanto accade per la pasta.

Infine, Coldiretti evidenzia che i consumi di pane sono diminuiti drasticamente, raggiungendo il minimo storico di soli 80 grammi al giorno per persona, con una diminuzione del 33% in poco più di un decennio.

Cala il prezzo del grano, agricoltori in ginocchio

Al Villaggio contadino di Roma, la Coldiretti ha reso noti i risultati di un’analisi basata sui dati della Chicago Board of Trade. Questa ha rivelato che nell’ultimo anno, a livello mondiale, la speculazione relativa al grano ha assorbito quasi 100 miliardi di dollari. Nel dettaglio, le quotazioni internazionali del grano sono scese da 9,28 dollari per bushel nell’ottobre 2022 a poco più di 5,80 dollari per bushel (equivalenti a 27,216 chili) attuali. Tuttavia, questo calo dei prezzi non ha portato alcun beneficio ai consumatori, ma ha colpito duramente milioni di agricoltori.

L’andamento dei prezzi dei prodotti agricoli è sempre più influenzato dai movimenti di capitale che si spostano agilmente dai mercati finanziari a quelli delle materie prime, che includono non solo il petrolio e i metalli preziosi, ma anche il grano. Quest’ultimo è quotato come una qualsiasi altra merce presso la Chicago Board of Trade, un punto di riferimento per il mercato delle materie prime agricole a livello internazionale.

Secondo un’analisi della Coldiretti basata su dati della FAO, la produzione mondiale di grano è stata fissata quest’anno a 785 milioni di tonnellate, registrando un calo di 18 milioni di tonnellate rispetto alla campagna precedente del 2022-2023, equivalente al 2,3% in meno.

Questo calo dei prezzi non ha contribuito a migliorare gli approvvigionamenti nei paesi più poveri dell’Africa e dell’Asia né ad evitare carestie che potrebbero spingere flussi migratori. Nel 2022, secondo un’analisi della Coldiretti basata sul rapporto della FAO intitolato ‘Lo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo’, la fame nel mondo ha colpito 122 milioni di persone in più rispetto al 2019, portando il numero stimato di persone affette dalla fame a una media di 735 milioni.

Prandini (Coldiretti): “Al lavoro per rendere i prezzi equi”

Tra i partecipanti al Villaggio a Roma figuravano il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, il governatore della Regione Lazio, Francesco Rocca, e il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida. Quest’ultimo, durante il suo intervento al Villaggio, ha assicurato che entro questo mese il paese introdurrà un divieto sulla produzione, commercializzazione e importazione di cibo sintetico. Ha anche espresso la speranza che la prossima settimana il disegno di legge venga calendarizzato per essere discusso nell’Aula della Camera, dopo aver già ottenuto il via libera al Senato.

“Occorre ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare da subito nell’ambito del Pnrr per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “serve anche investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità, contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento di risposta ai cambiamenti climatici”.