Quanto costa l’auto più piccola del mondo (anche elettrica)

Creata in Inghilterra nel primo Dopoguerra, ora due imprenditori l’hanno ricostruita con le misure originali: piccola e attenta all’ambiente, ecco il prezzo

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Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

Per raccontare la storia dell’auto più piccola del mondo occorre fare marcia indietro di quasi 70 anni. Siamo sulla piccola Isola di Man, un lembo di terra situato nel Mare d’Irlanda, a metà fra l’Inghilterra e il territorio nazionale dell’Irlanda del Nord. È il periodo del primo grande boom economico dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale: i cittadini hanno voglia di lasciarsi alle spalle il terrore degli spari e dei bombardamenti, le famiglie iniziano a riacquistare speranza e fiducia verso un mondo che sembra aprire loro ogni porta.

Sulla scia del progresso tecnologico (e, di conseguenza, economico), le fabbriche ampliano le proprie produzioni inserendo macchinari sempre più nuovi. L’esempio dell’americano Henry Ford è ancora impresso nella mente degli imprenditori europei: più gente lavora, più gente può spendere per acquistare i prodotti che loro stessi realizzano nelle fabbriche. Lo sanno anche a Douglas, capitale dell’Isola di Man, dove un ristretto gruppo di investitori apre uno stabilimento d’auto e inizia a sfornare decine di modelli di quella che passerà alla storia come l’auto più piccola del mondo.

Torna la Peel P50: tutto quello che c’è da sapere sull’auto più piccola del mondo

Il suo nome è Peel P50 e pochi anni dopo essere sbarcata nel Vecchio Continente verrà inserita nell’album ufficiale del Guinness World Record come vettura più piccola del pianeta. Lunga solo 1,37 metri e larga appena 104 centimetri, viene disegnata per ospitare un solo passeggero, con la possibilità di introdurre anche un piccolo sacchetto della spesa da appoggiare alla destra del conducente. A sostenerla ci sono solo tre ruote, ma la sua stabilità è sorprendente. Un’unica portiera per entrare ed uscire dalla cabina (con qualche fatica per i soggetti più alti).

Assemblata per pesare meno di 60 chilogrammi, nei primi tempi garantisce un’autonomia in strada di 160 chilometri se riempita con un gallone di carburante da 3,78 litri. I primi test per valutarne l’affidabilità e scongiurare ogni possibile inconveniente durano qualche anno, poi la Peel P50 viene messa in commercio. È il 1962 quando questi veicoli iniziano a circolare nei quartieri delle metropoli britanniche. All’inizio possederne una è affare per pochi, nonostante il prezzo fissato per comprarla sia di soli 240 dollari (ma, a quei tempi, con lo stesso importo un lavoratore riusciva a sfamare un intero nucleo familiare per diverse settimane).

Quanto costa l’auto più piccola al mondo? Prezzo e vantaggi della Peel 50 (anche elettrica)

Ma torniamo ai giorni nostri. Londra, inizio estate 2022. Due imprenditori inglesi attivi da decenni nel settore dell’automotive decidono di riesumare il progetto della Peel P50 e iniziano a produrre una serie di repliche del modello originale. Gli operai delle loro fabbriche ricostruiscono a mano ogni pezzo e lo assemblano seguendo fedelmente le linee guida del Dopoguerra. Solo un aspetto viene modificato, quello relativo all’alimentazione: l’auto infatti viene dotata di un motore elettrico o termico, con il risultato che la nuova macchina più piccola del mondo è anche attenta alla salvaguardia dell’ambiente (conforme alle nuove linee guida dell’Unione europea sulle auto green).

La gamma è composta da tre versioni, realizzate per accontentare tutti i gusti dei potenziali acquirenti, che solo nelle prime settimane si dimostrano essere diverse centinaia. Nessuno di loro è spaventato dai soli 80 chilometri di autonomia previsti dal piccolo motore da 2 kilowatt e percorribili ad una velocità massima di 50 km/h. Invece, la domanda che tutti si fanno è una sola: quanto costa la nuova Peel P50? Il prezzo base è stato fissato a quota 14mila euro, ma già dalle prime offerte si è capito che in tanti sono disposti a mettere sul piatto importi ben più alti: d’altronde, in ballo c’è la possibilità di entrare nel Guinness World Record.